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Peaky Blinders 4×05 – The DuelTEMPO DI LETTURA 6 min

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Dear Lord, vengeance is yours. My father. Look upon me. Vengeance…is yours too.

Si riprende esattamente da dove ci eravamo lasciati settimana scorsa e, come era facile prevedere, l’avvio di questo quinto episodio non lascia molto spazio alle parole, mostrandoci il tanto atteso faccia a faccia tra Thomas Shelby e Luca Changretta. Un vero e proprio duello in stile Far West, fatto di sguardi, parole di vendetta e pistole pronte a far fuoco, impreziosito da una regia impeccabile e dalla consueta fotografia in grado di padroneggiare giochi di luce e ombre con la sua inconfondibile eleganza. Un duello che però viene interrotto, com’era facile prevedere d’altronde, sul più bello, dall’intervento, questo un po’ meno prevedibile, della polizia di Birmingham, capitanata dal sergente Moss, intenzionato a fermare il massacro tra le due famiglie rivali e a riportare l’ordine nelle strade della sua città.
Ed è così, sulle note della oramai iconica “Red Right Hand” (questa volta interpretata da Iggy Pop e Jarvis Cocker) che ha inizio quello che, senza alcun dubbio, possiamo bollare come miglior episodio stagionale. Seguendo la tendenza di questo quarto arco stagionale, gli autori decidono dunque di riservare i primi minuti di puntata all’azione, raccontando il tanto atteso faccia a faccia tra il leader dei Peaky Blinders e il capofamiglia dei Changretta: il risultato finale sono dieci minuti di puro godimento, durante i quali racconto e regia riescono a fondersi alla perfezione ricreando nello spettatore il medesimo stato d’animo dei due personaggi, l’uno contro l’altro per motivi diversi, vendetta da una parte sopravvivenza dall’altra, ma entrambi accomunati dal desiderio di proteggere, anche se per ragioni differenti, la propria famiglia. Nel corso di questo scontro tra bad guys diventa difficile, quasi impossibile, distinguere vittime e carnefici, prede e predatori, questo perché il conflitto etico tra personaggi è talmente labile e pieno di contraddizioni da impedire allo spettatore di assegnare etichette orientando così la propria bussola morale in direzione di uno dei due character. L’ordine della sequenza e il suo ritmo risultano così stabiliti in funzione di un ben preciso percorso di lettura imposto allo spettatore, concepito in modo tale da combinare i vari elementi messi in gioco (azione, suspense, ritmi serrati, giochi di sguardi e promesse di vendetta) alla regia stessa, intesa qui, nella sua audacia, come ordinamento all’interno del quadro. Ordine sì ma senza linearità, una geometria tutt’altro che rigida, bensì flessibile, difficilmente decifrabile se si tiene in considerazione solo il puro e semplice scorrimento della sequenza.
Una volta smorzata la tensione grazie all’intervento del sergente Moss, l’episodio abbassa drasticamente i ritmi raccontando, nella prima metà, le conseguenze di quanto avvenuto finora sui vari membri della famiglia Shelby, a partire dall’esilio forzato di Michael, passando per l’inaspettata liaison tra Polly e Aberama Gold, fino ad arrivare al crollo fisico e mentale di Arthur, divorato nuovamente dai propri vizi. Vizi realistici, simbolo di un’umana debolezza da noi tutti condivisa a prescindere da esperienze personali, retaggio, patrimonio intellettuale o morale. Arrivati alla mezz’ora, però, qualcosa cambia. Luca Changretta, visibilmente infastidito dalla sua recente sconfitta con il leader degli Shelby, incontra Mr. Solomons, e ancora una volta Tom Hardy riesce nell’impresa di rubare la scena a tutti, confermando l’importanza del suo character per l’economia della serie nonostante la sua sporadica centralità all’interno del racconto. Arroganza e insolenza nei confronti del leader mafioso diventano così elementi di ulteriore pregio in un personaggio già di per sé perfetto, terzo polo di un classico stallo alla messicana che vede Alfie, Luca e Thomas legati indissolubilmente l’uno all’altro. Il match di pugilato tra l’uomo di Solomons e il figlio di Aberama Gold diventa così teatro dell’ennesima cospirazione ai danni del capofamiglia degli Shelby, confermando i nostri sospetti circa una convergenza delle diverse storyline in direzione di un unico polo narrativo. La silhouette in controluce di Mr. Solomons nei secondi finali di puntata alimenta ulteriormente i nostri dubbi circa le reali intenzioni del leader ebreo, anche se la soluzione più papabile sembra essere, almeno a giudicare dal pungente scambio verbale avuto con Changretta (“And then you will need to put another 100 on top of that because, well, you’re a fucking wop, mate“), quella di onorare l’amicizia con Thomas. Ma tenendo conto della natura dello show, possiamo senz’altro affermare che, da qui in avanti, tutto è possibile.
Ad accompagnare la puntata verso la sua conclusione abbiamo infine la cena tra Thomas e Jessie, ennesimo tentativo di umanizzazione del character di Cillian Murphy, in eterno conflitto tra la persona che realmente è e quella che avrebbe voluto diventare, oramai soltanto un fantasma del passato e sepolto sono tonnellate di cadaveri. Un peso che lo accompagnerà sempre nel corso della sua vita e che sempre gli ricorderà ciò che Jessie è riuscita a riassumere in una semplice frase, tanto laconica quanto esaustiva: “I imagine you have found out already that no amount of money allows you to pass through the steel sheets that separate class from class.“. Perché in fondo, agli occhi dei suoi “amici” del Governo, lui resterà sempre e soltanto uno sporco criminale, un semplice soldato chiamato a combattere le battaglie per coloro che non hanno il coraggio di farlo con le proprie forze.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Solite considerazioni in merito a regia, fotografia e interpretazioni attoriali
  • Il faccia a faccia tra Tommy e Luca Changretta
  • La ricaduta di Arthur
  • Il confronto tra Changretta e Mr. Solomons
  • L’interpretazione di Tom Hardy
  • Tutto è pronto per il match e certamente nel season finale il sangue scorrerà a fiumi
  • La liaison tra Polly e Aberama Gold poteva essere evitata ma forse fa parte di un big plan autoriale più elaborato

 

Ad un passo dal season finale, Peaky Blinders torna ad occupare il gradino più alto del nostro personalissimo podio portandosi a casa una meritata benedizione, l’ennesima, frutto dell’ottimo lavoro compiuto da cast e comparto autoriale ma soprattutto grazie ad un lavoro di scrittura difficilmente ravvisabile in altre opere coeve, in grado di tenere lo spettatore incollato allo schermo a prescindere dalla tipologia di sequenza messa in scena. La vera forza dello show, infatti, sta proprio in questa sua incredibile capacità di coinvolgere chi guarda a prescindere da tutto, sia che ci si trovi di fronte ad una sparatoria tra i due antagonisti principali, sia che venga mostrato un lento tra Tommy e Jessie in una vecchia stalla scarsamente illuminata. E questo perché Peaky Blinders, grazie alla sua accuratezza formale e alla potenza dei suoi dialoghi, riesce nella difficile impresa di restituirci costantemente una sincerità e un realismo scenico unici nel loro genere, in grado di farci apprezzare a pieno ogni singola sfumatura della narrazione e facendoci vivere ogni episodio letteralmente al fianco di Thomas Shelby e famiglia.

 

Dangerous 4×04 ND milioni – ND rating
The Duel 4×05 ND milioni – ND rating

 

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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