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Lo si può dire senza troppi problemi: Mr. Robot è uno dei pochi show attualmente in onda per cui la ripartizione settimanale funziona realmente. Gli eventi di ogni episodio necessitano di essere assimilati, digeriti e sedimentati. Ma anche interpretati per quelle che sono le conoscenze di ogni singolo spettatore, che potrebbe anche non afferrare sempre tutto tutto (ogni riferimento allo scrivente è totalmente casuale).
E’ anche accaduto che la separazione settimanale degli episodi abbia dato la possibilità di creare singole perle nei 40 minuti di turno, caratterizzate da peculiarità stilistico-tecniche a sé stanti. La 3×05 e la 3×06, dal punto di vista della storia, sono perfettamente in linea. Tolto il flashback sull’infanzia di Angela, l’episodio preso in esame riprende esattamente dove si era interrotto il precedente. Fosse semplicemente così si andrebbe a smentire il pensiero di inizio recensione, catalogando Mr. Robot negli ormai numerosissimi film da tot ore che ormai spopolano il mondo seriale. Però no. “Eps3.5_kill-process.inc” gioca proprio sul nettissimo contrasto con “Eps3.4_runtime-error.r00“. Dove una settimana fa vi era un lunghissimo e unico long take, con un’inevitabile ristrettezza di ambienti e personaggi, in questo caso ciò che predomina è uno strettissimo montaggio, numerosi ambienti, tante storyline. Si potrebbe obiettare: si è semplicemente tornati alla normalità dopo la gemma unica rappresentata dalla scorsa puntata. Agli occhi più attenti, tuttavia, non saranno sfuggiti i rapidi cambi di scenario, avvicendati in maniera quasi armonica con i gesti stessi compiuti dai personaggi.
Il contrasto con il long take prende anche vita in scena. Dove tutto era prima consecutivo, oggi è frammentato e separato. Come? Tramite l’enorme contrasto più o meno interiore tra Elliot e Mr. Robot, soprattutto nelle fase iniziali, dove i glitch portano lo spettatore (amico immaginario di Elliot) e il protagonista stesso a saltare intere porzioni temporali. Se in passato il friend di Elliot, che in silenzio osservava tutto, aveva modo anche di seguire le gesta dell’altra personalità del protagonista, in questo particolare caso viene scelto di entrare in totale sintonia con la personalità “buona”, non assistendo esternamente ai cambi.
Come detto, però, questo episodio chiude anche un capitolo aperto la scorsa settimana e allo stesso tempo proietta la serie in una nuova fase. La famigerata Stage 2 è stata applicata e la realtà leggermente distopica disegnata da Esmail è pronta a disegnare nuovi paesaggi. Ciò che è realmente interessante è notare come, di fronte a nuovi equilibri dal punto di vista macroscopico, corrispondano nuovi equilibri dal punto di vista microscopico. Nelle battute finali, dove il montaggio alternato si fa più stretto che mai, figure antitetiche, in questo momento particolare della serie, sembrano trovare una sintesi: Angela e Darlene, Tyrell e l’F.B.I., Elliot e… ehm… Elliot. La prima stagione dimostrava pochi e sbandati idealisti che volevano fottere la società, la seconda stagione (e metà della terza) separa nettamente questi personaggi proiettandoli in vie differenti. In questo preciso momento storico, la serie tende a riportarli insieme, con la consapevolezza che una nuova forma di potere costituito si è formato e loro (o almeno parte di loro) sono stati usati e ingannati a più riprese.
Proprio questo prendersi e lasciarsi tra i personaggi rappresenta il motore della storia. Cosa dovrebbe dire chi volesse provare a descrivere Mr. Robot? “E’ una storia che parla di come la società sia controllata da pochi e di come con due-tre codici si possa fare di tutto” oppure “è la storia di un genio informatico, la sua schizofrenia, il suo passato e il mondo che lo circonda”? Mr. Robot continua a trovare, proprio grazie all’interazione tra i suoi personaggi, il motore per poter far andare avanti la storia. Se non tutti riescono ad afferrare e digerire tutti i processi informatici e le cospirazioni descritte nello show, il processo evolutivo di Elliot e del suo “ospite” non può non catturare totalmente l’attenzione degli spettatori di tutti i gusti.
Questa riuscitissima terza stagione sta lanciando ripetutamente dei segnali allo spettatore. Anche in questo episodio Angela parla in maniera a dir poco enigmatica, evocando un qualcosa di impossibile (che il padre di Elliot e sua madre staranno bene). Già era accaduto in passato, in poche battute sparse qui e lì, di suggerire molto vagamente allo spettatore che la fantascienza leggerissima che caratterizza Mr. Robot, improntata quasi solo sulla tecnologia, possa spingersi un po’ al di là. Sicuramente la chiave sarà proprio Angela, sempre o quasi sempre protagonista di questi particolari momenti (da notare come non batta ciglio con una pistola puntata davanti). Si è ipotizzato di universi paralleli. Per quanto possa essere difficile provare ad indovinare, un’altra suggestione potrebbe essere tirata in ballo proprio da Mr. Alderson nel flashback di inizio episodio, quando parla di “Ritorno Al Futuro” e della possibilità di prevenire o forzare determinati eventi, proprio come Marty Mc Fly quando fa conoscere i suoi genitori. Ma non conviene andare oltre, su questo punto. Provare a sostituirsi a Esmail potrebbe essere deleterio.
E’ anche accaduto che la separazione settimanale degli episodi abbia dato la possibilità di creare singole perle nei 40 minuti di turno, caratterizzate da peculiarità stilistico-tecniche a sé stanti. La 3×05 e la 3×06, dal punto di vista della storia, sono perfettamente in linea. Tolto il flashback sull’infanzia di Angela, l’episodio preso in esame riprende esattamente dove si era interrotto il precedente. Fosse semplicemente così si andrebbe a smentire il pensiero di inizio recensione, catalogando Mr. Robot negli ormai numerosissimi film da tot ore che ormai spopolano il mondo seriale. Però no. “Eps3.5_kill-process.inc” gioca proprio sul nettissimo contrasto con “Eps3.4_runtime-error.r00“. Dove una settimana fa vi era un lunghissimo e unico long take, con un’inevitabile ristrettezza di ambienti e personaggi, in questo caso ciò che predomina è uno strettissimo montaggio, numerosi ambienti, tante storyline. Si potrebbe obiettare: si è semplicemente tornati alla normalità dopo la gemma unica rappresentata dalla scorsa puntata. Agli occhi più attenti, tuttavia, non saranno sfuggiti i rapidi cambi di scenario, avvicendati in maniera quasi armonica con i gesti stessi compiuti dai personaggi.
Il contrasto con il long take prende anche vita in scena. Dove tutto era prima consecutivo, oggi è frammentato e separato. Come? Tramite l’enorme contrasto più o meno interiore tra Elliot e Mr. Robot, soprattutto nelle fase iniziali, dove i glitch portano lo spettatore (amico immaginario di Elliot) e il protagonista stesso a saltare intere porzioni temporali. Se in passato il friend di Elliot, che in silenzio osservava tutto, aveva modo anche di seguire le gesta dell’altra personalità del protagonista, in questo particolare caso viene scelto di entrare in totale sintonia con la personalità “buona”, non assistendo esternamente ai cambi.
Come detto, però, questo episodio chiude anche un capitolo aperto la scorsa settimana e allo stesso tempo proietta la serie in una nuova fase. La famigerata Stage 2 è stata applicata e la realtà leggermente distopica disegnata da Esmail è pronta a disegnare nuovi paesaggi. Ciò che è realmente interessante è notare come, di fronte a nuovi equilibri dal punto di vista macroscopico, corrispondano nuovi equilibri dal punto di vista microscopico. Nelle battute finali, dove il montaggio alternato si fa più stretto che mai, figure antitetiche, in questo momento particolare della serie, sembrano trovare una sintesi: Angela e Darlene, Tyrell e l’F.B.I., Elliot e… ehm… Elliot. La prima stagione dimostrava pochi e sbandati idealisti che volevano fottere la società, la seconda stagione (e metà della terza) separa nettamente questi personaggi proiettandoli in vie differenti. In questo preciso momento storico, la serie tende a riportarli insieme, con la consapevolezza che una nuova forma di potere costituito si è formato e loro (o almeno parte di loro) sono stati usati e ingannati a più riprese.
Proprio questo prendersi e lasciarsi tra i personaggi rappresenta il motore della storia. Cosa dovrebbe dire chi volesse provare a descrivere Mr. Robot? “E’ una storia che parla di come la società sia controllata da pochi e di come con due-tre codici si possa fare di tutto” oppure “è la storia di un genio informatico, la sua schizofrenia, il suo passato e il mondo che lo circonda”? Mr. Robot continua a trovare, proprio grazie all’interazione tra i suoi personaggi, il motore per poter far andare avanti la storia. Se non tutti riescono ad afferrare e digerire tutti i processi informatici e le cospirazioni descritte nello show, il processo evolutivo di Elliot e del suo “ospite” non può non catturare totalmente l’attenzione degli spettatori di tutti i gusti.
Questa riuscitissima terza stagione sta lanciando ripetutamente dei segnali allo spettatore. Anche in questo episodio Angela parla in maniera a dir poco enigmatica, evocando un qualcosa di impossibile (che il padre di Elliot e sua madre staranno bene). Già era accaduto in passato, in poche battute sparse qui e lì, di suggerire molto vagamente allo spettatore che la fantascienza leggerissima che caratterizza Mr. Robot, improntata quasi solo sulla tecnologia, possa spingersi un po’ al di là. Sicuramente la chiave sarà proprio Angela, sempre o quasi sempre protagonista di questi particolari momenti (da notare come non batta ciglio con una pistola puntata davanti). Si è ipotizzato di universi paralleli. Per quanto possa essere difficile provare ad indovinare, un’altra suggestione potrebbe essere tirata in ballo proprio da Mr. Alderson nel flashback di inizio episodio, quando parla di “Ritorno Al Futuro” e della possibilità di prevenire o forzare determinati eventi, proprio come Marty Mc Fly quando fa conoscere i suoi genitori. Ma non conviene andare oltre, su questo punto. Provare a sostituirsi a Esmail potrebbe essere deleterio.
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Lo si può dire senza troppi problemi: Mr. Robot è uno dei pochi show attualmente in onda per cui la ripartizione settimanale funziona realmente. Peccato che, soprattutto dopo episodi come questo, la settimana è sempre molto molto lunga.
Eps3.4_runtime-error.r00 3×05 | 0.54 milioni – 0.2 rating |
Eps3.5_kill-process.inc 3×06 | 0.60 milioni – 0.3 rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.