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Post-pausa un po’ amaro per tutti i fan di Person Of Interest che dopo diverse settimane di attesa forse si aspettavano qualcosa di meglio per questa “Last Call”. Invece arriva un altro episodio pressochè filler, l’ennesimo dal post HR, che sembra catapultarci indietro di due anni alla prima stagione dove la trama orizzontale era ancora poco sviluppata e le aspettative per questa serie non erano ancora al livello di quelle di questa stagione. L’episodio di per se non è malvagio, abbastanza Harold-centrico, con Reese che si nota solo per aver steso una decina di uomini nel bar dei messicani e Shaw che si vede un po’ più spesso ma che non è così fondamentale ai fini del caso di giornata.
Quello che invece ne giova di più dalla struttura dell’episodio è Fusco, ormai persona ammirata e stimata da tutti, e che anche stavolta dimostra di essere un buon detective e una gran brava persona. L’evoluzione del personaggio ed il suo miglioramento rispetto alla sua prima apparizione è impressionante e decisamente apprezzabile perchè, ammettiamolo, Fusco è l’unico character dalle caratteristiche “normali” in un panorama fatto di hacker, ex agenti del governo e CEO malvagi. Il suo nuovo status quo se l’è meritato.
Last Call”, come altri in precedenza, ricorda molto una grande pellicola del passato, nella fattispecie Die Hard: Duri A Morire. Anche li infatti abbiamo una coppia del tutto improvvisata (nel nostro caso un po’ meno, visto che Harold non era certo li per caso) che è alle prese con una telefonata con un pazzo che minaccia di far saltare in aria qualcosa o qualcuno in modo da ottenere altro in cambio. Ovviamente nel nostro caso le dinamiche sono un po’ differenti, vista la presenza di Reese e Shaw che alla fine rovineranno il piano di questo killer su commissione. Proprio questo fantomatico personaggio, ancora avvolto nel mistero, rappresenta forse la nota più lieta dell’episodio. In realtà l’inserire un nuovo villain può rivelarsi un’arma a doppio taglio in quanto POI è già zeppa di cattivi che aspettano solo di tornare alla ribalta e l’aggiungerne uno per poi lasciarlo nel dimenticatoio per tutto il resto della stagione rischia di essere più un punto a sfavore che uno a favore. Comunque personalmente la vedo più come una nota a favore, in quanto un nuovo villain non può far altro che dare nuova linfa alla trama e in questo senso gli autori non hanno mai sbagliato un colpo finora. Ricordo infatti che in circolazione da “Critical” c’è ancora tale Wesley di cui non si è sentito più parlare.
Nota finale dedicata al cambiamento di carattere improvviso dimostrato negli ultimi minuti da Finch che prima minaccia (molto seriamente) di elettrizzare uno degli assassini e poi risponde in maniera molto concreta alla chiamata del misterioso nuovo hacker. Un cambiamento che, devo essere sincero, mi ha molto sorpreso. In effetti le reazioni al post Carter sono stato molto analizzate solo dal punto di vista emotivo di Reese ma da quello di Finch non ce n’è quasi stata traccia. E se fosse stato proprio Harold in realtà quello che ne ha sofferto di più?
Quello che invece ne giova di più dalla struttura dell’episodio è Fusco, ormai persona ammirata e stimata da tutti, e che anche stavolta dimostra di essere un buon detective e una gran brava persona. L’evoluzione del personaggio ed il suo miglioramento rispetto alla sua prima apparizione è impressionante e decisamente apprezzabile perchè, ammettiamolo, Fusco è l’unico character dalle caratteristiche “normali” in un panorama fatto di hacker, ex agenti del governo e CEO malvagi. Il suo nuovo status quo se l’è meritato.
Last Call”, come altri in precedenza, ricorda molto una grande pellicola del passato, nella fattispecie Die Hard: Duri A Morire. Anche li infatti abbiamo una coppia del tutto improvvisata (nel nostro caso un po’ meno, visto che Harold non era certo li per caso) che è alle prese con una telefonata con un pazzo che minaccia di far saltare in aria qualcosa o qualcuno in modo da ottenere altro in cambio. Ovviamente nel nostro caso le dinamiche sono un po’ differenti, vista la presenza di Reese e Shaw che alla fine rovineranno il piano di questo killer su commissione. Proprio questo fantomatico personaggio, ancora avvolto nel mistero, rappresenta forse la nota più lieta dell’episodio. In realtà l’inserire un nuovo villain può rivelarsi un’arma a doppio taglio in quanto POI è già zeppa di cattivi che aspettano solo di tornare alla ribalta e l’aggiungerne uno per poi lasciarlo nel dimenticatoio per tutto il resto della stagione rischia di essere più un punto a sfavore che uno a favore. Comunque personalmente la vedo più come una nota a favore, in quanto un nuovo villain non può far altro che dare nuova linfa alla trama e in questo senso gli autori non hanno mai sbagliato un colpo finora. Ricordo infatti che in circolazione da “Critical” c’è ancora tale Wesley di cui non si è sentito più parlare.
Nota finale dedicata al cambiamento di carattere improvviso dimostrato negli ultimi minuti da Finch che prima minaccia (molto seriamente) di elettrizzare uno degli assassini e poi risponde in maniera molto concreta alla chiamata del misterioso nuovo hacker. Un cambiamento che, devo essere sincero, mi ha molto sorpreso. In effetti le reazioni al post Carter sono stato molto analizzate solo dal punto di vista emotivo di Reese ma da quello di Finch non ce n’è quasi stata traccia. E se fosse stato proprio Harold in realtà quello che ne ha sofferto di più?
PRO:
- Episodio che rimanda a Die Hard
- Comparsa di un nuovo e misterioso villain
- Finch che tira fuori un lato del suo carattere mai visto finora
- Tutto il distretto ai piedi di Fusco
CONTRO:
- Ennesimo filler che non porta avanti la trama orizzontale
- Reese e Shaw sottoutilizzati per tutto l’episodio
- Root sparita ormai da troppe puntate
Altro episodio che non verrà ricordato negli annali di POI ma che comunque merita mezzo punto in più del precedente “Provenance” vista la comparsa di un nuovo e promettente antagonista e dopo la cancellazione dell’HR direi che ce n’è bisogno.
Provenance 3×14 | 12.35 milioni – 2.1 rating |
Last Call 3×15 | 11.0 milioni – 1.8 rating |
VOTO EMMY
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.