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Correva l’anno 2017 quando per la prima volta Netflix e Marvel si unirono per portare sullo schermo Iron Fist; un personaggio che sarebbe poi tornato l’anno successivo nell’evento crossover The Defenders.
Due apparizioni che non sono però state gradite dai fan, che hanno massacrato il maestro di arti marziali e lo show a lui dedicato, in maniera più o meno costruttiva. Per colpa di una sceneggiatura e di un’interpretazione non sempre brillanti si era infatti arrivati a temere che per l’Iron Fist non ci fossero più possibilità per brillare, e che l’annunciata partecipazione alla seconda stagione del suo “collega” di Harlem avrebbe peggiorato la situazione. Come in ogni storia a lieto fine però, in “The Main Ingredient”, Danny si rinnova e con lui anche lo show che lo ospita. Il personaggio che ritroviamo è infatti completamente diverso dalla sua ultima apparizione, mostrandosi più maturo e pacato. Le strade di New York sono ormai casa sua, rendendolo molto più sicuro di sé e apprezzabile, sia dai comprimari della serie che dallo spettatore.
Finn Jones è ormai perfettamente a suo agio nei panni del difensore di K’un-lun, e lo si può notare in maniera particolare dall’alchimia che c’è fra lui e Mike Colter (l’attore che interpreta Luke Cage). Un’intesa che si era già potuta intravedere in The Defenders, ma che in questa 2×10 dà il suo meglio; sia per un rinnovato Iron Fist che per un Luke Cage ormai nel pieno dell’azione. Quest’ultimo è ormai a tutti gli effetti un personaggio dinamico che continua ad essere approfondito in ogni puntata, distaccandosi sempre di più dalle sue prime apparizioni in Jessica Jones. Il suo sviluppo e quello di Danny sono sinonimi di una buona sceneggiatura, che non è, tuttavia, priva di difetti. Diversi problemi si possono infatti riscontrare nelle sottotrame di Misty e Mariah che, messe a confronto con le scene riguardanti i due vigilanti, sfigurano nettamente. La storyline poliziesca è infatti ormai priva di spunti degni di nota ed immobile, ed in questo episodio più che mai risulta riempitiva e di contorno alle vicende principali; un vero peccato per la detective che potrebbe essere uno dei personaggi migliori della serie se solo avesse modo di brillare.
Un discorso diverso va fatto per Black Mariah e la storia a lei collegata, che alterna momenti di pura noia ad altri scioccanti ed effettivamente utili alla trama. La scena del massacro nel bar jamaicano è una delle più importanti dell’episodio e della serie in generale per incisività, violenza ed importanza per il suo personaggio, tuttavia arriva verso la fine della puntata dopo sequenze evitabili e poco incisive. Mariah è quindi il simbolo di uno show di qualità che ha diversi spunti interessanti da offrire ma troppo tempo a disposizione. Si è ormai capito che il più grande difetto delle serie Marvel/Netflix è quello di non sapere gestire 13 episodi; un problema che porta tutti gli avvenimenti ad essere diluiti più del necessario, creando degli intermezzi che smorzano il tono generale.
Andando ad analizzare questa 2×10 sotto quest’ottica è infatti possibile riscontrare come essa non sia essenzialmente altro che un riempitivo generale. La trama è infatti portata avanti in pochissime scene, restando praticamente immobile nelle restanti. Il vero pregio degli sceneggiatori è stato quello di riuscire a rendere quello che all’apparenza poteva essere un semplice filler in qualcosa di godibile ed appassionante. Le scene d’azione ed i dialoghi dei due Difensori sono la parte migliore dell’episodio e nascondono i momenti più lenti ed inutili il cui unico scopo è quello di riempire i minuti necessari a concludere. Nel complesso sarebbe stato più soddisfacente un episodio interamente incentrato sulla trama, ma quando i riempitivi sono così anche poco sviluppo è ben accetto.
Finn Jones è ormai perfettamente a suo agio nei panni del difensore di K’un-lun, e lo si può notare in maniera particolare dall’alchimia che c’è fra lui e Mike Colter (l’attore che interpreta Luke Cage). Un’intesa che si era già potuta intravedere in The Defenders, ma che in questa 2×10 dà il suo meglio; sia per un rinnovato Iron Fist che per un Luke Cage ormai nel pieno dell’azione. Quest’ultimo è ormai a tutti gli effetti un personaggio dinamico che continua ad essere approfondito in ogni puntata, distaccandosi sempre di più dalle sue prime apparizioni in Jessica Jones. Il suo sviluppo e quello di Danny sono sinonimi di una buona sceneggiatura, che non è, tuttavia, priva di difetti. Diversi problemi si possono infatti riscontrare nelle sottotrame di Misty e Mariah che, messe a confronto con le scene riguardanti i due vigilanti, sfigurano nettamente. La storyline poliziesca è infatti ormai priva di spunti degni di nota ed immobile, ed in questo episodio più che mai risulta riempitiva e di contorno alle vicende principali; un vero peccato per la detective che potrebbe essere uno dei personaggi migliori della serie se solo avesse modo di brillare.
Un discorso diverso va fatto per Black Mariah e la storia a lei collegata, che alterna momenti di pura noia ad altri scioccanti ed effettivamente utili alla trama. La scena del massacro nel bar jamaicano è una delle più importanti dell’episodio e della serie in generale per incisività, violenza ed importanza per il suo personaggio, tuttavia arriva verso la fine della puntata dopo sequenze evitabili e poco incisive. Mariah è quindi il simbolo di uno show di qualità che ha diversi spunti interessanti da offrire ma troppo tempo a disposizione. Si è ormai capito che il più grande difetto delle serie Marvel/Netflix è quello di non sapere gestire 13 episodi; un problema che porta tutti gli avvenimenti ad essere diluiti più del necessario, creando degli intermezzi che smorzano il tono generale.
Andando ad analizzare questa 2×10 sotto quest’ottica è infatti possibile riscontrare come essa non sia essenzialmente altro che un riempitivo generale. La trama è infatti portata avanti in pochissime scene, restando praticamente immobile nelle restanti. Il vero pregio degli sceneggiatori è stato quello di riuscire a rendere quello che all’apparenza poteva essere un semplice filler in qualcosa di godibile ed appassionante. Le scene d’azione ed i dialoghi dei due Difensori sono la parte migliore dell’episodio e nascondono i momenti più lenti ed inutili il cui unico scopo è quello di riempire i minuti necessari a concludere. Nel complesso sarebbe stato più soddisfacente un episodio interamente incentrato sulla trama, ma quando i riempitivi sono così anche poco sviluppo è ben accetto.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Una puntata dal ritmo incalzante che dona nuova linfa ed energia ad uno show che ha ormai fatto della lentezza narrativa uno dei suoi punti deboli principali.
For Pete’s Sake 2×09 | ND milioni – ND rating |
The Main Ingredient 2×10 | ND milioni – ND rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.