Sense8 si sta pericolosamente avvicinando al finale di stagione, lasciandoci un po’ orfani. Sembra incredibile eppure sappiamo ancora molto poco sui suoi protagonisti e su ciò che accadrà. Gli otto personaggi si palesano, si mostrano e poi si celano nuovamente e questo succede anche per la serie stessa. Sense8 ideata dai Wachowski e da Straczynski è una materia molle che si modifica e si fa liquida nelle nostre mani, prende una forma per poi abbandonarla e poi prenderne un’altra ancora. Ne abbiamo parlato e riparlato, Sense8 è una serie complessa che ha bisogno di tempo affinché il pubblico entri in sintonia con essa, è talmente tanto ricca di personaggi, di senso da non riuscire a goderne a pieno e le sue dinamiche interne sono talmente distanti da noi da lasciarci spesso disarmati e sfibrati, una vera e propria esperienza.
Azione e inazione, riflessione e movimento si rincorrono e si mangiano gli uni con gli altri, come una madre che uccide i suoi stessi figli, e lo spettatore è talmente tanto rapito da essere quasi in trance. Chi guarda è immobile, senza spazio, privo d’aria per respirare.
Quando succede qualcosa sembra che non accada nulla e quando non succede nulla sembra che accada tutto; sì perché stasi e movimento sono dosati e mescolati in maniera talmente tanto particolare da scuoterci dall’interno, sconvolgendoci con la lirica forza visiva delle immagini e con la violenta poesia delle azioni. Così Sun che prende a pugni il muro e Capheus che grazie a lei fa una strage precedono e seguono momenti molto più poetici – come ad esempio quando il padre di Riley suona una canzone alla chitarra per farle sentire la sua presenza.
I “Sensates” sono in balia di una forza superiore, non comprendono le ragioni dei loro gesti, ma di volta in volta acquistano una sorta di coscienza interiore che li spinge e guida, una sorta di condivisione di forze e intenti per cui vivere, una sorta di anima sola che pulsa e respira. Espirare ed inspirare, sentire e provare, morire e dormire prendono una diversa dimensione.
In “Just Turn The Wheel And The Future Changes” – in cui si strizza l’occhio al revenge movie e al prison movie -, pur restando fermi, facciamo ancora un passo avanti nell’esistenza poetica e ai margini di questi otto personaggi. Il tema di questo episodio è da una parte la vendetta (Sun, Wolfgang), dall’altra il cambiamento – si legga anche autodeterminazione (argomento a cui ormai siamo abituati). Vendetta, cambiamento e autodeterminazione si incastrano gli uni agli altri e così i “Sensates” a poco a poco prendono coscienza di sé.
Fare una scelta invece di un’altra vuole dire determinare sè stessi, cambiare il proprio futuro: lo sa bene Capheus che fa ciò che è giusto anche contro il suo stesso volere, lo sa bene anche Kala che finalmente sa ciò che deve fare (ma questo basterà?), lo sanno anche Nomi e Will che tentano il tutto per tutto per salvare Riley (pensiamo al dialogo con Jonas) e tutti loro. Dall’altra parte c’è chi la possibilità di decidere non ce l’ha, come ad esempio Wolfgang e Sun che devono vendicarsi a tutti i costi. Entrambi sono ormai disillusi, sfiancati dagli avvenimenti e se gli altri sono attivi e combattivi, essi invece vivono in un altro modo: parlano con Kala, dicendole l’uno che non sempre ci sono altre strade e l’altra che la cosa migliore è non sentire (“feel death“) e in uno strano paradosso lottare per ciò a cui tieni.
Questo penultimo episodio è una sorta di caduta libera verso qualcosa (baratro, inferno, gioia, felicità), di cui non ci è dato sapere e forse non lo sapremo neppure nella prossima puntata; ma ciò che è incomprensibile in un’altra opera diventa comprensibilissimo in Sense8. Non sappiamo nulla di ciò che avviene nelle mente e nel corpo di Riley eppure è come se lo capissimo, la stessa Sun ammette di comprendere fino in fondo ciò che prova Kala, nonostante il suo modus vivendi le imponga di vivere senza sentire nulla. Il mistero che aleggia nella serie è catalizzatore d’attenzione, l'”incapacità” di raccontarsi fino in fondo è elemento che coinvolge lo spettatore. Sense8 è un’orgia visiva, una melodia intensa e piena che raggiunge l’apice per poi tornare alla calma piatta, un haiku che con poche parole dipinge un quadro perfetto; ma è come se un meraviglioso e affascinante senso d’incompiutezza pervadesse il tutto.
“Just Turn The Wheel And The Future Changes” è un episodio strano, quasi disomogeneo rispetto le altre puntate: il caos – quello della creazione, della nascita e della rinascita e anche della morte – è sì parte integrante di Sense8, ma quello di questa puntata ha una diversa natura. Esso è ambivalente, da una parte sembra essere quello che precede un grande cambiamento (basti pensare al titolo) e dall’altra è quello della stagnazione.
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What Is Human? 1×10 | ND milioni – ND rating |
Just Turn The Wheel And The Future Changes 1×11 | ND milioni – ND rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.