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Hunters 1×07 – Shalom Motherf***erTEMPO DI LETTURA 3 min

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Hunters continua a proporre stili narrativi diversi e in questo settimo appuntamento sorprende con una bellissima storia in versione anime, che riguarda la safta di Jonah nei campi di concentramento.
Dopo un inizio di stagione con forti richiami pulp tarantiniani, sta emergendo sempre più una forte critica sociale, già evidente nella season premiere, che tramite il personaggio di Joe, veterano, si scaglia senza giri di parole contro la guerra in Vietnam, argomento ancora molto controverso negli Stati Uniti.
Con l’incendio dell’Arca nel precedente episodio e la mossa della setta di estrema destra, che nella open cold consegna all’agente Millie delle prove contro Meyer, il magnate si ritrova in seria difficoltà, tanto da venir infine arrestato.
Attestata l’ovvia parentela tra Jonah e il personaggio interpretato da Al Pacino, è evidente come a partire dalla quinta puntata, con l’omicidio a sangue freddo di Tilda Sauer, sia iniziato per Offerman un declino che non sembra per ora aver fine.
Ma la parte più bella di questa splendido episodio è senza dubbio rappresentata dal dramma dei Markowitz, chiusi in casa con l’aguzzino nazista che ha ucciso il loro primogenito Aaron; le modalità attraverso le quali si sviluppa la storia sono veramente toccanti, con i coniugi divisi tra la voglia di vendetta e la loro umanità che emerge nonostante la situazione.
Gli attentati progettati dal gruppo filonazista, tramite bombe e presunte armi batteriologiche, rappresentano l’ennesimo riferimento all’attualità del nuovo prodotto seriale di casa Amazon: negli ultimi anni vi è stato un aumento esponenziale degli attentati terroristici riconducibili all’estrema destra, come la strage norvegese di Utoya del 2011 o gli attentati di Christchurch in Nuova Zelanda dello scorso anno.
Le scene ambientate nella metro di New York purtroppo non sono così lontane della realtà e ancora una volta Hunters stupisce i propri spettatori, visto che in un prodotto seriale classico senza dubbio Murray sarebbe uscito indenne dalla bomba ritrovata.
La scelta degli autori invece è stata radicalmente diversa, con il character interpretato dall’ottimo Saul Rubinek che perde la vita, ritrovando negli ultimi istanti non solo il figlio perso, ma la propria fede, abbandonata ormai da 30 anni.
Nello stesso momento si assiste anche al ferimento, resta da capire se mortale, di Lonny Flash durante l’inseguimento di Travis, per uno dei personaggi più iconici della show, la cui perdita rappresenterebbe l’ennesimo duro colpo per il gruppo guidato da Meyer.
Gli eventi del finale di puntata, uniti a scelte narrative ottime e mai banali, hanno reso questo settimo episodio fondamentale per il prosieguo della storia visto che, con l’arrivo del famoso carico dal Sud America, le carte oramai sono tutte in tavola, per i tre appuntamenti finali che si prospettano veramente interessanti.
La coraggiosa scelta di unire tanti stili diversi, trattando tematiche delicate e ancora oggi molto controverse, per ora ha sicuramente pagato, grazie anche a un ottimo cast e soprattutto a una storia che tiene sempre lo spettatore in apprensione, desideroso di proseguire la visione dello show.
Salvo repentine involuzioni finali, la serie prodotta da Jordan Peele e ideata da David Weil rappresenta una delle più belle novità del mondo seriale 2020, affollatissimo come non mai.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La critica sociale alla guerra in Vietnam
  • Il dramma dei Markowitz raccontato in maniera esemplare
  • Il sacrificio di Murray
  • Il finale di puntata con diversi colpi di scena
  • Niente da segnalare

 

Una puntata veramente impeccabile per Hunters che conferma i suoi punti di forza e regala agli spettatori diversi colpi di scena e momenti dal forte impatto emotivo. Il livello continua ad essere altissimo e con un episodio di tale portata non si può che assegnare il massimo dei voti.
 

(Ruth 1:16) 1×06 ND milioni – ND rating
Shalom Motherf***er 1×07 ND milioni – ND rating

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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