“Shh, the movie’s about to start.”
Esmail mette da parte codici, complotti, diatribe tra proseliti, mette una mano sulla spalla dello spettatore e lo invita a guardarsi alle proprie di spalle, a fronteggiare i demoni del passato. Per evitare il senso di solitudine che si prova nel momento in cui il passato si ripresenta sull’uscio di casa, in scena c’è Elliot, nonostante a far da padrone sia un imperante silenzio, rotto qui e là da una ricercata soundtrack musicale che concilia la visione e permette di sottolineare l’intimismo con il quale questa puntata è stata concepita. Provare ad immaginare una puntata di Mr. Robot senza gli elementi tipici avrebbe potuto far storcere il naso anche al fan più accanito, tuttavia, il risultato finale è l’ennesima perla di pregevole fattura che si aggiunge alle precedenti.
Nella puntata vengono presentati in particolare due “scontri con i propri demoni”. Il primo è abbondantemente analizzato e riguarda Elliot, il secondo è meramente introdotto ed estemporaneo e riguarda, invece, Angela.
Elliot, consapevole e spaventato al tempo stesso dalla sua incapacità nel tenere sotto controllo Mr. Robot, giunge alla conclusione più ovvia: per eliminare il male che lo affligge, lui stesso sarebbe dovuto morire. Una soluzione tanto drastica quanto, scenicamente, improbabile. L’abilità nella costruzione della puntata sta tutta nel porre l’accento al cammino che Elliot intraprenderà consapevolmente per suicidarsi, ma inconsapevolmente quella che raccoglierà lungo il tragitto è la speranza e quindi il coraggio per poter continuare a fronteggiare i propri fantasmi.
L’elemento principale che lo porta a cambiare idea è sicuramente il fratello di Trenton: in quel bambino, nella sua solitudine, nei suoi occhi vuoti e riempiti di distacco dal mondo, Elliot riconosce sé stesso. Forse per questo non vuole intrattenersi troppo con lui, non perché “ha altro da fare”, ma più semplicemente perché stare in compagnia di quel bambino rappresenta per Elliot rimanere in perpetuo contatto con il suo Io passato.
Trenton’s brother: “Why did you come to our house?”
Elliot: “Is it that important?”
Trenton’s brother: “Yes.”
Elliot: “Why? It’s none of your business.”
Trenton’s brother: “You’re a baby.”
Elliot: “You’re annoying.”
Trenton’s brother: “You are!”
Elliot: “This is a nightmare.”
Trenton’s brother: “You are!”
Elliot: “So are you!”
Trenton’s brother: “I wish you were dead!”
Elliot: “So do I!”
Angela, d’altra parte, porta in scena gli strascichi delle passate puntate e del colpo ricevuto dalla notizia delle morti che lei stessa ha causato. Il demone che la divora (il senso di colpa) non è come nel caso di Elliot un’allucinazione, bensì una costante ed imperitura immagine fissa nella sua mente di un palazzo che crolla. Ed è questo un leitmotiv che è comparso nella passata puntata, ma che in questo ottavo episodio ricompare: ciò che è stato è stato, non si può cambiare il passato. E questo rappresenta un punto fermo della storia ed è da sottolineare: la realtà rimarrà intaccata sia dalle morti, sia dal disastro informatico. Nulla potrà eliminare nella realtà ciò che è avvenuto a livello sociale. Ma a livello informatico? Beh, questo è un altro discorso. Un’operazione di “undo“, ossia il banale annulla, ristabilisce l’ordine precostituito precedente ad una particolare operazione. Una scelta banale o azzardata? Niente di tutto ciò: si tratta di una possibilità statica, fredda, priva di altre possibili valutazioni perché, semplicemente, è tanto plausibile quanto percorribile nel mondo vero e proprio.
Se è vero che “non si può cambiare il passato” è anche vero che “l’universo trova sempre il modo di correggere la propria rotta“: ecco quindi che ricompare la giacca di Mr. Robot di cui Elliot ha cercato di disfarsi. I due, simbolicamente nuovamente insieme, si ritrovano quindi uniti, forse per un ultimo, disperato assalto a WhiteRose ed al Dark Army.
In un episodio fatto di intimismo, silenzi, riflessioni su ciò che avvenuto e combattimenti con i propri demoni, Mr. Robot riesce a destreggiarsi anche nel campo delle citazioni cinematografiche (Back To The Future ed Orson Welles), ma soprattutto presenta in maniera dura e cruda allo spettatore una possibile soluzione a tutto ciò fin qui avvenuto. Se Esmail stava cercando una backdoor di trama potrebbe aver scelto quella più ovvia ma più interessante da percorrere.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Eps3.6_fredrick+tanya.chk 3×07 | 0.55 milioni – 0.2 rating |
Eps3.7_dont-delete-me.ko 3×08 | 0.44 milioni – 0.2 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.