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Se Nolan deve fare una cosa, la fa dannatamente bene. La fa in una maniera talmente epica e dettagliata da far si che “Oh my God” siano le prime parole che usciranno dalle nostre bocche appena finito di vedere “A House Divided”. Ma in realtà non è una cosa voluta solo per questa puntata perché ogni volta che guardiamo un episodio di questa magnifica serie non pensiamo di poterci stupire più dell’episodio precedente ed invece questo puntualmente accade. E questa volta il buon Jonathan Nolan ha fatto veramente il botto.
La guerra tra le due divinità? Il faccia a faccia Greer-Finch? Team Samaritan vs Team Machine? Ebbene il vincitore è uscito, ma non è nessuno dei due contendenti perché, si sa, tra i due litiganti, a godere è quasi sempre il terzo, e allora mentre le due fazioni erano impegnate a combattersi a vicenda, nel quel di Vigilance, Collier stava progettando la sua mossa. E che mossa.
La genialità del diversivo con cui depistano Reese è solo la prima parte del piano che permette agli antigovernativi di arrivare in tutta tranquillità al nascondiglio di Greer, riuscendo a prendersi tutto il pacchetto completo, più un grosso ed occhialuto bonus. Non solo, riescono ad arrivare anche al senatore amico di Greer ed a Control allestendo un palcoscenico di tutto rispetto in cui la scena finale, con tutti i pezzi grossi sopracitati messi seduti ed in riga come fossero imputati in un maxi processo, è da brividi. Le parole di Collier, che cita un misterioso “trial”, non possono che farci venire ancora di più l’acquolina in bocca in vista del season finale che spiazza tutti ponendo Vigilance come la vera minaccia prioritaria da affrontare.
Si perchè bisogna dire una cosa di Collier e soci, e cioè che non hanno mai veramente convinto come nemici perchè se confrontati con Decima o l’HR era abbastanza palese la differenza. Non che fosse un gruppo di cui non preoccuparsi, semplicemente incutevano meno timore reverenziale rispetto alle altre due organizzazioni, anche ma non solo per l’assenza di una vera e reale motivazione dietro la loro ideologia. Inneggiare alla libera informazione può bastare per creare il collante di un gruppo ma non basta per tridimensionalizzarlo e portarlo al pari di Decima o dell’HR che alle spalle hanno e avevano rispettivamente delle basi ben più solide, ma qui “A House Divided” rimedia gloriosamente.
L’episodio si fa apprezzare per via del flashback con protagonista Collier e per le (seppur poche) informazioni sul passato di Greer. In particolare veniamo a scoprire cosa ha fatto scattare in Collier la molla che lo ha reso il (presunto) capo di Vigilance. Presunto perchè ci viene svelato che Collier non è la vera mente dietro Vigilance ma c’è qualcuno ancora più potente in possesso di mezzi di informazione affidabilissimi, a giudicare da come è riuscito a scovare il nascondiglio di Greer. L’attenzione dedicata al braccio armato di Vigilance finalmente regala profondità alla sua causa e al tempo stesso aumenta il livello di timore reverenziale che si deve avere nei confronti dell’organizzazione perchè per portare avanti un ideale non c’è benzina migliore della vendetta personale.
In tutto il parapiglia della puntata non dimentichiamoci però di Root, ormai al centro del team e pedina fondamentale e imprescindibile nella lotta ad entrambi i fronti. Proprio lei, che un tempo era nemica, diventa ora l’ago della bilancia in questa sempre più grande guerra che sta prendendo forma. Riguardo al concetto di “alleato-nemico” è giusto spendere alcune parole. In POI abbiamo visto tantissimi cambi di schieramento (non ultimo quello di Hersh in questo episodio), alcuni dovuti a causa di forze maggiori e altri solo per convenienza. Ebbene, se di solito cambiamenti di questo tipo portano soltanto confusione, in questa serie riescono a dare un effetto di dinamicità quasi unico, riuscendo a cogliere lo spettatore sempre di sorpresa, senza mai cadere nel banale o nello scontato. Basti pensare ai numerosi cambi di prospettiva a cui nelle scorse stagioni ci avevano mostrato la figura di Elias: prima nemico, poi amico, poi alleato per alcune cause comuni ed ora lasciato nel dimenticatoio in attesa di tempi migliori. Chissà magari nella prossima puntata potremmo vedere addirittura Greer e Harold uniti contro la causa comune chiamata Vigilance, non ci si potrebbe sorprendere se accadesse.
Solo applausi quindi agli autori di POI che per l’ennesima volta riescono a piazzare in una sola puntata tantissimi personaggi di una certa importanza, senza far sfigurare nessuno, senza nessuna forzatura e dando a tutti lo spazio di cui sono meritevoli. A tutti eccetto Fusco che però se ne farà una ragione.
La guerra tra le due divinità? Il faccia a faccia Greer-Finch? Team Samaritan vs Team Machine? Ebbene il vincitore è uscito, ma non è nessuno dei due contendenti perché, si sa, tra i due litiganti, a godere è quasi sempre il terzo, e allora mentre le due fazioni erano impegnate a combattersi a vicenda, nel quel di Vigilance, Collier stava progettando la sua mossa. E che mossa.
La genialità del diversivo con cui depistano Reese è solo la prima parte del piano che permette agli antigovernativi di arrivare in tutta tranquillità al nascondiglio di Greer, riuscendo a prendersi tutto il pacchetto completo, più un grosso ed occhialuto bonus. Non solo, riescono ad arrivare anche al senatore amico di Greer ed a Control allestendo un palcoscenico di tutto rispetto in cui la scena finale, con tutti i pezzi grossi sopracitati messi seduti ed in riga come fossero imputati in un maxi processo, è da brividi. Le parole di Collier, che cita un misterioso “trial”, non possono che farci venire ancora di più l’acquolina in bocca in vista del season finale che spiazza tutti ponendo Vigilance come la vera minaccia prioritaria da affrontare.
Si perchè bisogna dire una cosa di Collier e soci, e cioè che non hanno mai veramente convinto come nemici perchè se confrontati con Decima o l’HR era abbastanza palese la differenza. Non che fosse un gruppo di cui non preoccuparsi, semplicemente incutevano meno timore reverenziale rispetto alle altre due organizzazioni, anche ma non solo per l’assenza di una vera e reale motivazione dietro la loro ideologia. Inneggiare alla libera informazione può bastare per creare il collante di un gruppo ma non basta per tridimensionalizzarlo e portarlo al pari di Decima o dell’HR che alle spalle hanno e avevano rispettivamente delle basi ben più solide, ma qui “A House Divided” rimedia gloriosamente.
L’episodio si fa apprezzare per via del flashback con protagonista Collier e per le (seppur poche) informazioni sul passato di Greer. In particolare veniamo a scoprire cosa ha fatto scattare in Collier la molla che lo ha reso il (presunto) capo di Vigilance. Presunto perchè ci viene svelato che Collier non è la vera mente dietro Vigilance ma c’è qualcuno ancora più potente in possesso di mezzi di informazione affidabilissimi, a giudicare da come è riuscito a scovare il nascondiglio di Greer. L’attenzione dedicata al braccio armato di Vigilance finalmente regala profondità alla sua causa e al tempo stesso aumenta il livello di timore reverenziale che si deve avere nei confronti dell’organizzazione perchè per portare avanti un ideale non c’è benzina migliore della vendetta personale.
In tutto il parapiglia della puntata non dimentichiamoci però di Root, ormai al centro del team e pedina fondamentale e imprescindibile nella lotta ad entrambi i fronti. Proprio lei, che un tempo era nemica, diventa ora l’ago della bilancia in questa sempre più grande guerra che sta prendendo forma. Riguardo al concetto di “alleato-nemico” è giusto spendere alcune parole. In POI abbiamo visto tantissimi cambi di schieramento (non ultimo quello di Hersh in questo episodio), alcuni dovuti a causa di forze maggiori e altri solo per convenienza. Ebbene, se di solito cambiamenti di questo tipo portano soltanto confusione, in questa serie riescono a dare un effetto di dinamicità quasi unico, riuscendo a cogliere lo spettatore sempre di sorpresa, senza mai cadere nel banale o nello scontato. Basti pensare ai numerosi cambi di prospettiva a cui nelle scorse stagioni ci avevano mostrato la figura di Elias: prima nemico, poi amico, poi alleato per alcune cause comuni ed ora lasciato nel dimenticatoio in attesa di tempi migliori. Chissà magari nella prossima puntata potremmo vedere addirittura Greer e Harold uniti contro la causa comune chiamata Vigilance, non ci si potrebbe sorprendere se accadesse.
Solo applausi quindi agli autori di POI che per l’ennesima volta riescono a piazzare in una sola puntata tantissimi personaggi di una certa importanza, senza far sfigurare nessuno, senza nessuna forzatura e dando a tutti lo spazio di cui sono meritevoli. A tutti eccetto Fusco che però se ne farà una ragione.
PRO:
- Altro mistero celato dietro il boss di Vigilance: nuovo villain in arrivo?
- Support cast inserito in maniera praticamente perfetta
- Dialogo tra Greer e Harold ai limiti dell’epicità
- La strategia di Vigilance che sorprende tutto e tutti
CONTRO:
- Tante sorprese ma forse un po’ poca azione nell’episodio
E così, quando tutti avevano l’acquolina in bocca pensando a un finale di stagione dedicato alla battaglia tra i nostri e Decima, ecco che gli autori ci piazzano questa “sorpresina” che di sicuro non ci farà storcere il naso.
Beta 3×21 | 11.31 milioni – 1.9 rating |
A House Divided 3×22 | 10.50 milioni – 1.7 rating |
VOTO EMMY
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.