Mr. Robot 3×04 – Eps3.3_m3tadatapar2TEMPO DI LETTURA 5 min

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Elliot:What’s happening?
Angela:He’s here.
Elliot:Angela? Why is he here? What are you doing? Where am I?“Come si può distinguere una buona serie da una eccellente? Partendo dal presupposto che entrambe riescano ad intrattenere lo spettatore, è importante capire le meccaniche secondo cui una delle due avrà un effetto più duraturo sulla mente di chi guarda. La prima delle due, infatti, una volta terminata la visione, se ne andrà dalla mente dello spettatore divertendolo nel presente ma non lasciandogli niente per il futuro. La seconda, invece, non sparirà facilmente dai pensieri del pubblico, che continuerà a ricordarla nella sua interezza per la sua struttura complessiva e per il messaggio che conteneva. Mr. Robot appartiene a questa seconda categoria.
In queste tre stagioni la serie di casa USA Network ha dimostrato che anche le puntate più lente o filler potevano essere rese più interessanti con i giusti strumenti. Questo quarto capitolo ne è l’esempio lampante. Analizzandolo e separandolo dalla serie in generale, si può infatti notare come complessivamente la trama di questo episodio sia pressoché immobile. Lo show prende infatti una pausa dai plot twist e dal ritmo veloce delle precedenti puntate, per concedersi un approfondimento psicologico sui protagonisti, in particolare su Darlene.
La sorella di Elliott è infatti a pezzi, combattuta tra il desiderio di cambiare vita e quello di restare vicino ad una famiglia ormai completamente inesistente. La ricerca di una normalità che non le appartiene permea anche nella fotografia e sopratutto nella regia di Sam Esmail che pone il mondo nel modo in cui lo vede lei, estraneo e freddo; un’alienazione psicologica realizzata in maniera perfetta da inquadrature ricercate e laterali, oltre che dai colori freddi e cupi degli ambienti (ormai classico marchio della serie). Si può anche dire che il personaggio interpretato da Carly Chaikin, in quel suo modo di essere così esterna nei confronti del mondo che la circonda, ricordi (metaforicamente parlando) lo spettatore che, catapultato in questa serie volutamente misteriosa e criptica, non può far altro che sentirsi confuso.

Angela:I have to ask: did Whiterose ever show you?
Irving:Yes.
Angela:And you believe in it?
Irving:Take a look at technology nowadays. It’s mind-boggling. Hell, these ribs. You think it was even possible to cook ‘em as deliciously as this a hundred years ago? I mean, who knows if this is even real meat? As tasty as they are, I wouldn’t be surprised if they grew ‘em in a lab.
Angela:I’m not talking about ribs.
Irving:My point is: I think anything is possible.

La ragazza non è tuttavia l’unica degna di nota in questa 3×04, ed una menzione speciale è dovuta ad Irving che ha il pregio di rappresentare in sè le caratteristiche complottistiche tipiche di questa serie e dialoghi che ricordano sia i Cohen che Tarantino. La fiducia iniziale riposta in questo personaggio da Esmail è stata sicuramente ben ripagata con un character ottimamente caratterizzato ed interpretato da Bobby Cannavale, che risulta ben fatto e rivaleggia per carisma (dopo soli quattro episodi) con personaggi che sono sulla scena dall’inizio. Un esempio lo si ha quando Tyrell “tratta le sue condizioni” con lui, richiedendo immunità e trasferimento in Ucraina per lui e la sua famiglia (che non c’è più) ed Irving, ovviamente accetta non mentendo mai. Ed è infatti questa la peculiarità da notare nel loro dialogo: Irving alla richiesta di Tyrell (“My wife, my son, and I will go to the Ukraine, together, on Monday after the plan is complete.“) risponde semplicemente con un “I’ll get into that“, che non è una promessa ma semplicemente una dichiarazione d’intenti. In questo modo subdolo ma efficace, Irving esplode in tutta la sua potenza. Applausi.
Ma dopo aver parlato della serie e dell’episodio in sé, è giusto parlare anche di ciò che la circonda. Con il passare degli anni l’hacking e tutte le attività legate ad esso si sono evolute di pari passo con le tecnologie. Negli anni ’80/’90 quando il mondo dei computer stava vedendo la luce, cominciarono anche le prime illustrazioni visive di quell’universo; anche se in maniera poco realistica. Al cinema ed in televisione, l’hacking veniva rappresentato come una sorta di videogioco, in cui chi stava al computer doveva destreggiarsi tra forme triangolari, colori ed una serie di immagini degne di un film di fantascienza degli anni 50. Andando avanti con il tempo questa errata raffigurazione continuò ad avanzare fino ai nostri giorni, creando una disinformazione di massa verso lo spettatore medio che riteneva l’hacking una pratica piena d’azione e divertimento. Il grande pubblico dovette quindi aspettare l’anno 2015 per vedere in televisione Mr. Robot che finalmente riportava in maniera realistica e tecnologicamente accurata questa disciplina. In uno show in cui ogni immagine potrebbe essere irreale è ironico come la realtà sia riportata così fedelmente; che si tratti di computer o malattie mentali, di gerarchie aziendali o economia, la serie non esce mai dai binari rimanendo fedele alla morale interna della stessa, senza mascherare ciò che è per quel che non è.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Darlene ed i sensi di colpa
  • Monologo di Irving al ristorante
  • Recitazione sempre superba come la regia
  • White Rose is the Boogeyman story for the Dark Army
  • Le transizioni da Elliot a Mr. Robot e viceversa
  • Nonostante la puntata sia ottima, traspare un senso di immobilità

 

Una puntata quasi eccellente per una serie che non sembra volersi fermare dando un senso di movimento e dinamicità anche quando non sembrano esserci.

 

Eps3.2_legacy.so 3×03 0.54 milioni – 0.2 rating
Eps3.3_m3tadatapar2 3×04 0.55 milioni – 0.2 rating

 

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