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Così non va, decisamente non va.
Con “Smell Ya Later”, si supera ufficialmente la metà di questa seconda stagione di Killing Eve (sempre composta da 8 episodi), eppure, ancora non si riesce a capire dove l’intera narrazione voglia andare a parare. La causa di queste prime puntate decisamente al di sotto delle aspettative può essere facilmente imputabile al precoce rinnovo per una terza stagione che lo show della BBC America si è già portato a casa; la sicurezza di avere già in cantiere un altro blocco di episodi, infatti, potrebbe aver portato gli autori a “rilassarsi” più del dovuto nei confronti della trama, consapevoli di poter tirare la storia per le lunghe e trascinarla così fino al prossimo ciclo.
L’ottimo risultato offerto dalla scorsa stagione ha portato ad avere un’estrema fiducia in questi primi episodi stagionali; seppur ciò che è stato mostrato finora non abbia di certo soddisfatto il palato del pubblico abituato alla verve narrativa e al colpo di scena inaspettato dello scorso anno, la speranza che quel qualcosa in più fosse dietro l’angolo è sempre rimasta alta. Superata metà stagione però, come si diceva, Killing Eve inizia a meritarsi qualche ragionevole “tirata d’orecchie”.
“Smell Ya Later” è un episodio di una lentezza disarmante, un elemento che è sempre stato caratterizzante della serie ma che, finora, non aveva mai pesato così tanto. Innanzitutto, i primi 25 minuti di questa puntata non riescono a rendere minimamente l’idea di cosa stia succedendo a livello narrativo. Tutti i personaggi si ritrovano a girovagare in un pattern di lavoro ripetitivo (Eve alle prese con “Ghost” e Villanelle negli omicidi su commissione) che dovrebbero avere il ruolo di sottotrame ma che, invece, fungono soltanto da mero riempitivo. Nulla di ciò che viene mostrato in scena riesce ad attirare davvero l’attenzione o a manifestarsi attraverso un significato più profondo dal punto di vista del racconto. Insieme a tutto questo, poi, non si comprende bene il ruolo della figura di Niko e soprattutto il suo essere preso di mira da Villanelle si dimostra, almeno per il momento, un filler di davvero poco conto.
Dopo una prima parte di episodio che è apparsa debole, però, l’ultimo quarto d’ora ha iniziato a presentarsi con un’aurea più interessante. La preparazione di questo incontro tra Eve e Villanelle non è riuscita a scatenare un entusiasmo dirompente, forse a causa della fiacchezza dell’intero episodio, ma ritrovarsi le due figure principali finalmente faccia a faccia, dopo che l’ultimo incontro non era andato poi così bene, lasciava presagire almeno un qualche tipo di sviluppo più consistente. Il tutto, invece, è risultato deludente anche in questo caso; Eve e Villanelle si ritrovano a collaborare per 5 minuti senza che questo incontro lasci dietro di sé un qualsivoglia tipo di riscontro narrativo futuro.
Ancora una volta, dunque, ciò che viene presentato in scena risulta il minimo indispensabile rispetto a tutto quello che la serie sembra invece nascondere. Il fantasma viene quasi liquidato senza pensarci troppo; Eve e Villanelle continuano a giocare al gatto e al topo attraverso piccoli scambi che non portano da nessuna parte, con entrambe indubbiamente influenzate dall’altra e con soprattutto Eve che continua a perdere pericolosamente di vista la realtà; i Dodici continuano ad aleggiare nell’aria con la promessa di dar vita a chissà quale complessa ed interessante trama ma, a conti fatti, quest’anno non vengono minimamente considerati; la squadra nella quale Eve lavora adesso sembra il fantasma di quella più articolata, organizzata e vivace dello scorso anno.
A tutto questo, infine, si aggiunge il mistero numero uno dell’intera serie che riguarda i personaggi di Carolyn e Konstantin. Misteri e segreti fanno indubbiamente parte di serie di questo genere ma alla lunga invece di aumentare l’interesse rischiano di perdersi nella complessità di essi senza portare da nessuna parte; è per questo che la scena finale di questi due personaggi lascia aperta una porta ambivalente: a che gioco stanno giocando? E quando inizieranno a farcelo capire?
Con “Smell Ya Later”, si supera ufficialmente la metà di questa seconda stagione di Killing Eve (sempre composta da 8 episodi), eppure, ancora non si riesce a capire dove l’intera narrazione voglia andare a parare. La causa di queste prime puntate decisamente al di sotto delle aspettative può essere facilmente imputabile al precoce rinnovo per una terza stagione che lo show della BBC America si è già portato a casa; la sicurezza di avere già in cantiere un altro blocco di episodi, infatti, potrebbe aver portato gli autori a “rilassarsi” più del dovuto nei confronti della trama, consapevoli di poter tirare la storia per le lunghe e trascinarla così fino al prossimo ciclo.
L’ottimo risultato offerto dalla scorsa stagione ha portato ad avere un’estrema fiducia in questi primi episodi stagionali; seppur ciò che è stato mostrato finora non abbia di certo soddisfatto il palato del pubblico abituato alla verve narrativa e al colpo di scena inaspettato dello scorso anno, la speranza che quel qualcosa in più fosse dietro l’angolo è sempre rimasta alta. Superata metà stagione però, come si diceva, Killing Eve inizia a meritarsi qualche ragionevole “tirata d’orecchie”.
“Smell Ya Later” è un episodio di una lentezza disarmante, un elemento che è sempre stato caratterizzante della serie ma che, finora, non aveva mai pesato così tanto. Innanzitutto, i primi 25 minuti di questa puntata non riescono a rendere minimamente l’idea di cosa stia succedendo a livello narrativo. Tutti i personaggi si ritrovano a girovagare in un pattern di lavoro ripetitivo (Eve alle prese con “Ghost” e Villanelle negli omicidi su commissione) che dovrebbero avere il ruolo di sottotrame ma che, invece, fungono soltanto da mero riempitivo. Nulla di ciò che viene mostrato in scena riesce ad attirare davvero l’attenzione o a manifestarsi attraverso un significato più profondo dal punto di vista del racconto. Insieme a tutto questo, poi, non si comprende bene il ruolo della figura di Niko e soprattutto il suo essere preso di mira da Villanelle si dimostra, almeno per il momento, un filler di davvero poco conto.
Dopo una prima parte di episodio che è apparsa debole, però, l’ultimo quarto d’ora ha iniziato a presentarsi con un’aurea più interessante. La preparazione di questo incontro tra Eve e Villanelle non è riuscita a scatenare un entusiasmo dirompente, forse a causa della fiacchezza dell’intero episodio, ma ritrovarsi le due figure principali finalmente faccia a faccia, dopo che l’ultimo incontro non era andato poi così bene, lasciava presagire almeno un qualche tipo di sviluppo più consistente. Il tutto, invece, è risultato deludente anche in questo caso; Eve e Villanelle si ritrovano a collaborare per 5 minuti senza che questo incontro lasci dietro di sé un qualsivoglia tipo di riscontro narrativo futuro.
Ancora una volta, dunque, ciò che viene presentato in scena risulta il minimo indispensabile rispetto a tutto quello che la serie sembra invece nascondere. Il fantasma viene quasi liquidato senza pensarci troppo; Eve e Villanelle continuano a giocare al gatto e al topo attraverso piccoli scambi che non portano da nessuna parte, con entrambe indubbiamente influenzate dall’altra e con soprattutto Eve che continua a perdere pericolosamente di vista la realtà; i Dodici continuano ad aleggiare nell’aria con la promessa di dar vita a chissà quale complessa ed interessante trama ma, a conti fatti, quest’anno non vengono minimamente considerati; la squadra nella quale Eve lavora adesso sembra il fantasma di quella più articolata, organizzata e vivace dello scorso anno.
A tutto questo, infine, si aggiunge il mistero numero uno dell’intera serie che riguarda i personaggi di Carolyn e Konstantin. Misteri e segreti fanno indubbiamente parte di serie di questo genere ma alla lunga invece di aumentare l’interesse rischiano di perdersi nella complessità di essi senza portare da nessuna parte; è per questo che la scena finale di questi due personaggi lascia aperta una porta ambivalente: a che gioco stanno giocando? E quando inizieranno a farcelo capire?
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Inutile girarci attorno, la delusione per questa prima parte di stagione è tanta. Tuttavia, alcuni input promettenti spingono ad avere ancor fiducia in Eve e Villanelle.
Desperate Times 2×04 | 0.45 milioni – 0.1 rating |
Smell Ya Later 2×05 | 0.45 milioni – 0.1 rating |
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.