La prima (e forse ultima) stagione di Perpetual Grace LTD sta volgendo rapidamente al termine e, in maniera diametralmente opposta, la trama si continua a sviluppare molto lentamente, questa volta anche permettendosi il lusso di tenere fuori anche character importanti che finora avevano tenuto in piedi la prima metà della stagione. E proprio di questo si potrebbe parlare perchè, da “When Doves Cry” in poi, la serie ha cominciato a prendere una direzione molto più attendista rispetto al passato, quasi facendo un ripulisti delle trame precedentemente affrontate (la “Hermosillo storyline” è stata praticamente archiviata con annessa dipartita scenica del buon Hector Contreras), sostituite da altre (New Leaf ed il vero Paul Allen Brown non sono un match) che al momento non riescono a tener botta mantenendo l’interesse delle precedenti. Un bel problema.
Paul Allen Brown: “Sorry about your mom and dad.”
New Leaf: “Thanks.”
Paul Allen Brown: “Family’s five-ever.”
New Leaf: “Family’s what?”
Paul Allen Brown: “More than forever. They’re still here.”
New Leaf: “That’s beautiful, man. Thank you.”
James: “They’re still here, New Leaf. And you’re still New Leaf ‘cause family is five-ever.”
Il tutto può essere serenamente ricondotto ad una mera interazione tra i personaggi: c’è chi funziona meglio con uno specifico (New Leaf), c’è chi funziona bene con chiunque (James), c’è chi migliora da solo l’intero circondario (Byron Brown), c’è chi ha bisogno di un supporto per potersi esprimere al meglio (Hector e Paul Allen Brown). Nella prima parte della stagione si erano create delle dinamiche che ora sono venute a mancare, andando inevitabilmente a destabilizzare degli equilibri faticosamente creati ed ora diventati dannatamente necessari da ristabilire, specie se alcuni dei protagonisti principali non compaiono nemmeno in un episodio.
È la sensazione che manchi qualcosa, ultimamente, a rendere la visione di Perpetual Grace LTD un po’ noiosa. I dialoghi e la follia generale che accompagna normalmente le discussioni tra i personaggi di questo strano universo rimangono sempre di alto livello nel loro non-sense, ma il botta e risposta (molto spesso sostenuto da Byron Brown) sta venendo lentamente a mancare, specie per via dei caratteri non proprio forti di tutti i personaggi principali che, a flemma, sono molto deboli. Questo è abbastanza evidente nell’interrogatorio del Texas Ranger (che non ha mai visto Walker Texas Ranger) Wesley Walker con Glenn, così come è palese anche nel dialogo tra James, New Leaf e Paul Allen Brown che è interessante ma non entusiasmante.
L’assenza di Kingsley, come già detto, pesa molto nei 55 minuti della puntata ma l’attenzione finalmente concessa al vero Paul Allen Brown permette finalmente di conoscerlo un po’ di più e, soprattutto, rappresenta l’occasione giusta per fare un po’ di background circa l’omicidio di cui sembra essere responsabile. La sensazione di essere davanti ad un “moron genius, or a genius moron” era già chiara ma diventa addirittura limpida una volta visto il suo piano per prendere i soldi e tenere la bambina distante: alla luce delle circostanze attuali, la morte della bambina/allieva di magia sembra essere più un errore che una scelta ma non è ancora sicurissimo, il che tiene sempre in alto almeno l’interesse. Ora però c’è bisogno di riportare Byron Brown in scena.
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Bull Face 1×07 | ND milioni – ND rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.