Esistono due tipi di episodi pilota. Pensate a Lost o a Fringe, pensate a Buffy o a The Walking Dead. Cosa hanno in comune? Il pilot è vero che prepara e presenta tutto quello che sarà, ma in questi casi è anche un episodio di impatto, quasi fine a sé stesso. Lo scopo è quello di colpire e proiettare immediatamente lo spettatore nel mondo della serie, anche grazie a questa specie di “film introduttivo”. L’unico aspetto negativo potrebbe stare proprio nelle alte aspettative che un episodio del genere andrebbe a creare, talvolta smontate e sgonfiate subito dall’episodio seguente di andamento regolare e già contenente qualche schema stereotipato.
Esistono invece i pilot che fungono esclusivamente da presentazione, senza l’esigenza di sedurre. Sono quei pilot che riguardandoli appaiono elementari e mancanti di tutte le caratteristiche positive e negative che piano piano vanno costellando una serie. Spesso e volentieri questi episodi possono annoiare e spaesare lo spettatore, ma con il dovuto atto di fede possono anche lasciare aperta la possibilità di stupire episodio dopo episodio (esempio ad hoc: Person Of Interest). È quest’ultimo il caso di Penny Dreadful che difatti dopo i primi cinquanta minuti lascia una sensazione a metà tra la soddisfazione e la perplessità.
Le note positive sono senza dubbio legate al cast, di cui parleremo dopo, e le aspettative legate alle dinamiche dei rapporti che potrebbero evolversi in modo interessante. L’aspetto che lega il telespettatore alla perplessità sono direttamente collegate alla quantità di personaggi letterari introdotti. Da un lato questi potrebbero far venire l’acquolina in bocca ai fanatici del genere, per tutti gli altri potrebbero sembrare una sorta di cozzaglia di elementi accostati senza alcun perché. Ad ogni modo, sebbene possa sembrare un tema abusatissimo quello del “pastiche” tra personaggi provenienti da diverse opere letterarie, in realtà in questo caso è stato fatto un lavoro ben più sottile (o almeno si spera).
I Penny Dreadful altro non erano che l’equivalente britannico dei romanzi di appendice italiani e dei feuilleton francesi. Racconti/romanzi da un penny quindi, letteralmente “orrori da un penny”. La vera e propria letteratura di consumo, senza pretese, con il solo scopo di intrattenere il lettore. Ricorda niente? Si spera poi che questa consapevolezza stilistica venga portata avanti con una certa sapienza e qualità, senza scadere in una forma di “spazzatura inconsapevole”.
Per quanto riguarda il cast troviamo nomi più o meno noti. La fredda Vanessa Ives viene interpretata in modo impeccabile da Eva Green (“Kingdom Of Heaven”, “Camelot”, “Sin City” etc…); Reeve Carney veste i panni di uno dei personaggi di Oscar Wilde, l’esteta Dorian Gray; Sir Malcom Murray è Timothy Dalton (ben due “007”, “Doctor Who”, “Cime Tempestose”, etc…). Ethan Chandler è Josh Hartnett (“Sin City”, “Perl Harbor”, “Black Dhalia” etc…); Brona Croft viene interpretata da Billie Piper (“Evita”, “Doctor Who”, “Cose da Fare Prima Dei 30” etc…). E con un cast del genere sfido chiunque a non gettare anche solo una sbirciatina veloce per la mera curiosità generata da un casting del genere.
Per quanto riguarda l’idea della la serie tv, nasce da John Logan che al suo attivo vanta un Golden Globe (Sweeney Tood. 2008) e tre nomination agli Oscar per il suo lavoro come sceneggiatore. In produzione troviamo ancora John Logan a cui si aggiunge un altro Premio Oscar (per “American Beauty”): Sam Mendes (“Sky Fall”, “Il cacciatore di Aquiloni” “American Life” etc…).
Insomma, scorrendo l’elenco del cast ci si sente rassicurati da ogni dubbio, anche se ultimamente questo non si è rivelato garanzia di qualità e lunga durata, ma è ovvio che sotto certi aspetti questo rassicura anche i più diffidenti.
Quello che pare lampante è che questa produzione sia piuttosto costosa, sia per la magia degli effetti speciali sia per il cast, la conclusione più che scontata è che Showtime creda molto in Penny Dreadful. E voi?
PRO:
- Il cast è davvero degno di nota
- Se vi piace lo stile british questa serie tv fa certamente per voi
- Gli intrecci dei personaggi originari della letteratura horror
- L’incrocio di vari personaggi natii di varie opere letterarie. Se da un lato può essere interessante, dall’altro lascia perplessi
A volte guardare il pilot non può bastare per giudicare un prodotto. Questo è il caso di “Night Work” che se da un lato si porta dietro tante aspettative, dall’altro necessita della fiducia del telespettatore. Il mix di personaggi letterari entusiasma, è vero, ma ci porta anche a domandarci dove gli autori vogliano andare a parare. A questo punto pare ovvio che il giudizio è rimandato.
Scritta a 4 mani con Valerio Di Paolo.
Night Work 1×01 | 1.44 milioni – ND rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.