Ozark 4×07 – SanctifiedTEMPO DI LETTURA 8 min

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Ozark-4x07“When was the last time you were really truly happy?”

Questo settimo episodio scaraventa lo spettatore in territori inesplorati all’interno di Ozark trasformando Ruth da fredda e calcolatrice spalla di Marty ad una vera e propria scheggia impazzita dopo la morte di Darlene e Wyatt. Due morti necessarie a livello di trama dal momento che i due sembravano ormai aver raggiunto un certo impasse narrativo, rappresentato dal loro matrimonio organizzato in fretta e furia per strappare Zeke dalle grinfie degli assistenti sociali (mai pervenuti in questa stagione).
Ma si tratta anche dell’episodio che proietta i Byrde lontano dalla criminalità dopo aver consegnato all’FBI il Cartello dei Navarro (non senza difficoltà) con uno storico accordo tra le parti. Una puntata che si costruisce lentamente e con il prosieguo dei minuti, intrattenendo lo spettatore e lasciandolo sbigottito con la sequenza finale in cui Ruth e Marty si ritrovano a confronto. Forse la prossima volta che si incontreranno gli animi saranno decisamente diversi e potrebbe essere che uno dei due sia intenzionato dal profondo ad uccidere l’altro. Ma si tratta di supposizioni che troveranno modo di essere confermate o smentite dalla seconda parte di questa ultima stagione.

CHI SONO I BYRDE SENZA OZARK?


Uno degli aspetti più importanti di questa stagione (ma dell’intera serie, volendo ben vedere) è il desiderio di “ritorno alla normalità” dei Byrde, collegato al loro abbandono delle Ozark per far rientro a Chicago. La domanda che sorge spontanea, ora che questo desiderio sembra potersi avverare, è la seguente: chi sono i Byrde senza Ozark?
Lo spettatore ha imparato a conoscere la famiglia in questo ambiente (dopo la breve parentesi di Chicago della prima stagione) e i Byrde stessi hanno fatto di necessità virtù riavvicinandosi in questo spietato ambiente. Le dispute famigliari, i tradimenti ed i voltafaccia sono tutti elementi che con il passare delle puntate si sono lentamente esauriti, rimodellando la famiglia in un oggetto più unito e più ordinato.
Volendo mettere sullo stesso piano un vaso in frantumi ed i Byrde di Chicago, quello che Ozark ha sottoposto alla famiglia è un’attenta operazione di restauro, il kintsugi: le ferite sono state esaltate riparandole con l’oro (il denaro, la fama, il lavoro) e sono la dimostrazione delle difficoltà e dei pericoli incontrati e superati durante queste stagioni. Forse più dei fatti, queste ferite parlano e mostrano chi sono davvero i sopravvissuti oggetto del racconto.
Resta tuttavia da considerare che, abbandonando gli Ozark, queste ferite ora riparate con dell’oro troveranno il modo di riaprirsi facendo sparire quell’equilibrio così duramente conquistato.
Perché tornare a Chicago? Cosa li aspetta là di così diverso? Sono domande normali che scaturiscono dal dialogo tra Charlotte e Jonah in cui i due si ricordano la loro posizione di poco conto quando si trovavano a Chicago, mentre ora negli Ozark sembrano aver raggiunto una maturità insperata. Jonah ripulisce il denaro di Ruth, Darlene e Wyatt nonostante la madre cerchi in tutti i modi di incastrarlo per riaverlo in casa. Charlotte, la figlia fedele, supporta i genitori sia al casinò, sia nelle altre attività illecite.

Ruth: “Where the fuck is he? Hmm?”
Marty: “You all right?”
Ruth: “Where’s the man? When you came last night and said all that fucking shit?”
Wendy: “Okay, slow down. What’re you talking about?”
Marty: “Lemme get you water.”
Ruth: “No! No! No!”
Marty: “Hey, what is going on?”
Ruth: “Wyatt. They killed Wyatt. He’s dead. He’s dead. And, and, and, and…And I… And I know you know who did this. You… You tell me who he is. You tell me where he is. You tell me his name. Tell me!”

I NAVARRO


Nella prima metà di puntata tutto sembra volgere a conclusione: i Byrde vengono sollevati dal loro incarico di mediatori con il Cartello direttamente dall’FBI; Omar trova un preciso accordo nonostante non si fidi totalmente. Sembra tutto finito.
Poi, ancora una volta, tutto precipita nel caos perché un personaggio che lo spettatore sa essere una mina vagante prende una decisione perfettamente in linea con la sua caratterizzazione (questa si chiama lungimiranza narrativa): l’agente Miller si contrappone ai suoi capi e fa arrestare su territorio americano Omar, mandando in frantumi l’accordo ed obbligando i Byrde a mediare tra Omar-Javier-FBI.
La puntata a questo punto si concentra su Javier e sul suo desiderio di vendetta nei confronti dei Byrde, accelerando i tempi e mettendo alle strette Marty che si ritrova, ancora una volta, una pistola puntata contro. A corrergli in aiuto è stavolta Wendy che nel frattempo è riuscita a racimolare l’ultimo briciolo di fiducia di Omar per salvare il marito, la famiglia, l’intera operazione. L’accordo viene raggiunto tra l’FBI e Javier, ma questo significa, per quest’ultimo, totale immunità in quanto informatore di grosso calibro.
Con la possibilità di rimanere totalmente impunito, Javi, si reca a casa degli Snell e fredda Wyatt e Darlene in una scena rapida, brutale e senza alcuna possibilità d’appello. Lo spettatore rimane inebetito, ammutolito dalla velocità con cui Ozark ha deciso di tagliare alcuni rami secchi della narrazione.

Wendy: “We don’t… We don’t know. I’m sorry.”
Marty: “Hey, hey, hey! Hey, hey!”
Ruth: “You’re a fuckin’ liar! And I’m gonna kill you! I’m gonna kill you if you don’t tell me!”
Marty: “Ruth! No, you won’t! No, you are not! Relax!”
Wendy: “Listen to me. Listen to me. We don’t know anyone who would want to kill Wyatt. Maybe the… the KC Mob?”
Ruth: “This wasn’t the fucking KC Mob and they killed Darlene too! You know anybody else who might wanna kill her? Huh?! You fucking cunt!”

MEL E MILLER


Prima di arrivare a Ruth, occorre fare un breve appunto su un team up che sarà presentato all’interno della seconda parte di stagione: Miller, la mina vagante dell’FBI, e Mel, l’investigatore privato, potrebbero rappresentare la spina nel fianco dei Byrde ora che l’FBI si è messa da parte a causa dell’accordo raggiunto con Javi. Le informazioni a disposizione di Miller e la capacità deduttiva di Mel potrebbero essere strumenti importanti per sviluppare la seconda parte di stagione.
Da tenere inoltre presente che c’è un nuovo sceriffo, non presente sul libro paga di nessuno, che potrebbe rappresentare il terzo vertice di questo triangolo di giustizia insperato. Sempre che qualcuno non intervenga brutalmente per potare anche questi rami.

Wendy: “Okay, listen. Listen to me. I’m sorry this is happening. You need to calm down.”
Jonah: “I’ll tell you his name.”
Wendy: “No, you will not.”
Jonah: “His name is Javi Elizondro. Okay, I’ll tell you everything I know.”
Wendy: “Okay, look. That man…That man works for the FBI and he runs a drug cartel. So even if he is responsible, he is not…”

LA MALEDIZIONE DEI LANGMORE


Con il fatidico confronto tra Marty e Ruth, è inutile sottolineare che il finale racchiuda il meglio dell’intera puntata, forse dell’intera stagione, rappresentando un punto di raccolta di grandi aspettative per le ultime sette puntate di questa serie.
Delle numerose perdite dei Langmore si era già parlato nella precedente recensione di “Ellie” e questo “Sanctified” aggiunge un ulteriore doloroso capitolo a questa storia: Wyatt era un cugino, un amico, una spalla a cui Ruth era legata e con cui era riuscita a ricostruire un rapporto dopo che il ragazzo aveva scoperto le reali motivazioni per cui Russ e Boyd erano rimasti uccisi durante la prima stagione.
Ruth ora si ritrova sola con Three ed impossibilitata a lasciare la sua casa, come stava già facendo, perché si ritrova costretta alla vendetta. Costretta da un codice personale e sociale che scorre nelle sue vene; costretta dall’attaccamento al cugino; costretta perché intravede nella morte di Javier la possibilità di chiudere un cerchio apertosi con l’arrivo dei Byrde ad Osage Beach.
Il grido di Ruth a casa Byrde fa raggelare il sangue per il realismo con cui viene portato in scena, sancendo definitivamente Julia Garner come un’attrice da cui ci si può aspettare di tutto. Una cosa che il pubblico di Ozark già sapeva, ma che forse è sempre meglio tenere a mente nonostante i due Emmy come Outstanding Supporting Actress in a Drama Series portati a casa proprio con Ozark.

Marty: “Ruth, Ruth, Ruth. Do not hurt this man.”
Ruth: “Or what?! Your whole fucking family will be murdered, huh?! If you want to stop me, you’re gonna have to fucking…KILL ME!”
Marty: “Ruth. Ruth, you can’t drive like this! Not with Zeke in the car.”
Ruth: “No, you’re gonna step the fuck back from me or I’m gonna take this fuckin’ rifle and blow your fuckin’ guts out all over the fuckin’ yard!”

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Gli incontri con l’FBI, le trattative e la riuscita (anche se in parte) del piano dei Byrde
  • Omar arrestato
  • Javier a capo del Cartello ed ora “protetto” dall’FBI
  • Possibilità di alleanza tra Mel e Miller
  • Ruth pronta a lasciare Osage Beach…ma poi arriva la scoperta dei cadaveri di Wyatt e Darlene
  • Javier e Marty
  • Javier uccide Darlene e Wyatt
  • Jason Bateman
  • Julia Garner
  • Il grido di dolore di Ruth
  • Wyatt, Darlene… ma alla fine a chi interessa visto che Javier li fredda?
  • Il flashforward con cui era iniziata questa stagione rimane lì…a vegliare sullo spettatore in attesa di essere richiamato in causa

 

Un grido che fa raggelare il sangue, una promessa di morte ed una perdita straziante: la prima parte di questa quarta stagione di Ozark si conclude qui, lasciando il pubblico in attesa della seconda parte, ma soprattutto con la percezione che le ultime sette puntate saranno un vero e proprio bagno di sangue da cui nessuno può ritenersi salvo.
Javier potrà avere anche l’immunità e le spalle coperte dall’FBI, ma se c’è una cosa che Ozark ha insegnato bene in questi anni è che ad Osage Beach certe leggi vengono prese poco in considerazione, specialmente da Snell e Langmore. Frank Jr., Mel e l’agente Miller potrebbero rivelarsi delle inaspettate spalle narrative, ma il gioco principale si racchiuderà tutto tra i Byrde, Ruth e Javier.
Signori e signore, fate il vostro gioco.

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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