Orange Is The New Black arriva anche quest’anno al suo ultimo capitolo, culmine di 13 puntate che hanno tenuto sempre alta la tensione. “Storm-y Weather” è il termine della rivolta che arriva, appunto, come un uragano (storm). Le trattative col governatore non sono andate a buon fine e le forze speciali irrompono nel carcere con tutti i mezzi e tutta l’intenzione di reprimere la protesta nel modo più veloce ed efficace possibile.
La puntata, da buon finale di stagione, si concentra un po’ su tutti i personaggi, in particolare si dà attenzione a come le protagoniste affrontino la resa alle forze venute a sgomberare il carcere. C’è chi si arrende in maniera pacifica e come segno di protesta, come Soso ma anche Yoga Jones, chi decide di tentare il tutto per tutto con un’ultima battaglia contro il potere come il “Team Latte” delle nazi e le ispaniche, chi viene prelevato con la forza senza neanche avere il tempo di rendersi conto cosa stia accadendo.
Con la sequenza iniziale viene mostrato molto efficacemente come le forze armate non abbiano alcuna considerazione né rispetto per le detenute e siano disposte a usare ogni mezzo, anche violento, per catturarle e portarle tutte al più presto fuori dalla struttura. Si continua a far vedere una violenza, anche verbale, brutale e spietata e ciò fa capire come cambiare le cose nel sistema carcerario sia ancora più difficile se non quasi impossibile.
Maggiore spazio viene dedicato alle detenute “protagoniste”. Nicky convince Lorna ad arrendersi pacificamente e ad uscire sana e salva, dimostrando ancora una volta l’amore che ha per lei e facendo di tutto per la sua felicità, anche a discapito della propria (“se ami qualcuno lascialo libero” direbbe qualcuno). Purtroppo in questa quinta annata poco screentime e attenzione sono stati dedicati a Nicky, character tra i meglio scritti e complessi che meriterebbe molta più importanza.
Poco spazio anche per Piper (una volta protagonista dello show) e Alex, ormai coppia stabile e inseparabile. Le due hanno progressivamente perso la loro individualità e mai come in questa stagione è stata approfondita soltanto la loro relazione e non i personaggi presi singolarmente.
Taystee e Black Cindy riescono a far riprendere Suzanne e si interrogano sul futuro e sul fallimento della rivolta, su tutto l’impegno messo nel combattere per un cambiamento che non ha portato a nulla, o quasi. Durante la rivolta si è avuta l’occasione di esplorare ancora di più Black Cindy, maturata molto nel corso dello show e in questa stagione la sua crescita si fa ancora maggiore attraverso il suo ruolo nella protesta.
Taystee è invece protagonista della scena migliore della puntata in cui si confronta finalmente con Piscatella, ancora prigioniero di Red e la sua “famiglia”. Taystee si lascia andare come ancora non aveva fatto, sfogando sulla guardia tutta la sua rabbia e il suo senso di colpa per non essere riuscita ad ottenere giustizia per Poussey, motore di tutta la rivolta, e addossandogli la colpa della morte della compagna. La detenuta però rimane ferma nei suoi ideali e, dopo un momento di esitazione, decide di non abbassarsi ai suoi livelli e di lasciarlo andare. Menzione di merito va fatta a Danielle Brooks che, interpretando Taystee, ha messo ancora più in risalto sia i suoi aspetti più forti che quelli vulnerabili, in maniera armonica e dettagliata.
Va poi fatta menzione di un’altra interpretazione, tra le migliori (collegata anche ad una delle storyline meglio sviluppate e scritte della stagione), ovvero quella di Selenis Leyva che conferisce al personaggio di Gloria una nuova profondità e una nuova forza: la forza e la disperazione di una donna disposta a rischiare tutto e tutti per stare accanto al figlio.
In questa quinta annata, dunque, la rivolta ha tentato di portare una vera e propria rivoluzione all’interno del telefilm per quanto riguarda la scrittura, visto il concentrarsi di tutte le storyline nella durata di solamente tre giorni. Gli sforzi degli autori hanno portato buoni risultati relativamente alle parti più “politiche”, cioè le battaglie delle inmates per avere giustizia e per veder riconosciuta con ogni forza la loro dignità e identità, oltre alle loro necessità personali. Un po’ meno riuscita questa rivoluzione se si va a vedere la gestione dei personaggi, poiché si è dato risalto a character secondari (se non addirittura comparse) e ci si è quasi dimenticati di personaggi principali come, per esempio, Pennsatucky. Altro merito del team degli autori, inoltre, è stato l’aver creato alleanze insolite e nuove amicizie tra le detenute, in un clima collaborativo tra le varie “fazioni” del penitenziario.
Interessante, ma anche prevedibile, la scelta di chiudere la stagione con tutte le detenute separate e dirette verso altri penitenziari e ciò fa sorgere numerose domande sul futuro delle prossime stagioni e soprattutto sul “come” e sul “se” torneranno tutte le detenute a cui il pubblico si è affezionato. Se non dovessero tornare tutte questa scelta si dimostrerà come un efficace escamotage per ridimensionare il cast potendosi così dedicare solo ad una parte delle protagoniste, cercando di evitare la sovrapposizione di troppe storie, con conseguente incapacità di gestirle tutte e al meglio, fenomeno a cui si è assistito in queste ultime stagioni.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Tattoo You 5×12 | ND milioni – ND rating |
Storm-y Weather 5×13 | ND milioni – ND rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.