Recensire episodio per episodio, dividendosi il lavoro tra recensori, porta spesso lo stesso recensore a notare aspetti simili a distanza di qualche episodio. Aspetti molto simili che, se contestualizzati, possono dare adito a opinioni radicalmente diverse.
Chi scrive ha già recensito la 5×05 dove, come battuta finale, si riportava: “questa 5×05 prepara la strada a nuovi sviluppi, dopo la fase notturna dei primi quattro episodi. E questa preparazione è portata avanti alla grande.” A distanza di cinque episodi non si può non concordare con quanto citato, se non fosse che la preparazione, gli sviluppi e la progressione di eventi sono stati portati avanti in maniera assai costante e regolare. Si è ora cinque episodi più “anziani” e ciò che funzionava al quinto può risultare stucchevole al decimo. Una formula narrativa come quella scelta in questa quinta stagione di OITNB cattura l’attenzione nella prima metà di stagione, ma può portare a scatti di insofferenza durante la seconda metà. Per questo non aiutano fattori quali la lunghezza degli episodi, l’ampio numero di personaggi, la staticità in cui si trovano i personaggi, visto lo status monotematico dell’intera stagione. Il risultato di un episodio come “The Reverse Midas Touch” è che, nella girandola di situazioni, l’attenzione dello spettatore crea un’involontaria classifica, individuando “storyline” da cui aspettarsi di più nell’immediato (Piscatella e le sue prigioniere), rispetto a quelle inevitabilmente riempitive, prosecuzione di precedenti impostazioni (la trattativa tra Taystee, Caputo e Figueroa).
Via di fuga dalla bolla temporale interna a Litchfield, dentro cui anche lo spettatore è rinchiuso, vi sono i flashback, sempre assai brevi se collocati nell’intero minutaggio dell’episodio (in Lost si aveva quasi un 50 e 50). Ciò che avviene questa volta, però, è la mancanza del solito valore simbolico del flashback, utilizzato per svelare frammenti di vissuto o lati del carattere del personaggio di turno. Questa volta, non solo si racconta un evento di cui si è già venuti a conoscenza (la responsabilità di Piscatella nella morte di un detenuto), ma lo si fa con il chiaro intento di dipingere la guardia come persona profondamente disturbata. La rapida scorpacciata che si fa ogni anno con le serie Netflix spesso fa sfuggire qualche particolare, eppure il ricordo di Piscatella che si aveva era quello di un personaggio estremamente negativo ma maniacale nel suo mantenere l’ordine. Risulta quasi un’invenzione della quinta stagione quella di presentarlo come seminatore di caos e omicida a sangue freddo (e acqua calda).
Diretta conseguenza di quanto detto, l’intera sequenza in cui Piscatella sevizia Red non può che risultare esagerata. Dove la 5×09 giocava brillantemente con ironia nel trasformare OITNB nella parodia di un horror, la 5×10 demolisce completamente l’effetto parodistico, solo per creare un ponte che poi porterà alla cattura di Piscatella per mano di Frieda.
Mostrare tanto per dire poco sembra quindi essere un vizietto che OITNB si porta dietro, soprattutto con la fidelizzazione del pubblico che giustamente più minuti ha a disposizione con le detenute di Litchfield, più è contento. Ma Orange ha anche momenti in cui dimostra che è possibile presentare svolte di trama in maniera astuta, ad effetto ed elegante. Sarà la magistrale recitazione di Uzo Aduba, ma Suzanne ruba la scena, parla allo specchio, produce bizzarri monologhi, incontra la sua amata, la porta a letto e con la coda dell’occhio – rendendo la percezione della cosa sfuggevole anche a chi assiste – nota che Humph è morto. L’elemento scatenante dell’intera stagione, nonché linea di confine per lo status delle prigioniere, viene quasi poeticamente portato alla luce. Tutto ciò che segue, con la crisi di Suzanne, si ricolloca nello stile di OITNB, ma è chiaro che le cose da questo punto di vista non potranno essere più le stesse.
La cattura di Piscatella e la scoperta della morte della guardia: è chiaro che con questi due non poco importanti punti di svolta, tutto il resto appare come transitorio (quando non ripetitivo). La trattativa tra Caputo, Taystee e Figueroa è un voler continuare a puntualizzare come la ragazza sia più risoluta che mai a farsi portavoce di molti disagi e a voler commemorare Poussey al meglio (lato drama), ma anche di come il rapporto amore/odio tra Fig e Caputo sia più vivo che mai (lato comedy).
Angie e Leanne strappano sorrisi e la loro follia perpetua è giustificata proprio dal rallentamento temporale della stagione. Ciò che in altri casi poteva avvenire in un episodio, qui avviene in tredici. Insistere più che mai su di loro provoca un duplice risultato: una ridondanza di effetto tragicomico che le due dovrebbero provocare, da un lato, la sensazione che le due avranno una funzione importante negli sviluppi degli ultimi tre episodi, dall’altro. Proprio questo secondo aspetto rende ancora più difficile assorbire l’attendismo di diverse linee narrative. Difficile pensare che qualcosa di grosso non avvenga e insistere tanto su personaggi, trascurandone totalmente altri, indirizza la bussola in maniera lampante.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Tightening 5×09 | ND milioni – ND rating |
The Reverse Midas Touch 5×10 | ND milioni – ND rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.