Esiste un momento specifico in cui si apprezzano gli adattamenti: quando non si ricorda più bene l’opera originale. In quel momento ciò che rimane nella mente del lettore (in questo caso) è il mix di sensazioni lasciate dall’autore, l’insieme di descrizioni che, attraverso la carta stampata, evocavano un particolare ambiente.
Joe Lansdale è uno scrittore texano che racconta solo il Texas. Uno di quegli autori riconoscibili innanzitutto per l’unicità degli ambienti descritti: quel Texas orientale così lontano dal nostro immaginario fatto di terra e polvere. Il Texas orientale è pieno di natura rigogliosa, di fiumi (il Sabine è protagonista fisso dei suoi scritti), di umidità e pioggia.
Nella continuità stilistica di questo scrittore, spicca una vera e propria saga letteraria che sarebbe stato un delitto non rendere serie TV. Le gesta di Hap e Leonard erano troppo, ma troppo, succose.
E qui entra in gioco la memoria del vostro recensore che ha letto “Una Stagione Selvaggia” ormai un po’ di anni fa. Ed entra ulteriormente in gioco un primo grande pregio di questa serie televisiva. I primi fotogrammi, con la scena della fuga finita male, con l’introduzione dei protagonisti in un roseto, hanno risvegliato immediatamente alla memoria la trama del romanzo di provenienza (che, a voler esprimere un parere soggettivo e assolutamente non richiesto, non rientra nella top three).
“Savage Season” entra subito nel vivo, dunque. Ma non lo fa con l’ovvia e fedele introduzione sulla scia del libro, lo fa immergendo lo spettatore in un’ambientazione azzeccatissima e riconoscibile per i lettori. Pioggia che bagna verdi zone boschive è il palcoscenico adatto per un cast altrettanto azzeccato. Ora, i non-lettori devono capire che il senso che Lansdale dà alla coppia protagonista non è e non deve essere quello di due uomini nel pieno splendore della loro età. Hap e Leonard si portano dietro un passato che viene soltanto raccontato. Il loro è un atteggiamento nichilista in piena regola che però fa da contraltare alla loro quasi fumettistica dote di avere la meglio in qualsiasi confronto fisico. Così come il cinismo mostrato da Hap, di fronte alle idee su come spendere i soldi, si scontra con quello che poi è il loro spirito di iniziativa che dà il via alle varie avventure.
Insomma, Sundance TV ci ha preso in pieno (almeno per ora). Michael Kenneth Williams (che gli spettatori di The Wire e Boardwalk Empire non potranno non riconoscere e di conseguenza applaudire la sua scelta) e James Purefoy rappresentano alla perfezione due figure che mostrano nel loro volto un passato che verrà continuamente evocato. Più o meno velati riferimenti agli anni in prigione di Hap e al periodo in Vietnam di Leonard stanno lì a dimostrarlo.
Sundance TV compie un’opera dovuta anche nel non tralasciare i particolari fondamentali dei due personaggi, in particolare per quanto riguarda Leonard. Il vero capolavoro che compie Lansdale nei suoi romanzi è quello di regalare gustosissime discussioni tra i due amici. Se Hap rappresenta quindi la coscienza, determinata anche dalla sua voce narrante, Leonard regala spunti decisamente interessanti, anche grazie al suo carattere bizzoso. Come non essere dannatamente incuriositi da un nero, gay, repubblicano, residente nell’ancora più repubblicano (e razzista) Texas? Speriamo che la componente politico-sociale non venga tralasciata in favore di comunque sacrosante scazzottate. Ma questa 1×01 sembra rassicurarci in tal senso.
La dinamica della stagione (che avrà solo 6 episodi) è ancora tutta da definire. Il lettore si sarà accorto che sono state solo messe sul tavolo le carte per uno sviluppo che verosimilmente vedrà diramarsi la trama del primo libro. Considerando l’altissimo numero di storie su Hap&Leonard, non si potrà che fantasticare, per ora, su un alto numero di stagioni.
E i non lettori? Cosa si sono trovati davanti? Qui la strada inevitabilmente si spacca. Da lettore, chi scrive non può immergersi nella mente di chi viene per la prima volta a contatto con questa saga. Sarà facile pensare però che i novizi avranno percepito il carattere esclusivamente introduttivo del Pilot. A questo punto, solo il seducente squallore brillantemente trasposto da carta a piccolo schermo può aver acceso la scintilla nello spettatore vergine. Altri avranno invece bisogno di ancora un po’ di tempo per farsi convincere appieno.
Chi ha letto garantisce: diamo fiducia a questa serie. Di materiale da raccontare ce n’è tanto e se tutto dovesse andare bene ci sarà da divertirsi. Tra tutte le trasposizioni libro-tv questa veramente non si poteva proprio evitare.
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Savage Season 1×01 | 0.42 milioni – 0.1 rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.