Il finale di questa seconda stagione è un episodio che parte da lontano. Parte dal passato di Sean, raccontato nel secondo episodio della prima stagione e qui utilizzato come espediente per far credere a Koba di essere simile a Sean. Parte dal desiderio celato, e poi rivelato nel finale della scorsa stagione, di Elliot di diventare un “re”, di diventare una figura che conta a suo modo all’interno dello scacchiere politico e sociale di Londra.
È un finale, quello di cui si sta scrivendo, che disattende sotto certi punti di vista e che si mostra molto più gentile rispetto a quanto mostrato nei precedenti sedici episodi. Ma soprattutto elimina in maniera abbastanza telefonata e senza troppo dinamismo il vero villain di questa stagione, Koba, con un piano votato totalmente all’intelletto e che esclude la violenza. Quella c’è, sì, ma è visiva ed è rappresentata dall’emorragia che colpisce Koba che sembra trasudare sangue da ogni poro, paralizzato ed avvelenato da Sean.
SOTTOTRAME INUTILI E DOVE TROVARLE
Molte sono le sottotrame che vengono chiuse e che hanno ben poco da dire al pubblico.
La prima è sicuramente quella con protagonista Saba, la ragazza membro della mafia algerina che vendica Basem, suo zio, uccidendo Hakim che lo aveva venduto a Koba. Leggendo queste poche righe si rimane forse spaesati dal fatto di non conoscere i personaggi di cui si sta parlando. Questo giusto per dare una idea di quanto poco attinente alla trama centrale fosse la storia di Saba. Un peccato perché avrebbe forse potuto rappresentare un nuovo volto femminile all’interno di Gangs Of London, membro di un altro clan (quello algerino).
Altra sottotrama è quella dei Dumani, ritornati non si sa bene in quale modo a contare davvero qualcosa in una Londra in cui si erano inimicati sia Asif, sia Koba, sia Sean. Eppure la ritrovata amicizia con Luan e Marian rappresenta la possibilità per la famiglia Dumani di tornare a ricoprire un ruolo importante nei giochi di potere di Londra. Con l’unica differenza che al posto di Alex ora c’è Shannon, sì, quello stesso personaggio che si era negata a qualsivoglia tipo di attività collegata al ruolo mafioso della famiglia. Deve averci ripensato in uno dei numerosissimi dialoghi con Ed.
La morte di Koba avrebbe molto da dare al pubblico sia in termini di intrattenimento, sia in termini di progressione di trama. Ma evidentemente in fase di sceneggiatura si è pensato diversamente visto che il georgiano muore in auto, completamente paralizzato, mentre Sean lo osserva quasi dispiaciuta per la dipartita dell’ormai ex alleato. Una morte telefonata e che depotenzia quindi in tutti i modi l’uscita di scena del villain di questa stagione.
DEUS EX MACHINA E RITORNI INSPERATI
L’apertura dell’episodio non è delle più positive visto che Sean, armato del più mastodontico dei deus ex machina, interroga la madre riguardo a quanto accaduto a Billy (di cui è stato consegnato un braccio nel precedente episodio). La donna, evidentemente poco ferrea nelle sue stesse decisioni, vuota il sacco su tutto: chi è stato, cosa ne è stata dell’eroina, chi sono i complici. Un dialogo utile a rimescolare ulteriormente le carte visto che ora Sean sa di non potersi fidare più di nessuno tranne che del fratello tenuto ostaggio da Elliot.
Il focus principale dell’episodio è ovviamente rivolto a quella che doveva essere la resa dei conti tra Sean ed Elliot e che si conclude in realtà con un nulla di fatto. Sean diventa vittima dei cliché del genere con tanto di sguardo canzonatorio prima di perdere il controllo della situazione e venir sopraffatto da Elliot. Impiccato, ma non ucciso. Billy con un braccio amputato, ma portato via per salvarlo. Elliot ferito a mano, stomaco ed altro, ma comunque vivo.
Insomma, in Gangs Of London sono rimasti pochi personaggi principali all’interno dei vari clan e quindi occorre far di tutto per preservarli. Anche incorrere in incongruenze narrative enormi oppure far compire scelte diametralmente opposte a quelle che sarebbe lecito attendersi.
È questo il caso di Lale che ricompare nei minuti conclusivi, ancora in vita e pronta a diventare la nuova spalla di Asif. Sì, la stessa persona che voleva ucciderla per vendicarsi della morte del figlio accoglie in casa propria l’assassina che due episodi fa ha torturato, tenuto ostaggio e picchiato con la promessa di ucciderla. Evidentemente gli sceneggiatori hanno cercato un colpo di scena in grande stile, ma il risultato è quello di gigantesco problema di logica narrativa sia per il personaggio di Asif, sia per Lale.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Marian, Ed, Elliot, Shannon e Luan in controllo di Londra; Lale ed Asif che rappresentano le forze nemiche; Billy e Sean isolati all’interno dello scacchiere con quest’ultimo, tra le altre cose, rinchiuso in carcere.
Gangs Of London chiude la stagione con un episodio che rimescola le carte e porta un nuovo ordine lì dove prima l’assenza di Sean aveva lasciato il caos. Cosa ulteriormente amplificata dall’arrivo di Koba.
Questo episodio avrà diversi pregi, ma i difetti riescono a spiccare in maniera più brillante e decisa oscurando la narrazione anche delle precedenti puntate. Oltre che a concentrarsi sul “re” sarebbe forse importante anche togliere dalla scacchiera quale pedone di troppo, soprattutto se ne si ha l’opportunità (vedasi Luan, Ed, Lale, Billy, Marian ecc ecc).
Quanto ti è piaciuta la puntata?
1
Nessun voto per ora
Tags:
Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.