“I don’t know what scares me more. The idea you’re infected or the idea you’re not.”
Superata metà stagione Origin incontra il proprio punto critico, anche se c’è da annotare come già in precedenza qualcosa avesse dato segno di cedimento. La struttura della storia, per quanto ben orchestrata e con richiami stilistici importanti (Lost, per esempio) per forza di cose riesce a reggere se l’oggetto stesso è interessante: con gli episodi di Shun e Lana non si sono percepiti grosse problematiche a livello di trama in quanto il loro passato richiamava la totale attenzione del pubblico non lasciando spazio ad altro. Non si sta quindi parlando di calo qualitativo vero e proprio in quanto la qualità del costrutto generale è rimasta pressoché identica e trascinandosi lo stesso tipo di problemi che si potevano già riscontrare nel pilot. Cosa è variato, quindi? La proporzione.
Il passato di Shun e Lana, sia per ambientazione, sia per carico di drammaticità ha sedotto il pubblico di Origin permettendo di soprassedere sulla restante porzione di storia che per quanto sufficiente, non poteva convincere. Quanto meno non allo stesso livello di quella presentata dai flashback.
Superati i personaggi principali ad Origin rimangono da giocarsi tutti gli altri: ecco quindi che vengono passati in rassegna Henri, Lee, Rey e ora Baum, il secondo bad guy del gruppo dopo Logan.
Ed anche in questo episodio, come lo è stato per Lee, una volta che i flashback non riescono ad appoggiarsi ad una valida trama, il castello di carte crolla inesorabilmente: Baum è l’ennesimo membro dei sopravvissuti ad avere un torbido passato criminale, per questo cerca una seconda possibilità su Thea. Niente di nuovo dal fronte occidentale, quindi.
Se i flashback non sono convincenti, forse la trama dedicata al presente lo è? Ebbene no. Nonostante il ritrovamento di una navicella avesse scosso dal proprio torpore il pubblico, si impiegherà relativamente poco a cogliere quanto inutile sia stato ai fini della trama la sua scoperta: Logan e Baum sono stati esiliati dal gruppo ed allontanati, ma l’attrazione creatasi (e cementatasi) tra Logan e Katie rende impossibile ai due fuggire dall’astronave senza far spargere la voce.
Il leit motiv sul quale la puntata cerca di giocare è la perenne sensazione di Baum di sentirsi tradito. Visto e considerato quello che gli è accaduto (e quello che sta accadendo a bordo della Origin), non sembra nemmeno che la serie si impegni nel volergli dare torto.
Sono solamente due i momenti di vivido interesse all’interno dei poco più di cinquanta minuti di puntata. Ed entrambi vengono racchiusi nel finale per sottolineare ulteriormente, se già non si fosse capito, quanto la serie punti in maniera smodata ai cliffhanger per mantenere alta l’attenzione del proprio pubblico.
“I’m the reason for all of this. I was the rep for Cell 19. I was supposed to evacuate you. But when I found out Taylor was in trouble, I…I abandoned protocol. You didn’t wake up with the others because I left you. Eric got out because I opened the door.”
Il primo punto si rifà direttamente all’ammissione di colpa sopra riportata: Rey, spinta dalla rilassata serata in compagnia del resto del gruppo confessa di essere lei la causa del loro essere rimasti bloccati a bordo e non fuggiti come tutti gli altri membri dell’astronave.
L’aria apparentemente di festa, inusuale considerato il contesto, ritorna ad essere ben presto mesta e malinconica, carica di odio ora per Rey, che diventa mentalmente il capro espiatorio della situazione.
Il secondo momento di vero interesse è la ricerca dell’infetto da parte di Lee che si conclude con la giovane hacker che appura la natura umana ed il perfetto stato di salute di Logan, sua nuova spalla in questa disperata ricerca.
Una puntata totalmente insipida e che assopisce piuttosto che intrattenere. Origin poteva fare decisamente molto meglio, ma arrivati a questo punto tanto vale arrendersi all’evidenza dei fatti.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Remember Me 1×05 | ND milioni – ND rating |
Fire And Ice 1×06 | ND milioni – ND rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.