“Are you an alien?” “No, no, no, I’m still from Blackpool.”
Gareth Roberts ha un preciso marchio di fabbrica che anche in “The Caretaker” emerge. Prima di tutto i suoi episodi fanno ridere. Come non ricordare “The Lodger” e “Closing Time” (per citare i più recenti), dove il Dottore di Smith era affiancato da un companion d’occasione come Craig. Oltre all’indubbio impatto leggero e comico di quegli episodi, vi era una caratteristica ricorrente: il Dottore si mischiava in un ambiente normale e quotidiano (prima coinquilino, poi commesso). Ed anche qui ovviamente lo vediamo smettere il suo solito abito (a suo dire minimal) e indossare quello di bidello. “The Caretaker” va ovviamente anche al di là di ciò.
Sicuramente la nota positiva è quella della chiusura e del relativo sviluppo del mini-ciclo narrativo riguardante l’inizio della storia tra Clara e Danny. Se infatti erano risultati ripetitivi, ad un certo punto, i siparietti tra i due, con una certa dose di velocità, Moffat chiude una parentesi per aprirne un’altra, forse meno positiva. L’immagine del fidanzato che pensieroso attende la compagna in viaggio per lo spazio e per il tempo è qualcosa di già visto con il caro Mickey Smith. Vedendo anche il promo del prossimo episodio, capiamo infatti che l’ottava stagione apre la sua seconda metà con Clara ancora unica compagna di viaggio. Ovviamente posso sbagliarmi (e mi sbaglierò) ma si percepisce che non vi sarà una rapida introduzione di Danny nell’equipaggio del Tardis, un po’ come fu invece con Rory.
E sarebbe un peccato. Una figura come quella di Danny manca da diverso tempo nel mondo di Doctor Who. Un Dottore fragile fisicamente, burbero ed estremamente furbo, contrapposto ad una figura maschile schietta e diretta oltre che di azione, manca dai tempi di Hartnell e Troughton. Senza poi contare che l’attore funziona e la chimica con Capaldi è ottima.
Veniamo ad una nota dolente. Come ho detto parlando di “Time Herst“, noi spettatori abbiamo bisogno di smaltire ancora la sbronza degli specialissimi recenti episodi (a questi comprendo anche “Deep Breath“, considerandolo come speciale l’episodio di debutto comprendente l’omaggio finale al precedente interprete). “The Caretaker” ci impone quindi una riflessione su come potrebbe essere stata impostata quest’ottava stagione e, arrivati al giro di boa, ci possiamo permettere di tirare le prime somme. Talvolta si parla di episodi “filler” intesi come episodi di riempimento, che potrebbero in linea teorica anche essere saltati. Sicuramente questa è un’esagerazione, ma la sensazione è quella di una intera stagione definibile come “filler”. Episodi ben girati, ben recitati, gradevoli, evocanti la serie classica: tutto questo va benissimo, è quanto basta allo spettatore di Doctor Who per essere sufficientemente soddisfatto. Eppure dopo un momento storico così importante per il personaggio (Gallifrey che stands, una tizia che si è infilata in tutta la sua timeline, il reset di vite, una nuova-vecchia faccia…) questa ritrovata leggerezza può risultare forzata. Forzata anche questa mia considerazione, visto che si è capito di come le somme di episodi apparentemente autoconclusivi possano essere tirate solo alla fine. Per essere concreti allora, citiamo un particolare che manca e che rende tendenzialmente eterogenea e poco continua la stagione fino a questo momento. Dando per scontato che Moffat adora fornire a noi terrestri porzioni di tempo assolutamente discontinue, togliendoci punti di riferimento, sicuramente non avrebbe guastato un bel doppio episodio di metà stagione. Nell’epoca di Russell T. Davies (e nei primi due anni di Moffat), anche trame fini a sé stesse, se dilatate, aumentavano il trasporto e il coinvolgimento emotivo dello spettatore, quasi a dare l’impressione di seguire una mini-saga. Cosa che inevitabilmente non avviene con queste caramelle ben confezionate di settima e ottava stagione.
“The Caretaker” ci regala però moltissimi sorrisi grazie alla brillante sceneggiatura, ma soprattutto ad un’eccellente Jenna Coleman che forse tocca una delle interpretazioni più efficaci, riuscendo ad essere indiscussa protagonista, nonché capace di rendersi comprimaria nascosta nei rari momenti tra il Dottore e Danny. Anche l’approccio romantico tra C&D sa risultare non scontato ed estremamente umano. Questa 8×06 continua la striscia sufficientemente positiva della stagione, senza però voler stupire più di tanto, portando avanti uno strategico attendismo nei confronti di temi che più premono i fan.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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P.S. Ma sarà casuale la costante e frequente apparizione dell’alunna Courtney? Sembra quasi la si voglia evidenziare come personaggio importante per sviluppi futuri. E non sarebbe una novità.
Time Herst 8×05 | 4.9 milioni – ND rating |
The Caretaker 8×06 | 4.9 milioni – ND rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.
Courtney accompagnerà il Doctor nella prossima puntata!
Allora avevo visto bene nel promo! Non volevo espormi troppo
nel DWM c'è la foto di lei con la mitica tuta arancione!
Ma il Dottore non aveva modificato i ricordi di Rupert/Danny, facendolo credere di aver sognato il tutto?
È per questo che non si ricorda!
Sì lo fa addormentare. Ci sta comunque che non se lo ricordi, sia chiaro. Il problema è che in generale c'è un clima di poca continuità.
Oh, poi sia chiaro, io sono costretto a essere il più obiettivo possibile, fosse per me darei il massimo a tutto ciò che riguarda Doctor WHo!!!