Vikings 5×04 – The PlanTEMPO DI LETTURA 3 min

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Uomo e natura: due elementi così distanti seppur così vicini. Una convivenza difficile che dall’alba dei tempi costruisce la storia venendo rappresentata nel corso degli anni da moltissimi mezzi visivi. Un argomento delicato che, se mal gestito, può trasformare una possibile grandezza visiva in un vano tentativo di intrattenimento ricercato.
Un compito non da tutti che ha pieno successo nella raffigurazione di Floki in Islanda, grazie all’eccellente lavoro di Peter Robertson (direttore della fotografia) e di tutto lo staff che, riuscendo ad esprimere la bellezza mozzafiato dell’isola, esaltano anche l’alienazione del vichingo confinato su di essa, unendo l’essere umano al naturale. I nuovi paesaggi sono infatti il punto cardine di questo quarto episodio. Bjorn, ricalcando le orme di navigatore del padre, è ormai giunto in Sicilia ( forse troppo presto da un punto di vista storico) iniziando quello che si prospetta un lungo viaggio nei territori del Mar Mediterraneo. Il sud Italia nelle sue usanze e nei suoi territori è completamente insolito per uno show abituato a paesaggi freddi e cupi, ed è rappresentato in maniera calda e solare, andando a mutare ed ampliare l’immaginario della serie di History Channel.
L’innovazione visiva ed il continuo evolversi della trama sono infatti molto importanti per uno show arrivato ad una quinta stagione, e sebbene il primo punto sia pienamente soddisfatto, il secondo subisce una battuta d’arresto. Con il passare da dieci a venti episodi, la serie ha infatti  deliberatamente scelto di diluire gli avvenimenti in molti più capitoli, costringendo Michael Hirst a rendere alcune puntate dei riempitivi. Questa 5×04 ha quindi il compito di fare da ponte per quelli che saranno dei grandi avvenimenti futuri, ma che tuttavia non ci è ancora dato sapere. La mancanza di azione e dinamicità appesantisce la narrazione, ma permette tuttavia l’introduzione di nuove alleanze e nuovi conflitti, giocando sopratutto sui sentimenti dei fan, mostrando la loro beniamina Lagertha, sempre più in difficoltà, costretta ad allearsi con Ubbe. Quest’ultimo, così come il fratello Ivar, grazie ad una caratterizzazione sempre più spiccata è riuscito ad uscire dal ruolo di personaggio secondario, diventando uno dei punti cardine di questa stagione; cosa che non si può dire per il fratello Hvitserk. Fin dalla sua prima apparizione (da adulto) nella quarta stagione, il ragazzo è sempre stato, tra i figli di Ragnar, quello con il minor numero di screen time e di conseguenza battute, relegandolo a poco più che una macchietta ed in questi episodi non è diverso. Per il momento infatti, il guerriero non è ancora riuscito a spiccare per diversi motivi, ma la volontà di renderlo più piacevole c’è come visto dalle scene dedicategli in The Plan, augurandosi che con il tempo possa migliorare.
Una speranza che sebbene sia possibile ora, era decisamente più improbabile nelle precedenti stagioni. Con la morte di Ragnar lo show è riuscito infatti a passare dal raccontare una storia incentrata su di un solo personaggio ad una serie più corale, dove tutti quanti non vivono in funzione del protagonista, ma sono più liberi di staccarsi dalla trama principale per “crearne” una loro. Una tendenza narrativa già vista in opere come Game Of Thrones, che sicuramente funziona e crea molteplici possibilità e nuovi scenari da utilizzare al meglio in una serie che non sembra voler finire troppo presto. La speranza è che Vikings non faccia la fine della sopraccitata serie HBO, mantenendo un’integrità storica ed una solida trama evitando il fan service ed i buchi di sceneggiatura, oltre che le puntate filler. Il marketing è infatti un’arma a doppio taglio, che da una parte può aumentare i soldi dietro un’opera e quindi la sua “grandezza”, ma che dall’altra può far sbiadire la qualità iniziale attraverso scelte basate esclusivamente sul profitto.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Narrazione corale, ormai ben integrata nello show
  • Bjorn e la Sicilia
  • “Of course i have a plan, i’m a cripple, not an idiot”
  • La fotografia delle scene in Islanda
  • Episodio narrativamente immobile
  • Alcuni personaggi non hanno ancora trovato il proprio ruolo

 

Un episodio di ottima fattura che soffre però dell’allungamento generale della serie, proponendosi come cuscinetto tra gli avvenimenti passati e quelli futuri ed introducendo nuove possibili trame e collegamenti tra i personaggi.

 

Homeland 5×03 2.97 milioni – 0.6 rating
The Plan 5×04 ND milioni – ND rating

 

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