Marvel’s Jessica Jones 1×08 – AKA WWJD?TEMPO DI LETTURA 8 min

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Krysten Ritter e David Tennant chiusi in una casa. Le premesse di questo ottavo episodio hanno fatto contemporaneamente sbavare milioni di teleamatori sparsi nel mondo. Il fatidico confronto tra eroe e antagonista, proprio per il fatto di essere stato tanto atteso e sospirato nei precedenti episodi, assume una consistenza particolarmente densa. Vuoi per la recitazione dei due attori (su Tennant spenderemo qualche parola più in là), vuoi per l’importanza di questo momento, ogni secondo respirato nella casa d’infanzia di Jessica si riempie di una straordinaria tensione. Cambiamo idea, come i personaggi, anche noi spettatori. Una continua sindrome di Stoccolma (che Kilgrave colpisca anche noi con i suoi poteri?) ci mette in crisi, esattamente come accade a Jessica. Kilgrave è veramente così cattivo? È uno stereotipo di villain, con stereotipati tragici trascorsi, interpretato da un ottimo e magnetico attore? Oppure è veramente un anti-villain, esattamente come Jessica è un’anti-eroina?
Le origini, così importanti nel mondo supereroistico, vengono accennate ma non sorvolate, rese chiare ma non centro della narrazione. Conosciamo la famiglia di Jessica, tramite flash (non sempre back), ma l’incidente viene interrotto nel momento culmine; vediamo vecchi video dell’infanzia del piccolo Kevin, ma solo l’inizio del suo potere: il resto, all’immaginazione e all’evidenza.
Quindi le personalità si mischiano, il potere viene passato di mano tra i due personaggi. Quando J. ha il cellulare nei pantaloni, avvertiamo tutta la pericolosità di K. che potrebbe, per un capriccio, uccidere un paio di persone seduta stante. Quando J. scopre la sofferenza passata di K. (il quale, pover’uomo, non può neanche dire a qualcuno “screw yourself” senza essere preso alla lettera), avvertiamo tutto il cinismo dell’investigatrice, la quale è consapevole di poter anche manipolare una figura così sociopatica, facendo leva proprio su punti deboli, dettati dalla sofferenza di un bambino.
Il mescolarsi dei due, quindi, punta a creare un dubbio profondissimo. Esistono quei casi in cui siamo talmente convinti di odiare una persona che vediamo in essa tutto nerissimo. Talmente nero, che quando scopriamo tratti di grigio o di bianco, siamo quasi infastiditi. Troppo complicato smettere di odiare e di puntare il dito. Sentendoci però migliori, ci sentiamo anche in dovere di porci dei dubbi. Su questo ruota la 1×08: una continua ricerca di una difficile verità, di uno scomodo compromesso. Possono Kilgrave e i suoi poteri essere uno strumento da usare a fin di bene? Forse, ma nel dubbio conviene sparargli una siringa in vena. Per non farci mancare niente. Non prima di instillare nel “povero” K. una prima regola nella guida su come diventare buoni: non fare lo stronzo. Questa filosofia, secondo cui per compiere grandi imprese occorre essere capaci di piccoli gesti, non è lontana dalla filosofia del creatore Brian Michael Bendis. Tanto è vero che, nel coloratissimo universo Marvel, fatto di sgargianti costumi e fantasiosi nomi, ci troviamo di fronte ad un personaggio il cui anti-eroismo non è sufficiente. Tutti hanno il loro lato oscuro, Jessica Jones qualcosa di più: un nome da anagrafe e dei vestiti normali.
David Tennant. Attore poliedrico che ha recitato, prima che in diversi lavori televisivi/teatrali, in diversissimi accenti. Ed è proprio nel sentirlo parlare con il british tipico di Doctor Who che una fetta di spettatori sarà colpita negli affetti più profondi. Le espressioni dell’attore scozzese sono familiari, la sua voce e il suo parlato difficilmente dimenticabili. È forse questo una sorta di sadismo meta-testuale, dove siamo costretti a conoscere un cattivo quasi nelle vesti di un personaggio globalmente adorato? Senza contare che la sua bravura ci porta a dimenticarci dell’attore Tennant, rendendo la diabolica figura di Kilgrave più reale che mai, come ogni attore che si rispetti dovrebbe essere capace a fare.
Per un buon 80% di occhi incollati allo schermo, possiamo scindere il restante 20% in due parti uguali: una necessaria al prosieguo della storia (Trish/Simpson), un’altra esponenzialmente meno interessante. Se infatti la bionda ex attrice gioca un ruolo importante, nel dipingere il mondo esterno all’interno della casa, protagonista dell’episodio, lo stesso non si può dire per il personaggio della Hogarth. Sicuramente porterà da qualche parte, questo suo tira e molla con la quasi ex-moglie, però per ora è talmente poco interessante (fatta esclusione per lo scambio di messaggi con il cellulare di Jessica, Kilgrave alla tastiera) che neanche vale più di tanto la pena parlarne.
In conclusione: voi vi avvicinereste ad un qualsiasi oggetto che vi venisse porto in una zona dove fino a poco tempo prima era presente Kilgrave? Soprattutto se voi stessi avevate in precedenza piazzato una bomba nella stessa zona, sapendo che non era esplosa?

L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo

 

Poteva RecenSerie non sbattersi per voi a raccattare tutte le curiosità, e le ammiccate d’occhio per questa incarnazione live-action dell’investigatrice privata Marvel? Maccerto che no! Doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, di seguito, come fatto per Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D.Marvel’s Agent Carter e Marvel’s Daredevil eccovi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia sulla puntata.
  1. La tragica sorte della famiglia Jones, nei fumetti raccontata su Alias #22 del 2003, è qui mostrata in maniera abbastanza fedele, omettendo ancora qualche dettaglio per mantenere l’alone di mistero attorno al passato di Jessica. Le uniche cose che si differenziano rispetto alla originale origine del personaggio, sono il cognome della famiglia e il lavoro del padre. Il vero cognome di Jessica è Campbell, poi cambiato in Jones per dissociarsi dall’incidente. Il lavoro che svolge il padre qui è semplicemente quello di meccanico, mentre nei fumetti era un impiegato delle Stark Industries: la compagnia di Tony Stark.
  2. I genitori di Jessica si chiamano Brian e Alisa. I due nomi sono una citazione e omaggio al creatore concettuale di Jessica Jones (Brian Michael Bendis) e sua moglie (Alisa Bendis).
  3. Nell’episodio scopriamo che Jessica e Kilgrave hanno fatto sesso, ma siccome la prima era sotto controllo mentale, la cosa è da considerarsi come uno stupro. Nei fumetti, invece, le cose non vanno in questa maniera, dato che l’Uomo Porpora non abuserà mai sessualmente di lei. Nonostante ciò, l’uomo la umilia in tutti i modi possibili facendole implorare d’essere usata come le altre ragazze ridotte a serve del sesso, oltre a convincerla che la sua vita sia un fumetto, motivo per il quale ogni volta che fa uno spogliarello non lo fa per lui ma per i “suoi lettori”. Tali abusi proseguono fino a far sviluppare alla ragazza una sorta di Sindrome di Stoccolma, non riuscendo più a distinguere la sua volontà da quella del rapitore.
  4. Tuttavia, anche se il loro rapporto è molto diverso da quello originale, ricorda in compenso il rapporto nato fra altri due personaggi: Mimo e Phantom Rider. In una serie di numeri pubblicati nel 1987 sulle pagine di West Coast Avengers, Barbara Morse (all’epoca moglie di Occhio Di Falco) viene rapita dal supereroe del Far West: Lincoln Slade aka Phantom Rider, perché egli s’innamorò della biondina. L’amore viene ricambiato da Bobbi solo perché alla donna viene fatto bere con la forza un intruglio magico che le fa dimenticare tutta la sua vita da supereroina e cadere fra le braccia di Slade, concedendosi a Phantom Rider nello spirito… e nel corpo. Il lavaggio del cervello si spezzerà solo quando Clint Barton tornerà indietro nel tempo per riprendersi la moglie e, alla vista del suo adorato arciere, Barbara Morse tornerà in sé e, governata dalla rabbia, la sfogherà su Rider. Rivestiti i panni di Mimo, Bobbi rintraccia Rider in fuga e i due finiscono per combattere su una rupe. Quando però questi scivola, Mimo lo lascia cadere apposta, decidendo deliberatamente di non salvarlo, causando la sua morte e guardandolo morire.
  5. Quando Kilgrave dice che, con i poteri che si ritrova, deve scegliere accuratamente ogni parola, cita (forse volutamente) Preacher. Prossima serie a fumetti ad essere trasformata in una serie tv dalla AMC, Preacher narra la storia di Jesse Custer, un predicatore squattrinato di una piccola cittadina del Texas posseduto accidentalmente da una creatura soprannaturale di nome Genesis: creatura nata dal rapporto tra un angelo e un demone. Quando Genesis sarà un tutt’uno con Custer, quest’ultimo acquisterà il potere chiamato “La Parola di Dio”. Praticamente, chiunque ascolti le parole di Jessie, prende alla lettera quanto detto ed esegue senza discutere. In uno dei primi, esilaranti utilizzi di questo potere, Jessie ordina ad uno dei suoi avversari di “andare a fare in culo”.
  6. Ci vengono svelate le origini di Kilgrave che, se avete letto l’Angolo del Nerd della recensione “AKA It’s Called Whisky“, avrete notato come quelle fumettistiche e quelle televisive siano profondamente diverse tra loro. C’è da tenere conto che l’anno della prima apparizione dell’Uomo Porpora è datato 1964, anni della Guerra Fredda, ed è possibile (anzi, quasi certo) che gli showrunner abbia ritenuto opportuna un aggiornamento.
  7. Ebbene si, avete visto bene: Jessica Jones ha volato. Questo fa di lei il primo superumano del Marvel Cinematic Universe a volare senza bisogno di aiuti. Qualcuno potrebbe dire che il primo è Visione, ma Visione è un androide e quindi non conta.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tanto minutaggio Ritter/Tennant con ottima chimica
  • Kilgrave che manda messaggi
  • Il bum finale
  • Il balzo/volo/cadere con stile di Jessica
  • Tennant che pronuncia la parola “blink”
  • Origini di entrambi, senza rendere l’episodio monotematico
  • I due domestici tenuti con gli occhi spalancati
  • Hogarth che palle

 

Uno degli episodi migliori della stagione, per ora. Non poteva essere altrimenti, se non altro per l’elevata percentuale di minutaggio dedicato ai due personaggi cardine dello show.

 

AKA Top Shelf Pervert 1×07 ND milioni – ND rating
AKA WWJD? 1×08 ND milioni – ND rating

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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