Love, Victor nasce invece come spin-off di quella pellicola, ambientato nello stesso universo narrativo del film ma con un nuovo protagonista: stavolta infatti la narrazione si sviluppa attorno a Victor Salazar, un nuovo studente della Creekwood High School appena trasferitosi dal Texas. Come per il film, anche questa serie si concentra non tanto su una storia d’amore adolescenziale, quanto sulla scoperta della propria sessualità e sulla difficoltà che il coming out comporta per un ragazzo di diciassette anni in un determinato contesto. La scuola, si sa, è un ambiente non sempre aperto e inclusivo e anzi bullismo e pressione psicologica sono all’ordine del giorno per molti giovani ragazzi. Inoltre, non sempre l’ambiente familiare favorisce l’accettazione in toto e un’adeguata apertura mentale riguardo determinati argomenti.
“Dear Simon, you don’t know me but I just moved to Atlanta and today was my first day at Creekwood High… and I heard all about you. How you started messaging with another secretly gay kid at Creekwood, how you wanted to make a crazy romantic declaration of love and how you had your first big kiss on the ferris wheel in front of the all school. And I just wanna say “Screw you! Screw you for having the world’s most perfect and accepting parents, the world’s most supportive friends…” because, for some of us, it’s not that easy.”
Come espediente narrativo per spiegare e sviluppare i sentimenti e i pensieri del protagonista, la serie usa lo stesso stratagemma della pellicola a cui si ispira, facendo sì dunque che Victor metta tutto per iscritto. Tuttavia stavolta il personaggio si rivolge a Simon stesso, in cerca di uno sfogo e di un consiglio. Già da questo monologo di Victor, che fa da apertura in medias res all’episodio, si può evincere in cosa diverga la sua storia da quella di Simon. Mentre infatti quest’ultima si limitava a seguire le difficoltà del coming out (sia questo in ambito di amicizie o familiare), l’altra sembra seguire una casistica leggermente diversa, nella quale tale difficoltà non è data solo dalle insicurezze del ragazzo, ma anche da un ambiente che lo spinge sempre più a mantenere il riserbo sulla propria sessualità.
L’esempio più lampante che traspare in questo primo episodio viene dato dalla famiglia Salazar, mostrata come molto attaccata e devota alla religione cattolica. Questa caratteristica non definisce ovviamente per forza di cose uno o più individui come poco inclusivi o aperti nei confronti dell’omosessualità, ma è chiaro come il punto di vista di Victor metta, in più scene, in evidenza tale aspetto come un monito per non abbassare la guardia e non aprirsi coi propri familiari.
“Maybe I do deserve a good love story, but I’m not sure what that looks like for me… because my story is nothing like yours.”
È già abbastanza chiaro, leggendo la recensione fino a questo punto, come sia impossibile parlare di “Welcome To Creekwood” (e probabilmente Love, Victor in generale) senza fare della sessualità il topic principale. In primis perché esso è proprio il cardine su cui si fonda la serie e in secondo luogo perché in realtà la trama finora esplorata offre veramente poco altro di cui parlare.
Unico altro elemento che vale la pena menzionare è rappresentato dal personaggio di Mia, dolcissima ragazza che sembra invaghirsi di Victor e con cui lui a fine episodio pare intenzionato a intraprendere una conoscenza dal punto di vista sentimentale. Tutto ciò nonostante il protagonista abbia una chiara attrazione verso un altro ragazzo (per giunta gay dichiarato): Benji. Ci sono due strade che la serie può voler intraprendere dopo il finale dell’episodio pilota: la prima è quella di un’omosessualità da parte di Victor che viene repressa e nascosta dietro una finta eterosessualità, a discapito dei sentimenti di Mia; la seconda è di raccontare un viaggio di scoperta di se stessi molto più particolare, che porta magari all’evidenziare una sessualità ben più complessa delle semplici definizioni di eterosessualità ed omosessualità.
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Welcome To Creekwood 1×01 | ND milioni – ND rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.