Grey’s Anatomy 18×20 – You Are The BloodTEMPO DI LETTURA 5 min

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Grey's Anatomy 18x20 recensione“[…] Because the end of an era… is easier said than done.”

Interessante il significato dietro la citazione appena riportata. Che sia un messaggio verso i fan che ormai chiedono a gran voce la fine di Grey’s Anatomy? Da un certo punto di vista potrebbe esserlo, dato che a Krista Vernoff sembra piacere particolarmente mantenere tutti in questo limbo. Un’incertezza che ormai segue la serie da svariati anni, portando ogni finale di stagione ad aprire interrogativi importanti sul futuro.
Anche in questo caso, nonostante il rinnovo per una diciannovesima stagione già in tasca, le domande sul futuro e su quanto durerà ancora, non mancano. E questo soprattutto a causa del completo caos che ha avuto luogo in “You Are The Blood”.
L’attuale season finale è un episodio che sconvolge le dinamiche interne come non accadeva da tempo, un ottimo modo per smuovere le cose (senza l’ausilio di cadaveri) e utile ad alimentare la curiosità per il ritorno dello show in autunno.

UN TUFFO NEL PASSATO


Innanzitutto, va sottolineato come questo ventesimo appuntamento stagionale abbia segnato un record per il medical drama della ABC che ha raggiunto il traguardo dei 400 episodi. E data l’importanza del risultato, era necessario mettere in scena qualcosa in più rispetto ai soliti episodi dimenticabili che hanno spesso costellato la stagione. “You Are The Blood” riesce nell’impresa, presentando una puntata “piena” sotto più punti di vista e che riesce a lasciare un’impronta importante a livello di trama storica di GA.
Uno degli elementi che ha fortemente caratterizzato e valorizzato la puntata è stato il rimando al passato. Un paradosso se si pensa a tutte le critiche mosse in questi ultimi tempi alla serie, rea di essere troppo legata ad un passato che non c’è più, tentando inutilmente di imitarlo. A tal proposito, si è spesso giudicato fuori luogo l’uso spropositato nelle ultime stagioni di flashback e colonne sonore storiche. La sorpresa di questo 400° episodio sta invece proprio nel perfetto uso di questi elementi nostalgici. I flashback non sono apparsi inopportuni, anzi, ben si sono legati allo stato d’animo di Meredith che nel corso dell’episodio ha affrontato un complesso mutamento psicologico. E insieme ai flashback dei tempi d’oro, non si possono non menzionare le colonne sonore storiche della serie, portatori sani di ricordi e qui ben inseriti nell’economia dell’episodio.
Ma ad emergere tra le caratteristiche del passato è stata anche la potente storia di Kristen e Simon Clark, che ha riportato in auge le famose storyline dei pazienti in un arco di più episodi. Una trama, questa, emotivamente coinvolgente che ha donato alla puntata quella carica di tristezza mista a soddisfazione per un caso portato in scena in modo pregevole.

IL SOTTOSOPRA


“You broke it, you bought it.”

Ma contorno nostalgico a parte, “You Are The Blood” ha segnato un vero capovolgimento di fronte per quasi tutti. Le situazioni in sospeso sono ovviamente all’ordine del giorno durante i season finale, tuttavia, quello a cui si è assistito in quest’occasione supera di gran lunga il limite degli ultimi tempi. Sono tanti i plot twist che vedono in bilico il futuro dei personaggi, alcuni protagonisti di eventi ben portati in scena, altri meno.
Sembra essere ormai scontato, ma tra i risvolti negativi spiccano sempre Owen e Teddy. Anche questa volta, infatti, il duo si ritrova protagonista di una porzione di trama quasi surreale (se si può usare questo termine in Grey’s Anatomy), con una fuga che rende ormai quasi tragicomiche le loro dinamiche, soprattutto considerato come questa storyline sui veterani poteva essere sfruttata in maniera molto più seria.
Tra gli elementi più apprezzabili del season finale, invece, è stato piacevole rivedere in scena Jackson ed April, dato che i ritorni dei vecchi membri del cast portano con sé sempre un po’ di nostalgia.
Ma il punto focale dell’episodio si è sicuramente svolto sull’asse Richard-Miranda-Meredith. I battibecchi tra i tre hanno raggiunto un nuovo livello, ponendosi come responsabile principale della chiusura del programma di specializzazione. Un evento, quest’ultimo, epocale per una serie nata proprio mettendo al centro la figura dello specializzando e il ruolo dell’ospedale nella sua formazione.
É quindi Meredith che si prende la scena nel non così lusinghiero ruolo di “colpevole”. La caratterizzazione prevaricatrice del personaggio qui è riemersa in modo netto, rendendo scontato come il litigio con Webber abbia spinto la Grey a lanciarsi in un’operazione non necessaria durante un’emergenza simile. Una situazione che è andata peggiorando quando è tornato in auge il carattere autodistruttivo di Meredith che ha rispedito Nick dritto in Minnesota.
Tutti pezzi di un puzzle che sul finale si incastrano alla perfezione e aprono la scena ad un futuro che almeno promette novità. Meredith nuovo capo di un ospedale in caduta libera e due pilastri come Webber e Bailey che per ora si defilano. Le premesse per una stagione interessante ci sono tutte, meglio ancora se fosse annunciata come l’ultima.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Un buonissimo season finale
  • Meredith a capo di un ospedale in caduta libera 
  • I riferimenti al passato che finalmente non stonano: dai flashback, alla colonna sonora, fino al caso medico 
  • L’asse Richard – Miranda – Meredith: gli originals protagonisti assoluti di questa debacle che promette cambiamento… e finalmente succede qualcosa
  • La storyline di Owen e Teddy… e qual è la novità?

 

Per il suo 400° episodio, Grey’s Anatomy regala agli spettatori una puntata carica di significati e cambiamenti. Un capovolgimento di fronte importante di cui si aveva proprio bisogno. A patto che a settembre non si risolva tutto con un nulla di fatto.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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