Parot 1×01 – La AxcarcelaciónTEMPO DI LETTURA 4 min

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Parot 1x01 recensioneIl 28 maggio 2021 Amazon Prime Video Spagna ha lanciato sul proprio palinsesto una nuova serie tv, intitolata Parot. Il prodotto è un thriller-poliziesco, creato da un nutrito gruppo di showrunners: Pilar Nadal, Alonso Laporta, Luis Murillo Arias e Luis Murillo Moreno.
Dopo l’esperimento di Criminal: Spain, andato in onda circa un anno e mezzo fa, la Spagna punta di nuovo i riflettori sul genere poliziesco, presentando un’ambigua caccia all’uomo avvolta nel mistero.
Pur non essendo una serie pubblicizzata nel nostro paese (nella versione italiana di Prime Video, il prodotto non è disponibile), Parot ha tutte la carte in regola per attirare l’attenzione del pubblico, grazie ad un budget ben utilizzato ed un comparto tecnico tutt’altro che scadente.
In alcuni punti, purtroppo, la recitazione lascia a desiderare, risultando troppo caricaturale, ma nel complesso questo primo episodio è scorrevole e godibile al punto giusto.

LA DOTTRINA PAROT


Il sistema giudiziario spagnolo dava a qualsiasi giudice il diritto di poter applicare la dottrina Parot, ovvero la possibilità di sommare diverse piccole pene, all’interno di un’unica grande condanna (anche in modo retroattivo). In questo modo, moltissimi carcerati si ritrovarono con condanne insormontabili e lunghissime, come l’ex membro dell’ETA Inés Del Rio Prada, punita con 3000 anni di carcere.
Proprio la stessa terrorista, grazie ad un ricorso alla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo, ha messo la parola fine all’utilizzo reiterato di questo tipo di dottrina. Come conseguenza, i detenuti che avevano già scontato la loro regolare condanna (essa, infatti, non poteva superare i 30-40 anni) vennero rimessi in libertà.
La nuova serie tv di Prime Video parte proprio da questa fatidica data: ambientata nel 2013, infatti, lo show segue la storia di alcuni detenuti rilasciati (stupratori, pedofili, terroristi) e di un giustiziere che li elimina uno ad uno.
Durante il minutaggio vengono presentati i protagonisti: i due detective ai quali viene affidato il caso (Isabel Mora e Jorge Nieto), la madre di Isabel, Andrea Llanes, docente di psicologia/criminologia e l’aristocratico stupratore Julian Lopez de Haro.

NON SOLO UN POLIZIESCO


Il pilot, oltre a presentare sommariamente la storyline ed i personaggi principali, aggiunge una componente emotiva in più grazie alla backstory del passato di Isabel Mora (interpretata da Adriana Ugarte).
La poliziotta, infatti, ha un conto in sospeso con Haro, essendo stato proprio lui, sedici anni prima, a violentarla e traumatizzarla.
Nonostante il tempo trascorso, Isabel non ha mai dimenticato lo stupro subito e tutta la sua vita, persino il rapporto con la figlia adolescente, ruota attorno a questa ferita ancora aperta.
Adriana Ugarte è brava a creare un alone di empatia attorno al suo personaggio ed alla sua situazione, che per certi versi ricorda il recente caso di Alberto Genovese, sebbene in alcuni punti la sua recitazione tentenni e diventi estremamente caricaturale.
Ottimo, invece, il casting dell’antagonista, interpretato da Ivan Massagué, diventato famoso per aver vestito i panni di Goreng nel film Il Buco (El Hoyo). Pur avendo pochissimo dialogo, il carisma ed il magnetismo di Massagué bucano lo schermo e disegnano i contorni di un uomo freddo e spietato.

GLI SPUNTI DI RIFLESSIONE


Parot è una storia di fantasia, ma si basa su alcuni fatti realmente accaduti, come l’eliminazione della dottrina Parot e la scarcerazione di moltissimi criminali, alla quale seguì un’ondata di indignazione.
Anche durante la puntata, il pubblico ha la possibilità di scoprire i due lati della medaglia e sentire le due diverse campane. Da un lato, il detective Nieto si trova in estrema difficoltà a dover dare protezione e “difendere” pedofili e stupratori. La sua frase “mi vergogno di essere un poliziotto”, rispecchia chiaramente il suo tormento interiore.
Dall’altro lato, troviamo la madre di Isabel, la quale, nonostante il grande dramma vissuto dalla figlia, sta studiando la psiche di questi criminali, analizzando come il trauma di un reato, non si ripercuota solo sulla vittima, ma anche sul carnefice.
Per adesso, la caccia al “serial killer di criminali” è solo accennata e rimane sullo sfondo, scegliendo di focalizzarsi sull’introduzione dei personaggi, ma sicuramente nei prossimi episodi si entrerà nel vivo dell’azione.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Comparto tecnico
  • Ambiguità e spunti riflessivi sulla vicenda
  • Ivan Massagué
  • Componente poliziesca solo accennata
  • Recitazione della Ugarte un po’ debole in alcuni punti

 

Parot si presenta come un buon thriller-poliziesco, con tutti i requisiti per tenere incollati allo schermo gli spettatori.

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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.

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