Orange Is The New Black 3×06 – Ching Chong ChangTEMPO DI LETTURA 4 min

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Tuttora è difficile definire OITNB. Così il vostro recensore asseriva nelle righe finali della precedente recensione. Comedy o drama? Alcune situazioni delle precedenti due stagioni ci indurrebbero a pensare al secondo caso, eppure questa terza stagione, finora (con le dovute eccezioni), ha mantenuto un assetto decisamente da commedia. “Ching Chong Chang” poi, essendo quasi a metà stagione, non fa che confermare la tendenza.
Il titolo non lascia minimamente dubbi su chi sia il personaggio protagonista del flashback di settimana di momento-a-caso-in-cui-guardo-la-puntata. Occorre aprire una parentesi riguardante i flashback. OITNB, grazie a Netflix (vi rimandiamo a questo articolo per l’approfondimento su come tale piattaforma stia rivoluzionando la serialità televisiva) può dilungare i tempi dell’episodio a proprio piacere. Ma in questo Netflix non è che sia un grande precursore: sono moltissimi infatti gli show di canali via cavo che tessono le loro trame in lunghi episodi quasi di un’ora. Ma a tal proposito possono venire in mente Six Feet Under, Boardwalk Empire o The Sopranos, indubbiamente delle Tragedie; OITNB ha invece un’impostazione, in questo caso sì, da comedy vera e propria. Se le tematiche trattate lasciano infatti qualche dubbio, così non è per il contesto. Infatti, in una comedy standard le storyline vanno divise più o meno equamente in 20 minuti. E’ ovvio allora che si potranno moltiplicare i personaggi da approfondire, così come tutte le storyline parallele, se l’episodio dovesse durare un’ora scarsa. E alla fine di “Ching Chang Chong”, quasi abbiamo perso il conto di tutto ciò che accade. E così (per chiudere questa parentesi) sappiamo che è il primo episodio riservato alla bizzarra Chang, sappiamo che il flashback è in cinese stretto, ma ci accorgiamo anche (come poi altri episodi con l’approfondimento di un personaggio “secondario”) che il flashback, oltre alla sezione del presente riservata alla orientale, altro non è che una storyline come le altre, con tempistiche equamente distribuite. Chang che scrive una piece teatrale è un bel momento che si va ad unire direttamente con la sua storia passata, però non dà l’idea di essere più importante (anzi…) di Red che riesce a tornare in cucina, di Gloria che cerca un passaggio per il figlio e soprattutto dell’introduzione dei nuovi personaggi.
In Lost ogni flashback era motivato da avanzamenti di trama (o ogni avanzamento di trama era motivato da flashback), in Orange quasi sempre il cambio temporale serve ad arricchire e rimpolpare un episodio. Come un filler, potremmo dire. Oppure come una comedy.
Quindi comedy o drama? Le parentesi riservate a Chang sono magistrali. La preparazione dello speciale pasto o il momento in cui si rinchiude nel capanno per guardare una soap cinese, quelli sono momenti deliziosi che per ora sembrano chiusi in sé stessi. Ciò non toglie che il “personaggio filler” possa poi essere decisivo alla trama. La sensazione che si ha dopo questa quasi metà di terza stagione è che prima o poi dovrà avvenire il botto, qualcosa di molto molto grosso (mi rendo conto che alcuni lettori già avranno addirittura finito la stagione: Netflix ha sfasato le tempistiche di tutti noi). Certo, potrà anche darsi che si tratti di una stagione interamente impostata su toni più leggeri (almeno all’apparenza: il personaggio di Lorna Morello nasconde una notevole amarezza di fondo).
L’aria più o meno leggera di questi primi sei episodi però, se possibile, denota una sicurezza notevole nella scrittura. Se il flashback non dimostra grandissima originalità (Breaking Bad ha reso banale qualsiasi “incattivimento” di personaggio inizialmente innocuo) e rende – per ora – troppo diversa la figura di Chang che conosciamo con la sua immagine del passato (ricordate quanto era diversa Rosa tra presente e passato? Ma ricordate poi l’estasi nel vederle sovrapposte nel finale di stagione?), lo stesso non si può dire per le altre storyline orizzontali. Nella loro leggerezza, riescono comunque a tenere lo spettatore sul chi vive. Tra potenziali alcolizzate, potenziali triangoli (il nuovo personaggio conosciuto da Piper promette scintille), potenziali faide in cucina (I’m back!), potenziali racket di cibo kosher, figli a piedi, secondini che temono per il proprio lavoro e una solitaria Lorna: la sensazione di calma prima della tempesta si affaccia prepotente.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • I’m back! e la conseguente, bellissima, faccia di Norma
  • Chang nel presente
  • Finalmente interazioni di Piper con il resto del mondo, al di fuori di Alex
  • Black Cindy
  • Usata relativamente poco, ma sempre una Suzanne magistrale
  • Il giro di presentazione da parte di Doggett alle nuove detenute
  • La Nina Sharp di Fringe futura detenuta?
  • Flashback su Chang che poteva essere curato di più
  • Sicuramente sarà la storia principale ma la vicenda della gestione della prigione viene tirata un po’ troppo per le lunghe

 

Episodio più dispersivo del precedente, tuttavia la sapienza creativa degli autori permette estrema godibilità anche tenendo su trame leggermente più statiche e leggere.

 

Fake It Till You Fake It Some More 3×05 ND milioni – ND rating
Ching Chong Chang 3×06 ND milioni – ND rating

 

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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