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Già dal titolo si può dedurre il tema dell’episodio, o per meglio dire il problema del giorno visto che ogni puntata presenta una nuova problematica derivante dal vivere sotto una cupola. Traducendo letteralmente, “La sete senza fine” rende più che bene la necessità dell’approvvigionamento acquifero derivante
dall’isolamento di Chester’s Mill, approvvigionamento che appare improvvisamente impossibile dal momento in cui un camion distrugge la cisterna del paese. Il problema però è solo di facciata in quanto la vera preoccupazione deriva dal fatto che il lago è completamente ripieno di metano e fondamentalmente una bomba ad orologeria pronta ad esplodere alla più piccola scintilla. Però è una preoccupazione solo mia perchè mi pare che tutti i genii del villaggio non ci abbiano pensato, ok che ci sono rivolte in città ma l’esplosione di un lago dovrebbe essere la priorità per tutti…
I difetti di “The Endless Thirst” sono fondamentalmente gli stessi che si sono riscontrati nei precedenti episodi ma qui vengono accentuati maggiormente a causa della povertà di eventi e di sottotrame da mantenere vive. Parliamoci chiaro, Under The Dome mi piace ma indubbiamente arrivare a fine puntata diventa faticoso se si segue il peregrinare a casaccio di due adolescenti in cerca di insulina o di due donne al volante che in mezza giornata non riescono a seguire un maledetto puntino verde. Il minutaggio che viene sprecato in questo senso è un insulto allo spettatore che potrebbe tranquillamente andarsi a fare un panino e tornare che tanto la situazione sarebbe sempre la stessa.
Abusando del titolo della commedia di Shakespeare, c’è davvero “Molto Rumore Per Nulla” in questo sesto episodio perchè quattro pseudo poliziotti che non riescono a sedare una rivolta in un supermercato che poi si autoplaca con un acquazzone è davvero tanto fumo e poco arrosto. Tutti sapevamo che presto o tardi sarebbe successo, in fin dei conti la “massa” è diversa dal singolo individuo e basta dargli una futile motivazione per scatenare l’inferno, e questo non lo dico io ma lo dice la Psicologia delle Masse, quindi buon senso sarebbe prepararsi almeno psicologicamente a fronteggiare questa possibilità ed invece niente. Il singolo individuo traspone la propria coscienza in quella della folla alimentandone l’andamento unisono delle azioni e così, da un semplice gesto come quello di lanciare una pietra si degenera immediatamente in una sassaiola, allo stesso modo non si fatica a capire come un semplice bisticcio per una bottiglia sfoci velocemente in una rissa. Il mio lamento pertanto non riguarda tanto la sommossa in sè che, come ho già detto, è prevedibile da diverso tempo, quanto piuttosto la scelta di isolare i singoli personaggi in eventi di singola portata che ci fanno domandare quanto veritiera possa essere la sommossa a cui abbiamo assistito. Barbie che insegue un tizio in un vicolo ci può stare ma è assurdo che i restanti poliziotti lascino l’epicentro della rivolta per seguirlo e fermarlo, soprattutto perchè oltre ad essere un comportamento inspiegabilmente stupido è quanto meno difficilmente realizzabile a causa del parapiglia generale che rende difficile l’individuazione di un singolo evento. Chi vi scrive non è uno psicologo o uno studioso di Psicologia delle Masse ma è semplicemente un individuo dotato di buon senso che riconosce una stronzata quando la vede e questa, signori, è una stronzata gigantesca che non può non essere notata.
Fosse solo questo il problema di “The Endless Thirst” potremmo anche farcene una ragione ma la noia che pervade buona parte dei canonici 40 minuti è un peso troppo grande per non essere tirata in ballo. E’ palese che gli sceneggiatori cerchino di rendere utili tutti i characters dandogli qualcosa da fare ma c’è da rendersi conto che la scelta migliore è invece quella di non trovare sempre qualche “missione” perchè a conti fatti magari in quel frangente quel personaggio non ha nulla da dire. Un esempio a caso? Julia. Dal momento in cui ad inizio puntata ha esordito con un “allora io vado a cercare la causa del white noise alla stazione radio” nella mia camera è echeggiato il rumore di un facepalm. Davvero ma perchè? E’ stata come una dichiarazione d’intenti visto che nessuno se la filava e queste esclamazioni a sè stanti che non danno adito ad alcuna risposta nuocciono gravemente alla salute di uno show. Senza contare poi la limonata finale con Barbie, così giusto per dare un senso alla sua giornata. Per fortuna c’è Big Jim, per fortuna…
PRO:
- Il Reverendo è morto: who cares?
- Big Jim è insieme a Barbie il character maggiormente curato e l’unico che riesce a dare un po’ di pepe nei 40 minuti. Dean Norris è una garanzia.
- Finalmente si comincia a far capire che i due teenager hanno un rapporto con la Cupola. No perchè francamente era già molto palese da diverso tempo…
CONTRO:
- Junior: personaggio altamente frustrante la cui utilità decresce di puntata in puntata
- Fin dal primo istante si immaginava una liaison tra Julia e Barbie ma la tempistica ed il background dei due personaggi lascia abbastanza interdetti visto che il loro rapporto muta costantemente da amici-nemici-conoscenti-conviventi-ecc.
- Troppe scene gettate là alla valachevabene
Ci ho pensato davvero tanto ma alla fine è giusto steccare quando c’è da steccare e questo è uno di quei casi. Troppi scivoloni narrativi, troppo minutaggio speso male e soprattutto davvero molto rumore per nulla. Pollice verso.
VOTO EMMY
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.