Outlander 6×03 – TemperanceTEMPO DI LETTURA 3 min

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Outlander 6x03 recensioneUn altro episodio dalla durata di oltre un’ora: ormai è chiaro che si è dinanzi ad un vero e proprio escamotage per sopperire, almeno in parte, al numero ridotto di puntate – come si sospettava, dopotutto, fin dalla prima di queste.
Il terzo appuntamento con la sesta stagione di Outlander non si risparmia dall’offrire scenari naturali mozzafiato, di una bellezza quasi magica che continua a sorprendere lo spettatore nonostante questi sia stato abituato a tali location fin dagli esordi dello show. È proprio in quest’atmosfera definibile come mistica che l’episodio si apre con un’immagine biblica, mitema ricorrente nelle narrazioni di ogni tipo fin dalla notte dei tempi: il figlio neonato di Fergus viene trasportato in una cesta dalle acque impetuose di un fiume. Evento che permetterà di guadagnare punti alla figura di Roger.

BEATA IGNORANZA


A dominare la scena resta per lo più un Fergus tormentato, ancor più in virtù del fatto che il figlio appena nato (Henri-Christian) sia affetto da nanismo. Condizione, questa, che gli impedisce ulteriormente di vivere in maniera serena un evento generalmente considerato lieto, quale la nascita di un bambino.
Il tema della diversità, a questo proposito introdotto nella puntata precedente, diventa ora pretesto per introdurre i due temi caratterizzanti di questo nuovo episodio, ossia quello della discriminazione e della superstizione. Temi che vengono presentati attraverso una doppia prospettiva: quella della telecamera effettiva che filtra la realtà contemporanea ai personaggi sullo schermo e quella dei ricordi di Fergus, filtrata dalle sue parole.
Nel medesimo clima, Tom Christie giunge alla decisione di fidarsi e affidarsi (ma non troppo) alle cure di Claire sottoponendosi all’operazione alla mano destra, senza tuttavia risparmiarle un certo grado di scetticismo. In maniera altrettanto ignorante, in linea con lo spirito del suo tempo (seconda metà del Settecento), preferisce infatti alcool e preghiere alla recente trovata di una sostanza anestetizzante per far fronte al dolore fisico durante l’intervento. Il che porta a chiedersi se sia una mera questione di fede oppure di misoginia o se, al contrario, un tale atteggiamento possa nascondere un’ambigua ammirazione nei confronti di Miss Fraser, ma difficile da accettare.

NON SIAMO TUTTI PECCATORI?


Ian: “[…] Ho fatto molte cose di cui sono fiero e molte di cui mi pento.”
Malva: “Hai vissuto, allora.”
Ian: “L’ho fatto. Non è peccato questo, immagino.”

Ian e Malva appaiono sempre più vicini in un rapporto ancora non ben definito, mentre lei sembra sospettosamente interessata al passato di lui. «Appearance is deceiving» dice al giovane Ian durante un breve scambio di chiacchiere che, a ben vedere, lascia il sospetto che possa trattarsi di più di un semplice modo di dire e che Malva stia piuttosto mettendo velatamente a nudo la propria persona.
Ciononostante, a questa coppia viene riservato ancora poco tempo per dedicarne, invece, decisamente di più a Jamie e Claire. A proposito di quest’ultima, sebbene questa volta non le sia rivolta particolare attenzione, è percepibile come la donna sia lontana dall’aver trovato la pace che rincorre fin da “Echoes”.
La struttura circolare di questi 63 minuti comporta, in chiusura d’episodio, la ripresa della scena iniziale, che vede in pericolo di vita uno dei personaggi. Sottolineando così, in funzione di monito, come l’ignoranza con ciò che ne deriva (pregiudizio, razzismo e via discorrendo) arreca sempre e solo danno. I coniugi Fraser, tuttavia, riescono nuovamente ad evitare il peggio, almeno per questo finale di puntata, il cui titolo “Temperance” acquisisce così il suo vero senso, oltre quello più spirituale: Fergus sembra aver toccato il fondo e dopo essere stato preso di petto da Marsali, è finalmente prossimo alla risalita.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il rapporto di Claire e Jamie con Fergus
  • Il gioco di sguardi tra i vari personaggi che domina emotivamente trama e scena
  • Il finale-svolta
  • La presa di posizione da parte di Marsali contro Fergus
  • La storia di Fergus monopolizza ancora (sebbene probabilmente per l’ultima volta) il plot a discapito dello sviluppo di altri personaggi

 

Per restare in tema con l’importanza che riveste la religione come sfondo delle vicende di questa stagione di Outlander (più che nelle altre, s’intende), la terza puntata sembra chiudere una triade di episodi di transizione lasciando ben sperare – con il suo plot twist finale – per una maggiore azione imminente.

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Amante della letteratura, decisamente meno della matematica, procrastinatrice seriale la cui unica costanza nella vita è la pizza. Giunge a Recenserie per mettere a tacere i sensi di colpa del troppo tempo speso a guardare serie TV anziché studiare e farsi una carriera.

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