Esistono momenti storici, all’interno di una serie tv, in cui gli eventi sono così fitti che un episodio che si chiude con due cadaveri viene considerato come episodio di distensione e/o di passaggio.
La concentrazione di eventi delle precedenti due puntate di Mr. Robot ha condotto ad una piena realizzazione della famigerata stage 2, con effetti catastrofici a livello globale e numeri imperiosi di vittime. Si è già parlato, poi, delle strategie stilistiche che sono state messe in campo con la 3×05 e 3×06. Si capirà, quindi, che l’apnea doveva finire in qualche modo e si doveva ricominciare a respirare. Certo, non si può trovare occasione di respiro con la 3×07 se si fa particolare riferimento alla claustrofobica, ansiogena e straziante scena finale. Ripescati dal finale della seconda stagione – quella scena con cui si chiudeva la 2×12 era quindi avanti nel tempo, durante i fatti di questa terza stagione – Trenton e Mobley vengono sballottati di qua e di là per tutto l’episodio, portando spettatore e personaggi stessi a pensarli e pensarsi spacciati, per poi illudere che invece potrebbero avere la vita salva, per poi ritrovarli uccisi barbaramente, arrivando pure a infangare il loro nome.
Ciò che porta a considerare “Eps3.6_fredrik&tanya.chk” come puntata che lascia decantare gli eventi, è proprio il continuo rimandare a personaggi lasciati in disparte (vedi Krista e gli stessi Trenton e Mobley), ma anche a focalizzare la solitudine e la reazione dei personaggi principali alla travolgente serie di attentati. Se Elliot compare relativamente poco, è Mr. Robot che palesa in tutto e per tutto la sua delusione. Mr. Robot che rappresenta solo il gradino più basso di quelle figure che, fino a qualche puntata fa, venivano mostrate come sicure di sé, per poi vedersi sorpassate da un predatore più grande. Lo stesso Price viene barbaramente sopraffatto da Whiterose, a questo punto unico vero artefice della catena di eventi, nonché burattinaio su più livelli.
Irving: “You see what I mean? Literally nothing can stop this shindings, not thousands dead across the country, not a lifeless mistress in the guest bathroom.”
Esmail inserisce nella prima stagione una duplice illusione, una diretta allo spettatore, una diretta ai personaggi. Allo spettatore viene fatto capire che quel particolare universo narrativo può essere cambiato e sovvertito, che ci siano gli estremi per una rivoluzione dell’era digitale. I personaggi stessi vengono convinti di ciò. Mr. Robot si presenta, quindi, come primordiale manifesto anarchico. Però, un paio di importanti colpi di scena presenti nelle prime due stagioni portano ad un’altra grande verità: Mr. Robot è una serie che fa dell’illusione la sua bandiera. Ecco quindi che dietro l’illusione scenica (come quella di Elliot in carcere nella seconda stagione) si palesa un’illusione ideologica che rivela un pessimismo altamente impensabile agli inizi dello show.
Lo dice Irving, lo si era già intuito nei passaggi chiave di questi recenti episodi: il disordine viene incitato solo da chi vuole modellare a suo piacimento un certo tipo di ordine. Come analizzato nella precedente recensione, le vicende di personaggi come Elliot, Tyrell, Angela, Darlene, Dom sono in realtà frammenti di vita di insetti, incapaci di determinare l’andamento delle loro stesse vite perché c’è sempre qualcuno di più forte dietro che le guida. Parafrasando quello che dice Irving, la festa di poche persone sopra lo yacht illuminato non si fermerà mai. Sia che vi siano migliaia di morti nel paese, sia per una singola e quasi insignificante morte nel bagno di un senatore.
Se era possibile all’inizio anche solo pensare di avere il potere di sovvertire la società, ora Mr. Robot suggerisce a chi aveva questi pensieri di provare a fare i conti con se stessi, prima di tutto, perché tentare di fare altro è inutile.
Angela: “They’re gonna be okay, right?”
Darlene: “Who’s that?”
Angela: “All those people who died. Do you think that they’re gonna be okay?”
E visto che Mr. Robot gioca a creare illusioni, e lo spettatore lo sa, gran parte della curiosità viene quindi dirottata verso gli sviluppi di un piccolissimo frammento della storia che sembra lanciato lì per caso ogni qual volta Angela entra nel centro della scena. Si è parlato di viaggi nel tempo (Angela che continua a mandare indietro con il telecomando è un campanello troppo forte per essere ignorato), di universi paralleli, di simulazioni artificiali. Essendo però questo un episodio che, come visto, cambia la percezione di diversi personaggi, puntando sulla pura disillusione, verrebbe da chiedersi se Angela non ha semplicemente, come dicono a Bolzano, perso la brocca.
Il flashback del precedente episodio fa riferimenti a Ritorno Al Futuro, è vero, ma mostrano anche una bambina non propriamente a posto, forse con le stesse problematiche relazionali che vengono mostrate in maniera più dettagliata con Elliot. Ecco, e se Angela pure avesse dei problemi simili a quelli di Elliot, magari per un’infanzia con caratteristiche simili?
Avanzare speculazioni in una recensione, tuttavia, è assai deleterio, per il semplice fatto che si verrà smentiti tempo poche settimane.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Eps3.5_kill-process.inc 3×06 | 0.60 milioni – 0.3 rating |
Eps3.6_fredrik&tanya.chk 3×07 | ND milioni – ND rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.