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Se la prima cosa a cui avete pensato guardando quest’immagine è “Breaking Bad” sappiate che non siete gli unici. I colori, l’ambientazione desertica, l’impressione che di mezzo ci siano narcotrafficanti messicani e un bel po’ di droga sono esattamente gli elementi primari di questo recap e a tutti gli effetti corrispondono in pieno al senso implicito della
scena. Breaking Bad ha fatto scuola, nulla da dire su questo, per cui questo flashback del passato di Briggs con questo uso dei colori e questa particolare filigrana sono da guardare con un ottica di omaggio verso la serie AMC che fra pochi giorni farà il suo canto del cigno.
scena. Breaking Bad ha fatto scuola, nulla da dire su questo, per cui questo flashback del passato di Briggs con questo uso dei colori e questa particolare filigrana sono da guardare con un ottica di omaggio verso la serie AMC che fra pochi giorni farà il suo canto del cigno.
Non c’è episodio, comunque, in cui la mia personale aspettativa di Graceland rimanga uguale nel bene e nel male. La questione non è più tanto se Mike riuscirà a capire se Briggs è pulito o meno, quanto piuttosto se la serie riuscirà a mantenere l’onorevole livello qualitativo sfoggiato nei primi due episodi e poi pian piano sopito fino allo scorso finale di puntata. Ad entrambe le domande sembra darci una risposta questa “Goodbye High” che assurge nell’olimpo dei migliori episodi di questa prima stagione (non che ci volesse poi tanto in realtà) tramite delle rivelazioni che la dicono lunga sul fattore sorpresa della serie. Partendo subito per ordine cronologico veniamo catapultati circa un lustro fa in Messico dove Briggs racconta come è diventato un eroinomane. La storia passa in parte inosservata perché anche se ci spiega alcuni passaggi importanti della sua storia tutto sommato non è nulla di importante ma la prospettiva con cui l’abbiamo vista ad inizio puntata è totalmente da riconsiderare dopo lo sconcertante dialogo tra Briggs e Bello. Ho provato a pensare che fosse solo uno stratagemma per incastrarlo ma la rivelazione che Briggs fosse Odin Rossi è stata molto più che un fulmine a ciel sereno.
Gli scenari che si dipanano dinnanzi a noi sono potenzialmente ed esageratamente da bava alla bocca e non nascondo una certa dose di aspettative dopo questa rivelazione ma alla luce anche delle scorse puntate più quiete del previsto forse è il caso di abbassare il livello, infondo siamo al giro di boa della prima parte della stagione e per arrivare al season/series finale ne manca ancora…
PRO:
- Odin Rossi è Paul Briggs. OMG
- Flashback in omaggio a Breaking Bad decisamente ben fatto
- Briggs ne ha per tutti
- Un po’ di retrospettiva sulla vita di DJ
CONTRO:
- Paige e Tuturro completamente inutili
Il voto potrebbe essere più generoso ma è volutamente tenuto più basso dal modus operandi della serie che un giorno da e un giorno toglie. Riserviamo la nostra bontà per i tempi buio che verranno.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.