Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Si è detto molto sul nuovo modo di fare di Grey’s Anatomy, più incentrato sugli specializzandi alle prese con la carriera in modo da alleggerire la pesantezza delle storyline sempre più ripetitive dei suoi protagonisti storici.
Seguendo questa falsariga, gli spettatori si erano forse un po’ assopiti, dimenticando della fama da tragedia del medical drama. Così, nel presentare due addii nel cast, questa stagione gli autori hanno optato per due strade diverse: una piena di speranza e sogni, l’altra immancabilmente drammatica.
BIANCO E NERO
A spiccare positivamente in questa prima parte di stagione è sicuramente la trama dedicata a Levi. Lo specializzando ha infatti ottenuto una buonissima costruzione narrativa che lo sta accompagnando alla porta del Grey-Sloan Memorial. Indubbiamente, nelle scorse stagione si sarebbe potuto fare qualcosa in più nell’avvicinare Schmitt a pediatria, invece di proporre costanti alti e bassi in questa linea narrativa. Tuttavia, il risultato finale risulta più che positivo, chiudendo un cerchio proprio in questo episodio in maniera abbastanza emozionale.
La scelta di Levi tra ciò che è finalmente a portata di mano e ciò che invece si desidera davvero, è stata ben gestita, in un episodio che ha lasciato un’ottima caratterizzazione del personaggio. Difficile non apprezzare il modo in cui è avvenuta la sua scelta, ben rappresentata ed esposta, per un addio che, stando così, non lascia rimpianti. Almeno agli spettatori, per Shmitt c’è ancora da affrontare la questione della nuova relazione.
Al contrario, però, va a finire probabilmente in tragedia l’addio dell’altro personaggio destinato a lasciare il cast. In realtà, anche per Mika la costruzione narrativa usata finora è risultata abbastanza organica, con l’introduzione della sorella che poteva tranquillamente essere usata come uscita dalla serie. Come si diceva, però, la mancanza di drama era troppa e gli autori decidono di tornare su binari a loro tanto cari. L’incidente avvenuto a fine episodio sembra infatti destinato ad un unico risultato, quello che porterebbe la specializzanda Yasuda davvero fuori dalla serie. Un peccato, perché anche questo personaggio aveva buone potenzialità.
GUEST STAR IN SOCCORSO
Chi le potenzialità le ha perse tutte è invece il resto dei character storici. Ogni settimana c’è infatti l’imbarazzo della scelta su chi ottiene la storyline più pedante e ripetitiva possibile. Attualmente la coppia Jo-Link è passata in pole position a causa della gravidanza gemellare. Un evento che poteva essere gestito in mille modi diversi ma che si è scelto di affrontare in quello più tedioso possibile. Ovviamente, l’arrivo di non uno ma ben due bambini, aggiunti ad altri due già presenti, sconvolgerebbe qualsiasi persona/coppia alimentando situazioni di disagio e incomprensione.
Tuttavia, ci sono diversi modi per affrontare certe situazioni e quelle infantili abusate da Grey’s Anatomy hanno un po’ stancato. Evitare il confronto senza possibilità di spiegazione tra le parti non appare salutare e forse anche gli spettatori si sono stancati di assistere ai soliti teatrini. Non per niente, ultimamente è stata molto apprezzata la serie di Netflix Nobody Wants This, che mostrava un approccio molto più maturo a svariate situazioni di coppia. Una lezione che dopo più di vent’anni Grey’s Anatomy non sembra ancora voler apprendere.
Altra situazione estenuante è, inoltre, quella che si sta creando tra Owen e Teddy. Un duo che non riesce più a convincere il pubblico neanche in tempo di pace, figuriamoci alle prese con l’ennesima crisi. E a niente serve l’introduzione di una guest star come Sophia Bush, arrivata nel ruolo della dottoressa Cass Beckman. L’attrice potrà anche portare una ventata di freschezza nel cast, ma a livello di trama, come terzo incomodo tra Teddy e Owen, i presupposti non sono certo dei migliori.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Ennesima puntata standard per Grey’s Anatomy, che come al solito regala alcune pedanterie di troppo. Tuttavia, è la buona costruzione dell’addio di Levi Shmitt a rendere tutto più accettabile.
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.