Ian: “How’s it looking?”
Tatuatore: “Your girlfriend’s gonna love this one, bro.”
Ian: “Nah, it’s not my girlfriend. It’s my mom.”
Tatuatore: “Your mom? Mm-hmm. Bro, you shoulda told me that before I started working on these titties.”
Ian: “Titties? Ohh, fuck!”
A suo modo e con i suoi tempi, Shameless sta ridipingendo con questa stagione, attorno a determinati personaggi, stilemi e situazioni già apparse (Fiona che si gestisce economicamente), tuttavia dando al tutto una visione più ampia e generale. Per altri, invece, la trama ispeziona territori inesplorati e mai intrapresi prima (Frank sobrio ed al lavoro, questa volta sul serio).
Questa discrepanza tra cambiamento e consuetudine risulta utile allo spettatore per potersi orientare all’interno dello show e quindi continuare ad avere dei capisaldi ai quali fare riferimento, ma soprattutto è diegetico con il grandissimo lavoro degli sceneggiatori, abili burattinai che muovono i fili dei personaggi in scena. Proprio per questo è interessante osservare il percorso relativo alla caratterizzazione dei characters in questo ottavo ritorno.
Fiona fin dal primo episodio è stata presentata come la Gallagher con la testa sulle spalle, una grande lavoratrice e sempre presente per qualsiasi problema che la sua stessa famiglia le creava, una cosa questa che ha ribadito con forza e cattiveria nello scorso finale di stagione, quando si è dichiarata felice della morte di Monica. Non è da dimenticare, oltretutto, come Fiona abbia preferito rimanere “bloccata” con i suoi fratelli piuttosto che fuggire con Jimmy/Steve (il finale della prima stagione). Fu questa una scelta molto sofferta, ma che permise di inquadrare in maniera definitiva il personaggio allo spettatore. Certo, in otto stagioni ha avuto i propri alti e bassi ed ha a più riprese mostrato le proprie debolezze. Tuttavia non è questo una evidenza del lato umano che ha permesso di empatizzare maggiormente con il personaggio? In questa ottava stagione Fiona viene calata in un contesto forse più grande di lei, però la sua caparbietà ed il suo animo da lottatrice sembrano poterla mantenere a galla. Nella scorsa recensione si sottolineava l’estrema facilità della vendita dell’appartamento (ad un prezzo molto più alto di quello pattuito), in “Where’s My Meth?”, invece, la situazione per la bella Emmy Rossum sembra complicarsi in scena. Per Fiona è quindi solo il contesto a cambiare: da famigliare ad una vera proprietà.
Frank, diversamente dalla figlia, ha mostrato allo spettatore un aspetto raramente apparso nella serie: quello sobrio, con un lavoro, un cellulare e dei soldi (non rubati o ottenuti malamente) con i quali potersi lanciare nel mondo del mercato ed acquistare qualcosa.
Carl: “The hell is that?”
Lip: “A plant.”
Carl: “You two are gettin’ fuckin’ soft on me.”
Durerà? Una domanda tanto semplice, quanto semplice è la sua risposta: si sta parlando di Frank Gallagher. Pensare che il suo lato autodistruttivo non si ripresenti sarebbe un insulto a quanto di ilare visto nelle passate stagioni. Ma, fino al momento del ritorno al passato, meglio godersi questo esuberante Frank, dedito al suo lavoro ed alla sua famiglia.
Ian e Lip (solo per questo episodio) sembrano essere stati calati in una fase di stasi, in attesa che succeda qualcosa: il primo risulta forzatamente legato al personaggio di Trevor con il quale risulta esserci sinergia in scena ma non riesce sicuramente a bucare lo schermo e colpire così come era con Mickey. Non per forza questo deve risultare un elemento negativo, c’è da sperare che la sottotrama di Ian non si blocchi al lato sentimentale ma che trovi nuova legna da ardere, narrativamente parlando. L’episodio aiuta a distogliere un attimo lo sguardo da ciò re-introducendo il forte legame che legava Ian e Monica, relativamente poco rispetto a quanto già visto in passato.
Lip, così come il padre a cui pare essere beffardamente legato con un doppio filo, risulta anche in questo episodio in lotta contro il suo vero essere ed alla ricerca di quell’equilibrio che, volente o no, non pare essere un elemento che si confà allo stile di vita dei Gallagher: per quanto Lip si sforzi e dimostri scena dopo scena la sua volontà d’animo, latente come un white noise televisivo, risulta esserci la probabilità di una sua ricaduta nell’alcolismo. Un elemento questo che lo accomuna, sfortunatamente, con il padre. Ed anche in questo caso la domanda non è relativamente al se succederà, c’è piuttosto da relazionarsi e riflettere riguardo le ripercussioni che un tale avvenimento avrebbe per lui e per chiunque gli si troverà vicino. Insomma, Lip e Frank risultano essere due personaggi in perenne equilibrio sull’orlo di un precipizio, pronti a cadere al primo sussulto di vento.
Debbie e Carl chiudono mestamente le fila aggiungendo di fatto poco e nulla alla narrazione, mentre risulta una ottima scelta l’introduzione come personaggio attivo di Liam, utile per creare minutaggio di intrattenimento e divertimento senza sforare nel pedante o nell’attendismo puro e semplice.
Con due episodi che etichettare convincenti significherebbe sminuirli, Shameless procede a passo spedito con diverse bombe ad orologerie da tenere d’occhio: il momento della loro esplosione potrebbe significare un nuovo riassestamento degli equilibri in casa Gallagher. Non che la famiglia più sconfusionata degli USA sia nuova a situazioni al limite della concezione umana.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
We Become What We…Frank! 8×01 | 1.86 milioni – 0.7 rating |
Where’s My Meth? 8×02 | 1.37 milioni – 0.5 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.