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Esistono diversi tipi di stagioni finali di una serie. C’è il capitolo finale di una lunga saga iniziata con il pilot, ovvero la resa dei conti, il tirare le somme, il tirare le cuoia, il tirare giù madonne o tirare giù lacrimoni perché si osserva una parentesi della propria vita che si chiude: Breaking Bad per capirci, oppure Lost. C’è poi l’epilogo, ovvero il “cosa succede dopo”, la postilla, l’epigrafe, l’appendice, o un altro sinonimo utile ad allungare il brodo per una recensione un po’ complicata perché chi scrive non riesce a guardare un episodio di HoC con l’attenzione dovuta. House Of Cards forse abbraccia entrambe le opzioni. Così come era partita, l’epopea di Frank Underwood lasciava pensare ad un’incredibile ascesa cui sarebbe seguita una rapida discesa, alla Walter White per capirci. La stagione finale avrebbe tirato le somme di quanto macinato nelle precedenti cinque stagioni. Ma poi è intervenuta la cronaca e Kevin Spacey ha dimostrato di essere molto simile al suo alter ego, ma soprattutto Netflix ha deciso che con lui non ci voleva giocare più. E quindi niente, la sesta stagione è diventata un’appendice in cui Claire diventa protagonista indiscussa, fondendo il suo personaggio anche con quello del defunto marito, per certe caratteristiche.
Claire ha sempre avuto una notevole importanza, ma renderla protagonista significa dare vita ad uno spin-off, o comunque ad uno di quei seguiti cinematografici che riscuotono sempre meno successo. La sesta stagione, giunta al suo penultimo appuntamento, rivela un carattere quasi improvvisato, un mix tra la resa dei conti finale (la prima categoria delle stagioni finali) e piccolo divertissement con protagonista un personaggio comunque carismatico (l’appendice di cui sopra). Lo dimostra il fatto che vige un’alternanza strettissima, in questo episodio particolare, tra lo scontro annunciato quasi western tra Claire e Doug e tante piccole trame che si vanno chiudendo, trame di cui non rimarrà chissà che memoria in futuro (una su tutte quella dei villain di stagione, gli Shepherd).
Il finale di episodio colpisce inevitabilmente il cuore dello spettatore. L’abitudine era vedere Frank che rompeva la quarta parete per parlare con gli spettatori, la sorpresa era stata poi vedere Claire fare lo stesso, la nuova abitudine è vedere Claire – da protagonista – rivolgersi al pubblico. Nel finale di “Chapter 72” iniziano a farlo un po’ tutti. Claire parla con Doug dalla televisione – o almeno quella è l’illusione – poi Claire canticchia e chiude l’episodio guardando nuovamente in macchina. Tutto bello. Ma sono quelle cose che fanno capire che è giusto che la serie sia giunta a conclusione in quanto anche la descrizione appena riportata evidenzia la ripetitività di alcune soluzioni.
Certo un plauso va fatto sicuramente ai personaggi di Robin Wright e Michael Kelly, volti “storici” della serie, coloro ai quali è stato dato il compito di non far rimpiangere il protagonista della serie. Se da un lato questo avviene relativamente a causa della presenza/assenza di Francis, dall’altro sicuramente la scrittura e l’interpretazione dei due personaggi garantisce allo spettatore di star assistendo al vero finale di serie. Vedere un Doug barbuto ad inizio episodio e in corso di episodio fa anche pensare che forse tale ruolo potesse essere riservato a Kevin Spacey, con un Frank che magari sarebbe stato disposto a costituirsi o a confessare tutti i misfatti pur di affossare la moglie dal suo ruolo presidenziale. Ma queste sono speculazioni di fantasia. Sta di fatto che si è trovato il modo migliore per concretizzare una sintonia mai nata tra le due figure più vicine ad Underwood. Come detto precedentemente, a questo punto si può pensare che la partita finale sarà tra loro due, una volta chiuse del tutto le trame contingenti la sesta stagione.
Ah, non è stata menzionata Claire incinta. Ma c’è veramente qualcosa da commentare?
Claire ha sempre avuto una notevole importanza, ma renderla protagonista significa dare vita ad uno spin-off, o comunque ad uno di quei seguiti cinematografici che riscuotono sempre meno successo. La sesta stagione, giunta al suo penultimo appuntamento, rivela un carattere quasi improvvisato, un mix tra la resa dei conti finale (la prima categoria delle stagioni finali) e piccolo divertissement con protagonista un personaggio comunque carismatico (l’appendice di cui sopra). Lo dimostra il fatto che vige un’alternanza strettissima, in questo episodio particolare, tra lo scontro annunciato quasi western tra Claire e Doug e tante piccole trame che si vanno chiudendo, trame di cui non rimarrà chissà che memoria in futuro (una su tutte quella dei villain di stagione, gli Shepherd).
Il finale di episodio colpisce inevitabilmente il cuore dello spettatore. L’abitudine era vedere Frank che rompeva la quarta parete per parlare con gli spettatori, la sorpresa era stata poi vedere Claire fare lo stesso, la nuova abitudine è vedere Claire – da protagonista – rivolgersi al pubblico. Nel finale di “Chapter 72” iniziano a farlo un po’ tutti. Claire parla con Doug dalla televisione – o almeno quella è l’illusione – poi Claire canticchia e chiude l’episodio guardando nuovamente in macchina. Tutto bello. Ma sono quelle cose che fanno capire che è giusto che la serie sia giunta a conclusione in quanto anche la descrizione appena riportata evidenzia la ripetitività di alcune soluzioni.
Certo un plauso va fatto sicuramente ai personaggi di Robin Wright e Michael Kelly, volti “storici” della serie, coloro ai quali è stato dato il compito di non far rimpiangere il protagonista della serie. Se da un lato questo avviene relativamente a causa della presenza/assenza di Francis, dall’altro sicuramente la scrittura e l’interpretazione dei due personaggi garantisce allo spettatore di star assistendo al vero finale di serie. Vedere un Doug barbuto ad inizio episodio e in corso di episodio fa anche pensare che forse tale ruolo potesse essere riservato a Kevin Spacey, con un Frank che magari sarebbe stato disposto a costituirsi o a confessare tutti i misfatti pur di affossare la moglie dal suo ruolo presidenziale. Ma queste sono speculazioni di fantasia. Sta di fatto che si è trovato il modo migliore per concretizzare una sintonia mai nata tra le due figure più vicine ad Underwood. Come detto precedentemente, a questo punto si può pensare che la partita finale sarà tra loro due, una volta chiuse del tutto le trame contingenti la sesta stagione.
Ah, non è stata menzionata Claire incinta. Ma c’è veramente qualcosa da commentare?
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Sì, boh, vabbè mo’ vediamo che succede nell’episodio finale e poi uno può tornare a farsi gli affari suoi.
Chapter 71 6×06 | ND milioni – ND rating |
Chapter 72 6×07 | ND milioni – ND rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.