Il Nome Della Rosa 1×07 – 1×08 – Episodio 7 – Episodio 8TEMPO DI LETTURA 4 min

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Non è facile giudicare un prodotto di questo tipo, soprattutto perché realizzato dalla RAI, che ha abituato i suoi spettatori, salvo poche eccezioni come L’amica Geniale, a un’infinità di immondizia televisiva.
La saggia scelta di affidarsi al genio letterario di Umberto Eco, messo in scena da un cast eccelso, ha ripagato, nonostante qualche evidente difetto.
Dopo aver raggiunto il suo apice nella disputa teologica dei precedenti episodi, in questa settima puntata a fare la parte del leone ci ha pensato Remigio da Varagine, meravigliosamente interpretato da Fabrizio Bentivoglio, vera rivelazione di questo prodotto seriale, il quale ha reso la digressione sugli eretici dolciniani più interessante che mai.
Il confronto, qualsiasi sia la tematica, tra Bernardo Gui e Guglielmo da Baskerville regala sempre grandi emozioni e quasi fa dimenticare che il mistero della biblioteca, tecnicamente fulcro narrativo dello show, viene completamente tralasciato.
La storia nel libro si concentrava esclusivamente nell’abbazia e la decisione di aggiungere ulteriori segmenti narrativi al di fuori di essa non è deprecabile in sé, quanto piuttosto per la realizzazione: Anna si è dimostrata un personaggio completamente inutile, riuscendo a comparire come elemento negativo in ogni recensione riguardante la serie; non meglio è andata con l’amore di Adso e relativa compagna selvaggia. In questo caso, allora, era meglio concentrarsi maggiormente sul materiale a disposizione, magari con un paio di episodi in meno, ma che avrebbero reso la narrazione maggiormente d’impatto, senza perdite di tempo.
Da notare inoltre, ancora una volta, gli strani cambiamenti climatici presenti nelle puntata, dove si passa dal verde splendente della foresta adiacente l’abbazia, al cortile innevato della stessa, senza dimenticare improvvisi cambiamenti tra il giorno e la notte durante il cambio di location interne. Errori che, in una grande produzione come questa, non posso essere commessi.
Grazie alle splendide performance di Bentivoglio e Everett, il confronto tra l’ex dolciniano e Bernardo da Gui è stato notevole, impreziosendo un episodio che altrimenti sarebbe stato visto solo come una perdita di tempo in attesa del gran finale.
Dopo le dispute teologiche, finalmente la storia entra nel vivo e si concentra sul mistero della biblioteca e relativo labirinto.
Attraverso un piano ben orchestrato e machiavellico, infine è Jorge da Burgos, un ottimo James Cosmo,  il burattinaio a controllare non solo l’abate e l’ex bibliotecario ma quasi la totalità dei monaci. La sua avversità contro Aristotele e in generale verso il sapere, vero nemico della Chiesa dell’epoca, lo porterà ad una morte tra le fiamme degna e piena di significato, come quella di Remigio che infine decide di uccidersi, piuttosto che affrontare il rogo avignonese.
A proposito di morti, quella di Anna è sicuramente la cosa migliore che ha offerto il character durante tutti gli episodi e va, parzialmente, a salvare la storia di un personaggio utile come la neve a ferragosto.
L’incendio finale della biblioteca e successivamente dell’intera abbazia rappresenta un ottimo modo per chiudere l’ottava puntata e tutto lo show, gravitante quasi interamente intorno al luogo e che conclude la sua narrazione con la distruzione completa non tanto dell’edificio, quanto della più grande biblioteca della cristianità citando Guglielmo, evento ontologicamente molto più importante.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • John Turturro, Rupert Everett, Micheal Emerson, James Cosmo, un cast eccelso
  • Menzione a parte per Fabrizio Bentivoglio, vera rivelazione dello show con una grande prova attoriale
  • Il ruolo di Jorge da Burgos, vero capo dell’abbazia
  • Si sta mangiando la poetica di Aristotele!!
  • Le morti di Jorge e Remigio nel fuoco
  • La morte di Anna, finalmente
  • Il mistero dei libri finalmente risolto, è la conoscenza la vera nemica della Chiesa dell’epoca
  • Anna, personaggio fuori contesto. Il suo unico merito è l’essere morta
  • Strani cambiamenti climatici, improvvisi e poco veritieri
  • Un paio di episodi in meno non avrebbero guastato

 

Globalmente un ottimo prodotto seriale, nonostante alcuni errori evidenti che potevano essere evitati. Tuttavia, visto lo standard seriale di mamma RAI, Il Nome Della Rosa rappresenta già un miracolo. La speranza è che le televisione pubblica aumenti questo tipo di prodotti affinché anche il pubblico generalista possa godere di serie tv degne di tal nome. La valutazione è alta, anche per premiare lo sforzo intrapreso, che per altre emittenti sarebbe la norma, ma non è questo il caso. Assegnare il massimo dei voti è impossibile a causa dei problemi sopracitati, tuttavia sarebbe errato non essere soddisfatti di uno show che complessivamente si è rivelato all’altezza, sotto quasi tutti i punti di vista.

 

Episodio 6 1×06 3.89 milioni – 16.7 % share
Episodio 7 1×07 3.96 milioni – 16.9 % share
Episodio 8 1×08 3.96 milioni – 16.9 % share

 

 

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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