Homeland 4×06 – From A To B And Back AgainTEMPO DI LETTURA 4 min

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Howard Gordon e Alex Gansa hanno un brutto vizio: uccisioni a sangue freddo dei protagonisti. Chiariamoci, è un brutto vizio per il pubblico che rimane attonito ed esterrefatto di fronte a certe scelte narrative, invece non lo è per niente a livello di potenza stilistica visto che innalza il livello dell’episodio in questione e della serie stessa. Seguendo esattamente la filosofia di George R.R. Martin, i due showrunner hanno creato un personaggio da zero (Aayan), lo hanno introdotto, ce lo hanno fatto prima apprezzare e successivamente, una volta che si era raggiunto un livello di empatia di un certo livello, lo hanno brutalmente ammazzato, senza se e senza ma. Se si era alla ricerca di un colpo di scena questo è esattamente la risposta che si andava cercando.
Homeland è un diesel, lo è sempre stato. Necessita sempre di molti episodi per riuscire ad ingranare ma poi una volta partito regala soddisfazioni e riesce a sorprendere esattamente lì dove non ci si aspettava alcunché.
“From A To B And Back Again” è un titolo perfetto per riassumere la situazione di Carrie, tuttavia è una mezza verità perchè, nonostante ci si ritrovi punto e a capo senza pedine da poter muovere per arrivare ad Haqqani, la realtà è che rispetto a “The Drone Queen” ci sono stati dei margini di miglioramento significativi. Innanzitutto si è riusciti a capire che l’ISI lavora con/per Haqqani e quindi ci sono molti più problemi di quelli che si pensava a livello di burocrazia e di politica internazionale; in secondo luogo si è capito quanto possano essere strutturati e preparati bene i talebani sia in termini di risorse che in termini strategici, segno che la battaglia sarà lunga, tortuosa e con un uomo in meno. Già, Saul. Catturato nella scorsa “About A Boy“, l’ex capo della CIA è nelle mani del nemico che si credeva morto e che si dimostra ancora più crudele di quello che si poteva pensare. Vista la sorprendente morte di Aayan c’è di che temere anche per la vita di Saul, tuttavia è lecito aspettarsi una prigionia lunga e difficile che sarà affrontata nella seconda parte di stagione. Quest’episodio coincide con il giro di boa di questa stagione e le svolte nella trama orizzontale lo evidenziano in ogni modo preannunciando una seconda parte di stagione in salita per i protagonisti ma in netto miglioramento per quanto riguarda la qualità della trama.
Che lo volesse ammettere o no, Carrie ha legato con Aayan e non la si può biasimare per questo. Il lavoro è il lavoro ma quando ci si aggiunge il sesso, tutto, ma proprio tutto viene compromesso da sentimenti incrontrollabili che ne vanificano l’oggettività. Il risultato è evidente e sotto gli occhi di tutti, non si può rimanere che allibiti dalla reazione umorale di Carrie dopo l’assassinio della sua risorsa. “Take the shot… Take the shot! We’re loosing our window” e poi un frustrato “God damn it, what did I say? Take the shot God damn it!” esprimono un malessere profondo che va ben al di là del mero rapporto lavorativo che si era instaurato tra lei ed Aayan. All’improvviso viene meno tutta la freddezza che dovrebbe avere un capo in momenti come questi quando i sentimenti dovrebbero venire repressi in favore della razionalità, per Carrie non conta più niente, nè la vita di Saul nè le possibili conseguenze, c’è solo la vendetta da consumare subito ed il più velocemente possibile. Il suo comportamento, sicuramente discutibile, è sicuramente dettato da i sentimenti inconsci provati verso Aayan, sicuramente più inclini alla tenerezza piuttosto che all’amore, tuttavia bisogna sempre considerare i problemi di bipolarismo di cui soffre e che qui ritornano prepotentemente alla ribalta. In meno di 30 secondi perde la credibilità del suo team, la sua unica risorsa e anche la possibilità di uscire gloriosamente dalla missione in corso. En plein.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • “Holy fuck”
  • Colpo di scena finale con la morte di Aayan freddato dallo zio Haqqani
  • Saul nelle mani di Haqqani
  • Il marito dell’ambasciatrice continua a non convincere per niente

 

Homeland si azzera di nuovo, stavolta meno brutalmente della scorsa, ma lo fa con grande stile e nel modo che i suoi fan adorano sposando di nuovo il modus operandi che l’aveva contraddistinta nel triennio precedente. Può essere un breve revival oppure l’inizio di qualcosa di grande. Speriamo vivamente nella seconda.

 

About A Boy 4×05 1.52 milioni – 0.5 rating
From A To B And Back Again 4×06 1.53 milioni – 0.5 rating

 

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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