Non è James Gunn il solo ad avere una mente “terribilmente geniale“. Anche il suo amico e compagno di avventure Taika Waititi non è da meno e lo dimostra con questa nuova irriverente comedy, targata HBO Max, di cui è produttore esecutivo e regista di questo episodio pilota.
“Irriverente” in quanto va ad irridere dall’interno tutti i cliché che si porta dietro il mondo della pirateria, già affrontato in diverse serie tv.
Tale dissacrazione risulta ancora più interessante se si considera che (cosa incredibile per chi ha visto l’episodio in questione) Our Flag Means Death è tratto da una storia vera, quella del pirata Stede Bonnet, altrimenti noto come il “pirata gentiluomo”.
STEDE BONNET, CHI ERA COSTUI?
La figura di Stede Bonnet (qui interpretato in modo meraviglioso da Rhys Darby) è estremamente interessante, non fosse per il fatto che poco o nulla si sa di lui. La cosa certa è che, ad un certo punto della sua vita, decise di dedicarsi alla pirateria, pur avendo una vita perfettamente adagiata da ricco proprietario terriero.
Secondo i rumors storici, uno dei motivi potrebbe essere stato il rapporto burrascoso con la moglie, che lo spinse ad abbandonare la famiglia e a immergersi (letteralmente) nella vita da pirata.
E lo show non disdegna di prendere in considerazione questa ipotesi come motivo principale della scelta di Stede. Ma, se fosse solo questo il motivo, sarebbe una comedy molto piatta e superficiale. Lo show cerca invece di andare più a fondo nella psicologia di quello che potrebbe sembrare all’apparenza un “ricco particolarmente eccentrico”. E nel fare ciò offre una perfetta lezione di umorismo pirandelliano che cela in sé motivi ben più tragici e profondi. Stede è quello che, narrativamente parlando, rappresenta l’inetto, un personaggio che, per tutta la sua vita, è stato continuamente vessato da tutti per il suo comportamento. Per lui la pirateria è un modo per dare una scossa alla propria vita, anche a costo di negare quella che è la realtà evidente: Stede di pirateria non sa proprio nulla ed è inadatto a fare il capitano di una nave.
SCRUBS AMBIENTATO SU UNA NAVE
Lo Stede Bonnet di Darby potrebbe, in questo senso, ricordare vagamente il JD della (ormai) storica serie televisiva Scrubs. Entrambi sognatori impenitenti, persi nel loro mondo immaginario e convinti di essere bravi nei rispettivi campi, in realtà si rivelano molto inesperti e con la sfortuna incredibile di trovarsi sempre al posto sbagliato nel momento sbagliato.
Anche le dinamiche fra Stede e i vari personaggi presenti nello show ricalcano quelli dell’Ospedale Sacro Cuore. In effetti lo show altro non è che un percorso di formazione dell’eroe in cui il povero Stede dovrà lottare soprattutto con sé stesso per poter dimostrare, a sé e agli altri, di essere un buon capitano e un terribile pirata (nonostante la sua indole e i suoi modi di fare da perfetto gentleman di campagna).
In tutto questo va evidenziata la bravura di tutto il cast di contorno. Al momento si tratta di personaggi appena abbozzati (essendo comunque un episodio pilota), ma già qui si possono vedere le gerarchie che compongono i vari membri della ciurma di Bonnet. Dal veterano/mentore Oluwande (Samson Kayo) all’iracondo con la zeppola Black Pete (Matthew Maher), all'”amante dei gatti” Frenchie (Joel Fry) fino al misterioso “muto” che poi si scoprirà essere una donna sotto mentite spoglie (Vico Ortiz). Un galleria di personaggi surreali che sono già memorabili dopo una sola puntata e che promettono numerose sorprese per i prossimi episodi.
PIRATI DA STRAPAZZO
Così Our Flag Means Death si contraddistingue per un humour surreale e grottesco ma anche molto dolce e malinconico. Una non-biografia su un personaggio realmente esistito che però ha come obiettivo quello di far riflettere sulla mascolinità tossica e sul razzismo (tema continuamente accennato nel corso di tutto l’episodio) che si cela dietro il mondo “avventuroso” dei pirati.
Un mondo che, proprio per queste caratteristiche che lo definiscono, viene de-romanticizzato annullando tutta la sua epica narrativa. La ciurma di Bonnet è composta da mercenari che si trovano lì per il solo fatto di essere pagati. Ed è molto bella la scena introduttiva in cui lo stesso Stede descrive la vita sulla sua nave con dei termini che ricordano quelli di una moderna start-up. Risulta evidente così lo spirito satirico che permea tutto lo show, una serie che non mira assolutamente a dare un quadro realistico della pirateria ma ad accentuare questo particolare effetto comico.
Non rimane che andare avanti nella visione e vedere quali altre pazzie hanno in serbo Waititi e gli autori di questo strambo ma interessante show.
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Our Flag Means Death narra le “gesta” del pirata gentiluomo Stede Bonnet, personaggio eccentrico dell’Età D’Oro della pirateria, interpretato per l’occasione dall’attore Rhys Darby. Produce e dirige Taika Waititi e già questo basta per capire che ci si trova di fronte ad un capolavoro di surrealismo e ironia dissacrante.
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!