Marvel’s The Punisher 2×10 – The Dark Hearts Of MenTEMPO DI LETTURA 5 min

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“Do you know anyone who is really happy? […] It’s not in our nature. Take the prettiest girl, and she’ll say she’s too short. Or… the best-looking guy, and he’ll say he’s too skinny. A genius worries about his physique. A priest questions his faith. A soldier doubts his courage. I think if there is a hell, that’s what it would be… an eternity spent facing our own failings.”

La serialità di Netflix ha ormai abituato lo spettatore a un andamento della trama da binge-watching. Prevale nettamente la storyline orizzontale rispetto a quella verticale, con la conseguenza che alcuni episodi sono pregni di azione e plot twist mentre altri sono di puro raccordo, utili a far “respirare” per un attimo lo spettatore (che altrimenti rischia di essere sopraffatto da talmente tante cose in una volta sola che paradossalmente si annoierebbe) e creare così il “ritmo della stagione”. Il minutaggio da 50 minuti per una stagione da 13 puntate non aiuta certamente da questo punto di vista (tema che è stato dibattuto più e più volte per quanto riguarda le serie del Marvel/Netflix Universe). Ciò non toglie che, in questo modo, proprio gli episodi di raccordo vengano valorizzati di più, in quanto assumono un’importanza strategica all’interno della trama orizzontale. E spesso proprio questo tipo di episodi risultano i migliori della serie.
Si dia il caso che “The Dark Hearts Of Men” appartenga, per fortuna, proprio a questa categoria. L’episodio, uno dei più brevi (della durata di “soli” 47 minuti), si presenta fin da subito come una puntata puramente dialogica. Bisogna, infatti, aspettare gli ultimi 15 minuti perché accada qualcosa di sconvolgente per la trama orizzontale. E nonostante questo l’episodio è tutto tranne che noioso.
Si potrebbe riassumere tutta la puntata come un lungo viaggio nel “cuore di tenebra” (di cui già il titolo è una chiara citazione) dei protagonisti della serie. Il capolavoro di Joseph Conrad è la metafora ideale per descrivere le vicende e lo stato d’animo di Frank Castle e di tutti i personaggi che ruotano attorno a lui.
Tramite escamotage narrativi come i continui flashback, onirici e non, o il lungo dialogo/seduta psicologica tra Madani e la dottoressa Dumont, i personaggi hanno l’occasione di fare il punto sul loro background e sulle proprie vicissitudini, ponendo in primo piano le difficoltà e i dubbi morali ed etici a cui sono sottoposti. Il risultato è una puntata dove ogni singolo character viene sviscerato per bene diventando ancora finalmente più complesso di quanto già non lo fosse.
Fa da contraltare alla storylyne che lega Frank con Billy, quella del personaggio di John/Robert Pilgrim che acquista sempre più carisma come villain soprattutto in questo episodio dove è più che altro il suo lato “umano” a risaltare. Nei continui flashback (ma ad un certo punto il confine tra presente e passato diventa sempre più sfumato) viene dato risalto alla storia d’amore con la defunta moglie, ai suoi dilemmi morali ed etici (il monologo sulla fratellanza sarebbe da studiare nei corsi di sceneggiatura) e al continuo connubio tra la sua fede religiosa e la sua tendenza a fare del male sempre e comunque. Per la prima volta dall’inizio della stagione si scopre dunque un Pilgrim veramente “umano”, nel suo lato più nascosto e interiore, pur non mancando di mostrare anche il suo lato “criminale”. Elementi che lo rendono (dopo lo straordinario Kingpin di Vincent D’Onofrio) uno dei villain meglio riusciti dell’intero universo Marvel/Netflix.
Allo stesso modo anche Madani riesce (finalmente) a fare chiarezza su sé stessa e sui propri sentimenti grazie alla seduta offerta dalla Dumont. Il che è utile più che altro per darle un ruolo preciso all’interno della stessa trama anche se permane sempre una sorta di inutilità del personaggio. Da notare poi come questo escamotage risulti efficace a livello di scrittura dell’episodio, in quanto questa rivelazione finale rende la puntata un unico grande flashback che, solo nello spettacolare finale, si ricollega al presente. Una vera e propria trama a incastro dove la scrittura studiata di dialoghi e situazioni crea un climax crescente che si esplica nei già citati “ultimi 15 minuti finali” in cui esplode una guerriglia urbana quasi completamente al buio che solo la regia di Alex Garcia Lopez (già regista di alcuni episodi di Marvel’s Daredevil) riesce a rendere al meglio, pur giocando tutto solo sul sonoro. Il duo Steve LightfoodAngela Lamanna qui dà veramente il meglio di sé come scrittura dell’episodio, e il connubio con un regista come Garcia Lopez non può che essere la ciliegina sulla torta per un episodio dove veramente si fa fatica a trovare dei difetti.
Alla fine dell’episodio Frank compie il suo viaggio “nel cuore di tenebra” raggiungendo quello che sembra essere il punto più basso della sua carriera di “giustiziere”. Da questo punto di vista, bisogna però dire che la morte di un po’ di escort mai viste prima appare un po’ fiacco come pretesto per inserire dubbi morali nel protagonista. Ma nonostante questo, alla fine la trama risulta abbastanza coerente: l’intreccio narrativo “a incastro” ha il merito di tenere incollato lo spettatore dall’inizio alla fine, grazie al solo uso dei dialoghi e di una regia notevole intrecciati bene fra loro.
Uno degli episodi migliori visti finora per Marvel’s the Punisher, finalmente.

“We are each our own devil, and we make this world our hell.”
(Oscar Wilde, The Dutchess Of Padua)

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Intro a là Full Metal Jacket
  • Dialoghi
  • Citazioni filmiche e letterarie
  • Regia di Alex Garcia Lopez
  • John Pilgrim best villain di sempre
  • Guerriglia notturna
  • Finale
  • Madani che, come al solito, ha il solo scopo di lasciarsi fregare dal villain di turno
  • Pretesto un po’ debole quello dell’uccisione di anonime escort mai viste per sollevare dubbi morali (ma tant’è!)

 

Puntata di raccordo puramente dialogica (non mancano scene d’azione ovviamente ma non sono il fulcro principale della trama) che va alla ricerca del “cuore di tenebra” dei vari personaggi. Un episodio veramente notevole frutto della collaborazione riuscita tra lo showrunner della serie e la regia di Alex Garcia Lopez.

 

Flustercluck 2×09 ND milioni – ND rating
The Dark Hearts Of Men 2×10 ND milioni – ND rating

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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