“Ciao sono Jess. Ho appena finito una storia con il mio migliore amico, ovvero uno dei miei coinquilini, e ora voglio/devo rimettermi in gioco e voglio farlo con Dice”. Questo è il sottotesto della seconda puntata di New Girl, intitolata “Dice” appunto, come l’applicazione che Schmidt utilizza per incontrare donne.
Quando finisce una storia è difficile ritornare in pista e lo è ancor di più per la nostra Jess, dolce e naif, buffa e impacciata, inopportuna e simpatica. Ora lei fa sul serio, se già nella precedente puntata, “The Last Wedding“, si è guardata intorno senza troppi risultati purtroppo, in “Dice” chiede aiuto all’esperto, Schmidt, e tutto perché ha bisogno di un uomo. Jess e Schmidt sono molto diversi e forse anche per questo i loro sketch risultano così riusciti. Lei è ingenua, alla ricerca di un altro grande amore (a cosa servirebbero altrimenti gli appuntamenti, chiede la ragazza all’amico), lui invece, ogni sera una diversa (testimonial dell’ormai celebre e forse inflazionato “chiodo schiaccia chiodo”). Lei pensa sempre agli altri, non li vuole far soffrire, lui invece prima di tutto tenta di salvare sé stesso. Fin dall’inizio dunque appare evidente che “Dice” sarà tutto giocato su questo, Schmidt-ogni sera una diversa, Jess-candida e romantica fan del vero amore, ed è proprio questo che risulta divertente alla fine. In un climax ascendente l’episodio si costruisce su un appuntamento (fallimentare) dopo l’altro in cui emerge una delle caratteristiche primarie della protagonista: il suo essere teneramente e ironicamente ingenua. Aumenta la vis comica, Jess silura i vari pretendenti di Dice accampando le scuse più stupide ed originali: il coltivatore di “spezie”, il baciatore folle mangiatore di polli interi, il ragazzo con le scarpe di feltro, fino ad arrivare ai begli occhi da cerbiatto, ovvero il mago-comico. Per ciascuno di essi si strappa qualche sorriso. “Io sono una torta. Io sono una torta. Io sono una torta” (lei è in Dice ciò che è l’ultima fetta di torta, cioè quella che tutti vogliono), utile a dare fiducia questo mantra che il Maestro-motivatore di Dice fa ripetere alla sua allieva ed è così convincente che iniziamo a ripeterlo anche noi. Buona trovata il mettere insieme proprio questi due personaggi e lo scambio dei loro ruoli (Jess tenta di fare la “sciolta” e Schmidt cerca di credere nuovamente nel vero amore). Alla fine però Jess continua ad essere Jess e Schmidt resta sè stesso (che errore chiedere di prendere un caffè ad una delle sue “amiche per una notte”).
Ma c’è un altro problema da risolvere: Winston vorrebbe essere accettato dai colleghi dell’Accademia di polizia e avere un soprannome. Si dice che gli amici si vedono proprio nel momento del bisogno, qui la cosa è più complicata. Coach, Nick e Cece pensano bene di “farsi d’erba” e partecipare, invitati da Winston, ad una festa piena di poliziotti. La catastrofe sembrerebbe essere dietro l’angolo, ma per i nostri beniamini esiste una buona stella. L’ironia delle scene, oltre che della situazione in sé, è data soprattutto dal fatto che i caratteri di tutti i personaggi vengono esasperati e l’insieme risulta vincente.
Cece, in crisi mistica, va alla ricerca di qualcuno che le dia una mano a trovare la sua strada: quando la modella/barista chiede consiglio ad un cane (dolcissimo) o quando racconta la sua intera vita ad un perplesso partecipante alla festa sono i sue due momenti migliori. Coach, “vergine” dello sballo, sembra quello più consapevole delle sue azioni, vagando per il giardino dispensando abbracci. Nick, senza freni, ride, sghignazza, è convinto di essere normale, si prende gioco di Coach. I tre personaggi, al meglio delle loro possibilità recitative, aiutati da una buona sceneggiatura, per nulla “cani da guardia”, sembrano più mine vaganti, inconsapevoli aiutanti del neo poliziotto. Lo sketch è giocato sul fatto che Winston pur essendo di per sé strano (che uomo per fare buona impressione racconterebbe a dei poliziotti la storia di “La tela di Carlotta”, indossando una camicia hawaiana?) risulta essere comunque il più lucido e riesce a utilizzare lo “sballo” degli amici a proprio vantaggio. Raggiungerà il suo scopo, il suo bel soprannome, cioè “Toilet”. Il rito dell’accettazione si conclude in maniera esilarante quando i tre rinchiusi nell’armadio credono di essere stati scoperti dalla polizia, vittime di una retata, invece sono solo vittime di uno scherzo; trovata geniale.
Sia Jess che Winston hanno in un modo o nell’altro portato a termine la loro “missione”, accompagnati nel percorso dai loro aiutanti. La prima è comunque uscita con degli uomini, rompendo il ghiaccio, l’altro ha ottenuto il suo soprannome, nonostante sia “Toilet”. Piccoli passi avanti per i due coinquilini.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Last Wedding 4×01 | 3.06 milioni – 1.2 rating |
Dice 4×02 | 2.35 milioni – 1.3 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.