Salviati: “Questo è il principio della fine per i Medici!”
Lorenzo: “Questa banca sopravviverà anche senza il conto del Papa.”
(L’Unione Europea Lorenzo ricorda che Sisto IV deve pagare l’ICI per Imola)
Il titolo della puntata, “Legàmi”, può essere inteso in molti modi: primo su tutti quelli famigliari, i primi che vengono messi in luce; poi vengono i legàmi politici, quelli più importanti, a cui spesso fanno riferimento i primi.
I Medici – The Magnificent si avvia verso la conclusione di stagione e sfrutta fino all’ultimo la dualità di questa parola per intessere trame politic-soapish in cui la diplomazia e i matrimoni sistematici la fanno da padrone.
C’è sicuramente un lato soapish in tutto questo che non viene certo nascosto ma, anzi, esibito dall’inizio alla fine. Bisogna, d’altra parte considerare il tipo di pubblico a cui si rivolge questo prodotto e il tipo di rete televisiva da cui viene trasmesso.
Ma oltre a questi fattori, occorre anche considerare il fatto che difficilmente la serie potrebbe prescindere da questo aspetto. Siamo in un contesto in cui tutte le battaglie vengono giocate più sul lato criminale-affaristico che non su quello bellico, come una sorta di saga familistica mafiosa ambientata nel ‘400 e a questo modello bisogna fare riferimento per capire quello che Frank Spotnitz e soci hanno cercato di realizzare e così decidere se apprezzarlo o meno. Un po’ più House Of Cards che non Game Of Thrones per intenderci, con uno stile che potrebbe ricordare anche Suburra (qui, ad esempio, la disputa su Imola ricorda molto quella per i terreni di Ostia della serie Netflix) e altre saghe familistico-mafiose. Il tutto in una versione certamente più storico-edulcorata che sicuramente può essere apprezzata dal target di riferimento della serie.
Date tali premesse, non si può non notare un certo miglioramento per quanto riguarda l’attenzione agli intrighi e alla trama principale rispetto a The Masters Of Florence. Dalla scena iniziale del matrimonio a Milano in casa Sforza (qui in versione “milanesi imbruttiti”) fino al cliffhanger finale sulla nascita del nipote di Lorenzo, c’è una coerenza tematica di fondo che non dispiace e che potrebbe finalmente rendere un po’ più appassionanti quelli che sembrano in realtà spezzoni di un programma di Alberto Angela.
Oltre alle vedute (con una CGI più o meno pessima) di Firenze e Milano e parecchio product placement turistico, la serie finora aveva in sé ben poca “ciccia” per essere veramente apprezzabile. Difetto che, nonostante tutto, continua ad avere, conseguenza di un progetto che è partito fin da subito con premesse completamente sbagliate (un immenso spot per la città di Firenze in cui l’importanza del drone è maggiore rispetto all’attenzione per i dialoghi e la sceneggiatura).
La serie ha dunque sempre faticato a trovare un suo perché fin dall’inizio. Queste ultime puntate hanno il pregio di rimettere in primo piano i conflitti interni ed esterni dei personaggi, cioè quello che in fin dei conti importa effettivamente allo spettatore. Così, lo spettatore stesso può empatizzare con le (dis)avventure amorose di Giuliano de’ Medici con Simonetta Vespucci (aka Venere di Botticelli) che rappresenta la storyline più comico-sentimentale di tutta la trama. Allo stesso modo si sente coinvolto dagli intrighi e rivalità familiari tra i Medici e i Pazzi e del conseguente rapporto tra Guglielmo de’ Pazzi e Bianca de’ Medici, a far le veci di Romeo e Giulietta.
Già da qui si può notare come intrighi e rapporti famigliari tesi non manchino di certo, come nella maggior tradizione del genere. A questo si aggiunge uno Sean Bean al massimo della forma nei panni di Jacopo de’ Pazzi, abile e machiavellico (sì l’aggettivo voluto, non è un anacronismo), il tessitore di trame gombloddistiche per distruggere la fragile alleanza tra le due famiglie.
Fattori che riempiono effettivamente questi 50 minuti di puntata, anche se la sensazione è sempre quella di trovarsi davanti solo ad un’abile cartolina e niente di più. Ma, intanto, la “querelle su Imola” e le alleanze politiche fatte e disfatte reggono bene, così come i protagonisti e i loro intrallazzi (amorosi e non).
Jacopo de Pazzi: “Devi andare a Roma. Il tempo della politica è finito. […] Il sangue dei Medici deve essere versato.”
“Alleanza” si colloca su questa scia positiva concentrandosi però maggiormente sugli intrighi politici. In questo contesto si allarga sempre di più l’ambientazione geografica delle vicende, comprendendo anche Città di Castello, in uno scenario che è sempre più provinciale (anche se va sempre rapportato al fatto che all’epoca erano punti strategici di una certa importanza), arricchendo il mosaico di location storiche suggestive che la serie in questione propone.
A livello di ricostruzione storico-iconografica dunque nulla da obiettare, non si può dire lo stesso per quanto riguarda l’interpretazione degli attori degni di una fiction di Renè Ferretti e di certi dialoghi che potevano tranquillamente essere tagliati o alleggeriti da quella pesantezza pedagogica e didascalica di cui, a quanto pare, gli autori non riescono proprio a fare a meno.
Questa puntata in particolare ha anche il difetto che, avendo molti cambi di location e spostamenti, si gioca tutta su un ritmo che è molto velocizzato e frenetico, quasi come se fosse stata scritta con una certa ansia. Sicuramente un’ottima risposta considerando la lentezza di alcuni episodi precedenti, ma anche l’effetto contrario (soprattutto se così repentino e improvviso) può essere fastidioso. Anche perché, per cercare di “rallentare” tali scene vengono inserite, quasi a caso, altre fatte apposta per mostrare inserti culturali ad cazzum (Botticelli che mostra a Simonetta il quadro della Venere ispirata a lei, le poesie di Lorenzo de Medici lette dall’ex amata Lucrezia Donati…) che non evita l’ennesimo effetto-Alberto Angela non richiesto.
Con questi picchi e sobbalzi vari, la trama comunque procede spedita seguendo le vicende che coinvolgono le famiglie de’ Medici e de’ Pazzi (questi ultimi sempre più complessi e molto più sfaccettati rispetto ai protagonisti) e seguendo la scia di morte dovuta alle loro decisioni (in questo senso la morte di Luca Soderini era quotata 1.80 alla Snai).
Da notare, poi, come molto spesso i protagonisti (soprattutto le protagoniste femminili) parlino e abbiano atteggiamenti molto più consoni a personaggi del XXI secolo che non del ‘400 medievale. Questo sicuramente con lo scopo di empatizzare maggiormente con il pubblico (soprattutto femminile) ma è indubbio che si tratta di anacronismi belli e buoni che mal si addicono ad una serie che vuole fare leva su un pubblico medio-colto.
Solo la morte del duca Francesco Sforza nel finale riesce a riequilibrare una trama che fa acqua da tutte le parti, lanciando anche un buon cliffhanger importante e ben costruito per le prossime (ultime due) puntate.
Non resta che vedere, dunque, dove andrà a parare tutta la serie e come andrà a finire la rivalità tra le famiglie de’ Medici e de’ Pazzi. Storicamente la risposta è scontata, ma a questo punto si è veramente pronti a qualunque cosa.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Il Prezzo del Sangue 2×04 | 4.05 milioni – 19.8% share |
Legàmi 2×05 | 4.03 milioni – 15.4% share |
Alleanza 2×06 | 3.79 milioni – 17.5% share |
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!