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“Al tempo di Netflix, di Disney+ e di Amazon Prime Video che spadroneggiavano su una Terra in tumulto, il genere umano invocava il soccorso di una serie tv per riconquistare la libertà perduta a causa del binge watching estremo.
Finalmente arrivò My Life Is Murder, la tranquilla serie tv australiana forgiata da degli ascolti indecenti.
La ricerca di una trama poderosa, per gli effetti speciali fuori budget, le caratterizzazioni approssimative e fatte male, i numerosi deus ex machina, gli attori (ed attrici) cani furono affrontati con indomito coraggio da colei che, sola, poteva cambiare il mondo (seriale).”
Finalmente arrivò My Life Is Murder, la tranquilla serie tv australiana forgiata da degli ascolti indecenti.
La ricerca di una trama poderosa, per gli effetti speciali fuori budget, le caratterizzazioni approssimative e fatte male, i numerosi deus ex machina, gli attori (ed attrici) cani furono affrontati con indomito coraggio da colei che, sola, poteva cambiare il mondo (seriale).”
Cosa è esattamente My Life Is Murder? Si tratta di una serie tv australiana di stampo crime drama con una leggera spruzzata di vari altri generi che all’interno dei poco più di 40 minuti di puntata riescono a trovare un giusto limitato spazio. Partiamo subito con il precisare che questa serie, composta da dieci episodi e che sta andando in onda su Network Ten, non rappresenta in alcun modo un prodotto all’avanguardia, innovativo o meritevole di un qualsiasi tipo di recupero. Eppure, sotto certi altri aspetti, rappresenta il riassunto perfetto di ciò che un buon procedurale potrebbe decidere di portare sullo schermo.
Personaggi semplici, parzialmente abbozzati ma per i quali viene lasciata aperta la porta per future digressioni ed approfondimenti; una protagonista meritevole di futuri approfondimenti (il focus sulle fotografie presenti sul comodino di Alexa sono un piacevole suggerimento); una storia semplice, ma funzionale; niente eccessivi sensazionalismi o trovate palesemente fuori portata.
Tutti elementi che si contraddistinguono per la loro semplicità, ma che a loro modo funzionano e permettono una visione placida. Non c’è noia, ma non c’è nemmeno vero interesse in ciò che sta accadendo: “The Boyfriend Experience” rappresenta quaranta minuti di puro e semplice rilassamento fisico e mentale. Arrivasse in Italia potrebbe essere quella serie tv da poter seguire semplicemente in modalità audio mentre si stanno facendo le pulizie di casa: nessun vero plot twist narrativo, niente veri e propri misteri. La serie tv che sotto certi aspetti si avvicina, quanto meno per la conformazione narrativa, è Murder, She Wrote (in Italia conosciuta come La Signora in Giallo), ma è d’obbligo sottolineare che non si intendono fare comparazioni considerata la maggiore solidità strutturale del prodotto di casa CBS rispetto a My Life Is Murder.
Leah Purcell e Matt Ford confezionano una serie tv che non svetta in nessun campo, ma che preferisce piuttosto svolgere il suo semplice compito senza impegnarsi troppo. Il risultato? Come detto, quaranta minuti di placida visione seriale: non esistono schermi da individuare; enigmi da decifrare; cattivi da inseguire.
A fare da ottimo condimento, inoltre, il pubblico può finalmente riabbracciare Lucy Lawless, la celeberrima principessa guerriera forgiata dal fuoco di mille battaglie, fa ritorno sul piccolo schermo, ma questa volta in Australia. Un ritorno che rende ancora più piacevole la visione di un prodotto senza meriti o demeriti, ma che per propria natura decide di porsi su di una innocente sufficienza. In un contesto così in evoluzione come quello seriale, dove i giganti come Netflix, Disney ed Amazon iniziano ad imperversare prepotentemente, My Life Is Murder si presenta senza alcun tipo di scopo fatta eccezione per il sano intrattenimento, un qualcosa che anche molti procedurali oggi giorno non riescono a raggiungere perché occupati nel cercare di raggiungere punti qualitativi effettivamente troppo lontani dai loro standard.
Ed intanto My Life Is Murder si lascia guardare, tranquillamente, senza porsi troppe domande.
Riprendendo la citazione in partenza ed aggiungendone la conclusione: “Ma anche no. C’avrò pure io i miei problemi.”
Personaggi semplici, parzialmente abbozzati ma per i quali viene lasciata aperta la porta per future digressioni ed approfondimenti; una protagonista meritevole di futuri approfondimenti (il focus sulle fotografie presenti sul comodino di Alexa sono un piacevole suggerimento); una storia semplice, ma funzionale; niente eccessivi sensazionalismi o trovate palesemente fuori portata.
Tutti elementi che si contraddistinguono per la loro semplicità, ma che a loro modo funzionano e permettono una visione placida. Non c’è noia, ma non c’è nemmeno vero interesse in ciò che sta accadendo: “The Boyfriend Experience” rappresenta quaranta minuti di puro e semplice rilassamento fisico e mentale. Arrivasse in Italia potrebbe essere quella serie tv da poter seguire semplicemente in modalità audio mentre si stanno facendo le pulizie di casa: nessun vero plot twist narrativo, niente veri e propri misteri. La serie tv che sotto certi aspetti si avvicina, quanto meno per la conformazione narrativa, è Murder, She Wrote (in Italia conosciuta come La Signora in Giallo), ma è d’obbligo sottolineare che non si intendono fare comparazioni considerata la maggiore solidità strutturale del prodotto di casa CBS rispetto a My Life Is Murder.
Leah Purcell e Matt Ford confezionano una serie tv che non svetta in nessun campo, ma che preferisce piuttosto svolgere il suo semplice compito senza impegnarsi troppo. Il risultato? Come detto, quaranta minuti di placida visione seriale: non esistono schermi da individuare; enigmi da decifrare; cattivi da inseguire.
A fare da ottimo condimento, inoltre, il pubblico può finalmente riabbracciare Lucy Lawless, la celeberrima principessa guerriera forgiata dal fuoco di mille battaglie, fa ritorno sul piccolo schermo, ma questa volta in Australia. Un ritorno che rende ancora più piacevole la visione di un prodotto senza meriti o demeriti, ma che per propria natura decide di porsi su di una innocente sufficienza. In un contesto così in evoluzione come quello seriale, dove i giganti come Netflix, Disney ed Amazon iniziano ad imperversare prepotentemente, My Life Is Murder si presenta senza alcun tipo di scopo fatta eccezione per il sano intrattenimento, un qualcosa che anche molti procedurali oggi giorno non riescono a raggiungere perché occupati nel cercare di raggiungere punti qualitativi effettivamente troppo lontani dai loro standard.
Ed intanto My Life Is Murder si lascia guardare, tranquillamente, senza porsi troppe domande.
Riprendendo la citazione in partenza ed aggiungendone la conclusione: “Ma anche no. C’avrò pure io i miei problemi.”
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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My Life Is Murder è la non-serie tv dell’estate: storia semplice, personaggi abbozzati, assenza di plot twist e una visione che scorre via serena e tranquilla senza patemi d’animo ed intrighi fuori da ogni logica. Se avete in mente di fare pulizie in casa ed avete un buon orecchio per l’inglese (l’accento australiano alcune volte non aiuta), questa è la giusta serie tv per tenervi compagnia.
The Boyfriend Experience 1×01 | 546 mila- ND rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.