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Shaw is alive.
Partire dall’ultima scena è pressoché d’obbligo visto il calibro della ripercussione che questa scelta avrà nel futuro (e soprattutto nelle future stagioni) di Person of Interest. Che Sarah Shahi dovesse momentaneamente sparire dal cast per motivi personali già si sapeva, l’incognita riguardava invece un suo possibile ritorno in data da destinarsi, ritorno che per la gioia dei fan ora sembra molto più probabile. Ma quello che noi sappiamo dall’ultima scena non è quello che sanno anche Finch e compagnia, che sono invece stati convinti dalla Machine a smettere di cercare la loro compagna.
Decisione che porta all’abbandono del team da parte di Root. Forse è questa la decisione più forte da parte degli autori, che allontanano così dalla scena anche l’altro membro femminile del team, creando un momentaneo vuoto nella squadra, formata ora solo da tre elementi. A riempire parzialmente questo vuoto ci pensa, in “M.I.A.”, l’agente Silva, personaggio già introdotto precedentemente e che ha il compito di aiutare Fusco nella parte “filler” dell’episodio, ovvero il POI di giornata. La domanda che molti di voi si saranno fatti riguardo la permanenza della Arjona all’interno della serie è più che legittima e di sicuro un personaggio del genere potrebbe non sfigurare all’interno del team. Il carattere si abbina perfettamente a quello degli altri membri, aggiungeteci battute alla “bullets go great with tea” in tipico Shaw’s style ed ecco a voi il nuovo membro del team POI. Scherzi a parte non abbiamo la sfera di cristallo per poterlo affermare con certezza, ma di sicuro l’idea di un agente Silva regular (o parzialmente, tipo Shaw durante la stagione 2) all’interno del team è alquanto interessante. Anche perché la serie deficita di personaggi femminili in questo momento e si sa, anche l’occhio vuole la sua parte.
In linea generale, come in altri casi, gli autori hanno optato per la divisione in due parti dell’episodio, divisione che porta con sé aspetti sia positivi che negativi. Se da una parte infatti si riesce a seguire in maniera più che accettabile entrambe le sceneggiature, dall’altra la divisione del cast (Root+Reese vs Fusco+Silva) rende sia per trama che per spessore dei personaggi la prima troppo più interessante della seconda. A maggior ragione, vista l’ottima e convincente prova di Amy Acker, già su alti livelli in tutta la serie
ma più che mai in questo episodio. Siamo giunti cosi ad un bivio, il mini-ciclo di episodi che doveva portare alla scomparsa di Shaw è finito (dubito fortemente Sarah Shahi farà altre comparsate nel prossimo anno e mezzo) e la serie ora si trova davanti due opzioni: continuare con il filone di Samaritan oppure dedicarsi alle altre sottotrame (tipo Elias e Dominic) che in POI sono tutt’altro che secondarie.
In ogni caso, sfumando in tal modo la trama principale, il risultato potrà sembrare, sul momento, anticlimatico, ma in realtà è un lavoro utile per garantire maggiore fluidità da qui alla fine della stagione. Creare una tensione crescente, con conseguente finale epico, non farebbe altro che rendere brusco un inevitabile ritorno al filler. La CBS non è un canale via cavo e quindi il livello quantitativo degli episodi è tutt’altro che modesto. La capacità di diluire più trame in maniera dosata prima di giungere ad un altro eventuale finale mozzafiato, non può che essere considerata una virtù.
Qualsiasi scelta facciano gli autori il risultato sarà garantito, non ci si può aspettare altro da una serie che finora non ha mai sbagliato un colpo.
Partire dall’ultima scena è pressoché d’obbligo visto il calibro della ripercussione che questa scelta avrà nel futuro (e soprattutto nelle future stagioni) di Person of Interest. Che Sarah Shahi dovesse momentaneamente sparire dal cast per motivi personali già si sapeva, l’incognita riguardava invece un suo possibile ritorno in data da destinarsi, ritorno che per la gioia dei fan ora sembra molto più probabile. Ma quello che noi sappiamo dall’ultima scena non è quello che sanno anche Finch e compagnia, che sono invece stati convinti dalla Machine a smettere di cercare la loro compagna.
Decisione che porta all’abbandono del team da parte di Root. Forse è questa la decisione più forte da parte degli autori, che allontanano così dalla scena anche l’altro membro femminile del team, creando un momentaneo vuoto nella squadra, formata ora solo da tre elementi. A riempire parzialmente questo vuoto ci pensa, in “M.I.A.”, l’agente Silva, personaggio già introdotto precedentemente e che ha il compito di aiutare Fusco nella parte “filler” dell’episodio, ovvero il POI di giornata. La domanda che molti di voi si saranno fatti riguardo la permanenza della Arjona all’interno della serie è più che legittima e di sicuro un personaggio del genere potrebbe non sfigurare all’interno del team. Il carattere si abbina perfettamente a quello degli altri membri, aggiungeteci battute alla “bullets go great with tea” in tipico Shaw’s style ed ecco a voi il nuovo membro del team POI. Scherzi a parte non abbiamo la sfera di cristallo per poterlo affermare con certezza, ma di sicuro l’idea di un agente Silva regular (o parzialmente, tipo Shaw durante la stagione 2) all’interno del team è alquanto interessante. Anche perché la serie deficita di personaggi femminili in questo momento e si sa, anche l’occhio vuole la sua parte.
In linea generale, come in altri casi, gli autori hanno optato per la divisione in due parti dell’episodio, divisione che porta con sé aspetti sia positivi che negativi. Se da una parte infatti si riesce a seguire in maniera più che accettabile entrambe le sceneggiature, dall’altra la divisione del cast (Root+Reese vs Fusco+Silva) rende sia per trama che per spessore dei personaggi la prima troppo più interessante della seconda. A maggior ragione, vista l’ottima e convincente prova di Amy Acker, già su alti livelli in tutta la serie
ma più che mai in questo episodio. Siamo giunti cosi ad un bivio, il mini-ciclo di episodi che doveva portare alla scomparsa di Shaw è finito (dubito fortemente Sarah Shahi farà altre comparsate nel prossimo anno e mezzo) e la serie ora si trova davanti due opzioni: continuare con il filone di Samaritan oppure dedicarsi alle altre sottotrame (tipo Elias e Dominic) che in POI sono tutt’altro che secondarie.
In ogni caso, sfumando in tal modo la trama principale, il risultato potrà sembrare, sul momento, anticlimatico, ma in realtà è un lavoro utile per garantire maggiore fluidità da qui alla fine della stagione. Creare una tensione crescente, con conseguente finale epico, non farebbe altro che rendere brusco un inevitabile ritorno al filler. La CBS non è un canale via cavo e quindi il livello quantitativo degli episodi è tutt’altro che modesto. La capacità di diluire più trame in maniera dosata prima di giungere ad un altro eventuale finale mozzafiato, non può che essere considerata una virtù.
Qualsiasi scelta facciano gli autori il risultato sarà garantito, non ci si può aspettare altro da una serie che finora non ha mai sbagliato un colpo.
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Episodio che non verrà certo ricordato tra i migliori di POI ma che di sicuro svolge il suo dovere senza sbavature. Certo se nel complesso dobbiamo confrontare la trilogia su HR e la fine dell’agente Carter con questo miniciclo dedicato alla scomparsa di Shaw il risultato è una schiacciante vittoria a favore del primo.
Comunque, in generale, l’episodio e la quadrilogia intera meritano la sufficienza piena e gettano anche le basi per qualche piacevole sorpresa futura
Comunque, in generale, l’episodio e la quadrilogia intera meritano la sufficienza piena e gettano anche le basi per qualche piacevole sorpresa futura
Control-Alt-Delete 4×12 | 10.16 milioni – 1.7 rating |
M.I.A. 4×13 | 9.28 milioni – 1.4 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.