“Saul. Saul put your name on the list.”
“I don’t believe it.”
“Believe it.”
[…]
“You are telling me that someone I trust more than I’ve ever trusted anyone is trying to kill me. And I’m just supposed to accept that, no questions asked? Spend my life on the run, give up my daughter?
Quinn, I have to know.”
Quattro puntate di attesa ma alla fine i giochi sono iniziati.
Si vocifera spesso che le decisioni più importanti non vengano prese all’interno delle sale riunioni o all’interno dei parlamenti, quanto nei bar e nei salotti che contano, lì dove non ci sono orecchie ed occhi indiscreti che limitino la libertà di parola e di pensiero di chi veramente conta. I giochi di potere, a quei livelli, sono all’ordine del giorno ed il formalismo dato dai proclami fatti tra i banchi di un senato non è mai completamente esplicativo delle intenzioni di chi ne fa parte. Ecco perché le decisioni vengono prese altrove e poi riportate in seguito pubblicamente a tutti. La politica mondiale non è esente da ciò, nè nella realtà, nè nella finzione. Saul docet.
Homeland, come ogni anno, è partito in sordina, sviluppando con i tempi e i modi che li sono più congeniali la nuova storyline. Le varie linee narrative di fatto a questo punto sono tre e sono abbastanza chiare:
- ad un livello macro, il più alto, troviamo la fuga di notizie che coinvolge Saul, Allison e tutti gli alti vertici della politica mondiale;
- ad un livello intermedio si sviluppa invece la trama che coinvolge Carrie e Quinn, trama che ovviamente risente di quella più macroscopica e che finirà per convogliare in una sola a tempo debito;
- ad un livello più micro il focus è invece sulle vite dei due hacker sulla vita dell’hacker Gabehcoud che ha dato origine alla fuga di notizie (ciaone Korzenik, God bless Russia).
Se fino ad ora queste storyline sembravano più o meno collegate, in questo episodio appare chiaro che un legame unico c’è, esiste e si chiama Madre Russia. Essendo solo alla 4° puntata è lecito attendersi che il legame che le unisce rimarrà nel dimenticatoio, almeno per un po’, e viaggeranno in maniera separata per dar respiro a tutte e tre. Ovviamente la chiamata finale che riceve Allison e a cui risponde in russo “Is it done?” è ben più che un semplice colpo di scena, è il collegamento di tutti i punti messi in mostra finora, è l’apertura di un vaso di Pandora, è un orgasmo narrativo. Le ripercussioni di questa scoperta sono enormi e affondano le loro radici nello spionaggio e controspionaggio internazionale, con rievocazioni di Guerra Fredda che fanno gola a tutti i complottisti. Bella l’idea, ma attendiamo maggiori dettagli per un commento.
“Why Is This Night Different?” mette in luce una situazione politicamente difficile ed in cui la Russia ricopre un ruolo primario, quasi da collante per le tre storyline: se a livello micro l’influenza russa è chiaramente data dalla presenza dell’agente del SVR (Foreign Intelligence Service of the Russian Federation) e dai suoi colleghi, per Carrie e Quinn il legame è evidenziato dal killer nella berlina verde direttamente collegato ad Allison, mentre a livello macro l’esplosione dell’aereo con a bordo il Generale Youssef appare chiaramente di matrice russa. All’improvviso tutto assume un senso e si può cominciare a vedere le cose in prospettiva.
L’episodio è di fatto uno spartiacque che segna il passaggio dal prologo allo svolgimento. Quinn smette finalmente i panni del serial killer lobotomizzato e si rende conto che la situazione non è quella che credeva essere, Carrie è ufficialmente una fuggitiva con una taglia sulla testa pronta a tutto pur di riacquistare la vita che aveva a Berlino, Saul d’ora in avanti dovrà far fronte ad una guerra di potere e lealtà su più fronti.
E’ un Homeland diverso quello che ci viene mostrato in questa 5° stagione, un Homeland decisamente più politico di quanto non sia mai stato e con dei tratti spionistici. Può piacere o meno la piega che ha preso la serie, sicuramente si allontana dal suo passato ma si può anche vedere come un’evoluzione della sua nuova incarnazione. Gansa e Gordon sanno il fatto loro e rivoluzionano per l’ennesima volta le caratteristiche della serie per renderla appetibile a chiunque. Per ora missione riuscita.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Super Powers 5×03 | 1.10 milioni – 0.4 rating |
Why Is This Night Different? 5×04 | 1.63 milioni – 0.6 rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.