Era il 2010, praticamente la golden age degli adattamenti young adult al cinema. Un filone nato con Chris Columbus e il primo film di Harry Potter, prezioso franchise di Warner, e che scatenò una lunga corsa agli armamenti da parte dei vari studios per assicurarsi la propria gallina dalle uova d’oro con protagonisti giovani adolescenti.
Fox andò a pescare nei romanzi di Rick Riordan, assegnando il compito impellente proprio a quel Chris Columbus, e lanciando come nuove star i giovani Logan Lerman e Alexandra Daddario. Un successo discreto che, tuttavia, non riuscì a spingere Fox ad andare oltre il secondo capitolo di una saga composta essenzialmente da ben cinque libri.
Passano gli anni, Hunger Games torna al cinema con un prequel, Warner annuncia una nuova serie sul maghetto più famoso del mondo e Fox, ora parte di Disney, decide di rilanciare Percy Jackson con una serie TV, curata direttamente dal suo papà Rick Riordan. Un progetto certamente ambizioso, in cui si presuppone che ogni stagione andrà ad adattare un libro della saga, potendo prendersi i giusti tempi narrativi e quindi meglio adattare un’opera letteraria. Una possibile svolta anche per Disney+, al momento orfana di una propria Stranger Things, ossia una serie young adult capace di fidelizzare il grande pubblico. Resta da vedere se ci riuscirà il giovane mezzosangue Perseo.
ESPULSO
Percy Jackson è un classico ragazzino bullizzato di New York City. Padre ignoto, vive con l’amorevole madre e il suo compagno, esatto contrario di lei. Un incipit molto ben inquadrato, che catapulta subito lo spettatore in un mondo nuovo grazie a una coinvolgente narrazione in prima persona del protagonista. Subito, infatti, si riescono a delineare i tratti caratteristici della vita del giovane Percy che ha in Grover il suo unico amico, forse l’unico a capirlo davvero, un’ancora in mezzo a una scuola che lo vede come un vero e proprio estraneo.
La dinamica scolastica di Percy funziona veramente, riuscendo ad essere credibile per uno spettatore coetaneo rispetto ai personaggi e, allo stesso tempo, catturando l’interesse di uno spettatore più adulto. In più, si aggiungono le visioni e le voci percepite dal protagonista, che aggiungono la giusta dose di mistery ad una trama già di per sé abbastanza accattivante. C’è qualcosa che non va nel giovane Percy e l’ottima regia di James Bobin riesce a trasmetterlo deliziosamente, senza mai esagerare, stuzzicando il giusto.
IL VIAGGIO DELL’EROE
Il percorso del protagonista che parte dall’espulsione da scuola, punto di rottura con la vita ordinaria di Percy, rappresenta il più classico viaggio dell’eroe, quel paradigma narrativo reso popolare dagli studi di Joseph Campbell e che si trova alla base delle più famose opere di narrativa.
“I accidentally vaporize my pre-algebra teacher” si può tranquillamente suddividere in due metà, di cui la prima narra dei visibili disturbi del protagonista e dell’escalation di eventi che lo porta a rompere la sua vita monotona. La seconda metà è invece tutta incentrata dalla fuga verso il Campo Mezzosangue, con una forte componente di azione e le prime avvisaglie di un mondo fantastico dove dei e mostri coesistono con gli esseri umani.
Questo Campo è l’unico porto sicuro per i mezzosangue come Percy, anche noti come semidei, figli di un dio e un essere umano. Il primo pilastro della lore della saga di Riordan, che andrà ovviamente ad ampliarsi nei successivi sette episodi. Percy è sempre stato tenuto sotto controllo: il suo amico Grover è in realtà un satiro, la baita di famiglia è in realtà il luogo dove sua madre aveva conosciuto il misterioso dio, padre del giovane protagonista, e addirittura il suo professore di latino non è nient’altro che Chirone, centauro direttore delle attività al Campo Mezzosangue.
CHI BEN COMINCIA…
Si può dunque affermare che questo pilot di Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo sia un primo episodio incoraggiante, in cui si percepisce fortemente la mano dell’autore sulla sceneggiatura. I presupposti per far bene ci sono tutti e la scelta di un cast di attori semisconosciuti potrebbe rivelarsi indovinata. Non spendendo molto per gli attori ci si può immaginare una maggiore attenzione per la production value, per i VFX.
Tutte sensazioni percepite già da questo pilota e che sarebbe veramente un peccato deludere con i successivi episodi.
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Un voto incoraggiante per il pilot di questa nuova trasposizione della saga di Percy Jackson. I difetti sono veramente poca roba e, nella maggior parte dei casi, dovuti all’inesperienza dei giovani attori, ma nulla che infici la visione per uno spettatore lasciato a metà dell’opera nel 2012 e volenteroso di rituffarsi nel mondo creato dalla penna di Rick Riordan.
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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.