“That is your world, and it has made you paranoid”
Paura, inquietudine, disagio. Negli anni ’50 milioni di americani provarono tale sensazioni, con circospezione si guardavano a destra e a sinistra interrogandosi su chi fossero le persone attorno a loro. Era un periodo buio e cupo nel quale si stava diffondendo la paranoia di massa, si stava diffondendo la paura del comunismo. Oggi quel lasso di tempo è definito Maccartismo, periodo nel quale il governo americano era alla continua ricerca di spie russe. La Paura Rossa era la conseguenza diretta della Guerra Fredda, del tira e molla tra i due paesi più potenti dell’epoca.
Le cariche politiche americane erano convinte di essere costantemente spiate da agenti russi e che le informazioni top secret fuoriuscissero dal loro paese. L’FBI cominciò così una caccia che influenzò notevolmente la popolazione americana, rendendola quasi isterica verso il comunismo e i suoi sostenitori. Centinaia di persone vennero condannate in tutto il paese, non solo le persone medie ma anche persone di spicco come: Kazan, Einstein e altre menti brillanti. Certe persone arrivarono addirittura a denunciare i propri familiari, una follia.
Anche Holden Ford ha intrapreso la sua personalissima caccia alle streghe, ma per meglio dire caccia ai psicopatici. Il constante essere a contatto con persone deviate ha cambiato radicalmente il suo comportamento, rendendolo praticamente paranoico. Non c’è quasi più traccia del ragazzo impacciato e simpatico dei primi episodi, ora l’agente dell’FBI è cupo ed angosciato. Gli incontri con i killer e le loro rivelazioni gli stanno rodendo l’anima, lo stanno trasformando in un tetro detective. L’esempio perfetto della sua “trasformazione” è il crollo di fiducia verso Debbie, da semplici dubbi la sua paranoia l’ha portato quasi a diventare ossessionato nei suoi confronti, cercando di sapere in ogni istante dove e cosa facesse la ragazza.
“So now you know everything, is that it? Now you’re Superman, with X-ray vision? No, but I should be allowed a day to Predict if someone might commit a crime? Who are you, the fucking thought police?”
Altra dimostrazione ancora più eloquente è l’intera faccenda del preside. Nonostante ci sia inequivocabilmente qualcosa di sbagliato in quella scuola (chi vorrebbe mai che suo figlio venisse solleticato da uno sconosciuto?), la determinazione e preoccupazione di Holden sono del tutto fuori luogo. Le azioni dell’agente sono anti-professionali, così come il suo atteggiamento verso il proprio capo. Che sia mai questo il preludio di un plot-twist? Che il character di Johnatan Groff entri delle file dei psycho killer? Restando lucidi questo è impossibile dato che la serie segue le orme del libro di Douglas, ma è ovvio che Netflix stia mettendo la pulce nell’orecchio dello spettatore. Probabilmente questo colpo di scena non arriverà mai, ma nel caso arrivasse farebbe sicuramente un certo effetto.
Continua a sconvolgere in ogni caso il confronto tra Brudos & Holden iniziato nella scorsa puntata, l’agente ha finalmente trovato un modo per farlo parlare e le sue dichiarazioni sono terrificanti. Gli amanti del genere non possono che rimanere ammaliati da come la serie di Joe Pehnall riesca a raccontare le storie cupe degli assassini ed è anche incredibile come gli attori scelti per interpretarli siano così in parte.
Purtroppo “Episode 8” non è solo rose e fiori, lo scarso minutaggio di Bill pesa eccome, vederlo così lontano dall’azione è abbastanza frustante, soprattutto dopo l’ottimo approfondimento che ha ricevuto nelle ultime puntate. Ma ancora più frustrante è la riproposizione per l’ennesima volta di Wendy la gattara, l’intento di umanizzarla e farle sentire l’assenza della sua vera casa è chiaro, ma riproporre la stessa scene più e più volte è tremendamente fastidioso. Bisogna riconoscere inoltre che Mindhunter, nonostante tratti di psicologia e comportamenti devianti, non sia la migliore serie nel fare grande profondità ai propri personaggi, esclusi Bill e Holden gli altri hanno veramente pochi tratti indistinguibili. Sicuramente due episodi per rimediare a questi errori sono troppo pochi, ma la parte crime è pressoché eccellente e l’hype per scoprire il misterioso uomo di inizio episodio è altissimo.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Episode 7 1×07 | ND milioni – ND rating |
Episode 8 1×08 | ND milioni – ND rating |
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Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.
Questa recensione è scadente
Non hai capito praticamente nulla
Capacità di cogliere sottigliezze e profondità: zero
Ciao Amp, grazie per il commento.
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