Se qualcuno vi chiedesse cosa c’è che non va in Grey’s Anatomy e aveste difficoltà a trovare le parole esatte per descrivere la situazione attuale dello show, fategli vedere questo episodio, perché chiunque possieda anche solo un briciolo di spirito critico si renderebbe conto dello schifo in cui riversa lo show. Riconoscere questa triste verità non significa essere eccessivamente critici o troppo esigenti, perché qui non si parla di un paio di episodi riusciti male, ma di stagioni intere. La verità è che Grey’s Anatomy avrebbe dovuto chiudere i battenti quattro stagioni fa, ma questo non è successo e quindi ci si ritrova ad assistere ad episodi scritti talmente male che un dodicenne probabilmente avrebbe fatto di meglio.
Uno dei problemi principali, di cui si è già parlato, è che il target dello show è cambiato. Grey’s Anatomy non è più rivolto ad un pubblico di giovani adulti, ma ad un pubblico di adolescenti. È per questo che i comportamenti e le storyline dei personaggi sono più simili a quelli di un teenager. In questo modo lo spettatore riesce ad immedesimarsi di più con le storie raccontate. Se i protagonisti fossero dei teenager non sarebbe grave, ma il problema è che l’età dei personaggi spazia dai 35 ai 60 anni.
Altro grande, e arrivati a questo punto, insormontabile problema è la palese mancanza di idee, di spunti interessanti. Se a questa mancanza si aggiunge una pessima scrittura, si ottiene “Civil War”.
È proprio il caso di dire che questa guerra all’interno dell’ospedale ha stancato. Poteva andare bene per un episodio, ma si è andati troppo oltre. L’arrivo della Minnick al Grey-Sloan Memorial non soltanto non ha rappresentato quella ventata di novità/aria fresca auspicata con la presentazione del personaggio (nonostante puzzasse già dall’inizio di deja vu), ma è andato a peggiorare una situazione già disastrata di suo. Inoltre, il suo screen time è molto ridotto e sembra servire esclusivamente come pretesto per litigi vari e, soprattutto, come nuovo interesse amoroso della Robbins. In fondo passa più tempo a flirtare con lei che a dirigere gli specializzandi. Si arriverebbe quasi a pensare che la storyline della “guerra civile” sia stata inserita per tentare di rendere la relazione di Eliza e Arizona più interessante, rendendolo quasi un amore proibito. Un tempo ci si sarebbe indignati al solo pensiero che Grey’s Anatomy potesse cadere così in basso, adesso ci si domanda solo quanto Shonda sia disposta a raschiare il fondo.
Sempre a proposito di “amori proibiti” purtroppo torna sotto i riflettori quello di Riggs e Meredith, riposto in un cassetto dalla pausa natalizia dello show. Sarebbe stato da ingenui credere che non avrebbero nuovamente tirato fuori questa noiosa e infantile storyline.
Altro punto focale dell’episodio, oltre ad Amelia che vuole nascondersi da Owen (su cui si sorvola per la sanità mentale di chi scrive e di chi legge) è rappresentato dall’evidente astio di Jackson nei confronti della madre che, non soltanto sa di già visto, ma sembra anche essere un mero pretesto per rendere più interessante un personaggio messo quasi sempre in secondo piano.
La guerra tra Riggs ed Alex, invece, è solo patetica, non sembra nemmeno uno scontro tra medici, ma una “gara a chi ce l’ha più grosso”. Di nuovo, cose viste e riviste, oltre che noiose e prive di significato.
“Civil War”, più che un episodio, sembra un susseguirsi di litigate e scontri messi l’uno dopo l’altro senza alcun senso o legame tra loro. L’impressione è che gli autori non sappiano più come riempire quaranta minuti e abbiano deciso di scrivere (male) un episodio mettendo tutti contro tutti, in un modo ridicolo e indegno per uno show come il Grey’s Anatomy di un tempo. I tempi d’oro sono ben lontani, questo si sa, ma ciò non vuol dire che si può sorvolare su episodi scritti con i piedi come questo. Senza offesa per i piedi.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Back Where You Belong 13×14 | 7.61 milioni – 2.0 rating |
Civil War 13×15 | 7.36 milioni – 1.9 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.