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Person Of Interest è una serie che stupisce continuando a scuoterci come fa un terremoto. Ci ha insegnato e ci insegna che nulla è come sembra.
Chi sono i buoni? Chi i cattivi? Dobbiamo sconfiggere o aiutare? Chi ha tutte le caratteristiche per essere un nemico in realtà è una vittima e viceversa. Dopo un lutto, una partenza, ci vuole un po’ per riprendersi e Finch, Reese e Fusco, nonostante il ritorno alla routine quotidiana, devono abituarsi al nuovo assetto; l’assenza di Root e Shaw si sente. Il team è ancora scosso per tutto ciò che è accaduto, è come se uno Tsunami si fosse abbattuto sui nostri eroi, avesse distrutto certezze e idee, avesse divelto tutto intorno a loro; “ricostruire” e risollevarsi è necessario ma difficile.
Dopo alcune puntate di assestamento con “Q&A” il ritmo si fa più sostenuto e il timore per i nostri eroi aumenta. Se abbiamo “perso” due donne importanti per la serie, “Q&A” pone al centro proprio due figure femminili che smuovono il terreno sotto i nostri piedi: Claire – molto simile a Root sotto molti punti di vista, ed è ancor più chiaro quando sono l’una contro l’altra – già conosciuta in Nautilus, seconda puntata di questa stagione, e Anna Mueller (Bella Dayne, vista in American Horror Story).
Nolan è bravissimo a giocare con i personaggi, con la loro storia, intreccia le fila e non dà certezze, prendendosi gioco di noi che viviamo le ansie del team. Noi ci chiediamo: chi delle due è la vittima? La “ferita” Claire o la combattente Anna?
Se la prima è geniale hacker assoldata da Samaritan, la seconda è programmatrice dalla doppia vita, se la prima appare fragile e bisognosa di cure, la seconda sembra sicura e forte, se la prima recita la parte per attirare il compassionevole Finch, la seconda invece combatte “fuori” per non combattere in casa (la triste storia della sorella Jill). A poco a poco la verità viene a galla. Claire è perfetta attrice che dolente si giostra sul “palco”, di fronte ad uno spettatore d’eccezione, il paterno Harold che accoglie le parole della giovane. Anna invece indossa una maschera – perché è meglio armarsi contro un mare di guai, piuttosto che attendere la tempesta -; lividi, ganci e destri sono più sopportabili del dolore di vedere soffrire la propria sorella.
“Q&A” si costruisce, come spesso accade, incastrando le vicende relative ai personaggi della puntata e nello spettatore monta il fastidio verso la falsaria e la pietà verso la guerriera. L’episodio lavora sul tema della guerra, quella di chi crede, quella di chi soffre, quella di chi è esaltato. Claire da una parte combatte la guerra fanatica in nome di Samaritan, convinta della buona fede dell’Intelligenza Artificiale, invasata quando, all’interno della scuola, mostra a Finch quale sia il loro scopo: salvare il mondo, migliorarlo e gli “strumenti” migliori sono i bambini e l’educazione. Può nascere il dubbio in noi? Possiamo fidarci dell’Antitesi della Macchina?
Dopo la morte (?) di Shaw il timore di perdere un altro componente è oramai nostro compagno; e ringraziamo la fedele Root, che compare dal nulla, come il cavaliere mascherato per salvare Finch.
Dall’altra parte c’è Anna che combatte la sua battaglia: di notte sul ring in un incontro clandestino, di giorno nell’azienda che ha creato il Sistema Val, in grado di fornire informazioni su richiesta vocale. Ma si nasconde qualcos’altro dietro al software. Intenso è il dialogo tra lei è Reese: Anna fugge dalla malattia della sorella, desiderosa di controllare qualcosa: sul ring o si vince o si perde. Anna e Claire dunque sono l’una l’opposto dell’altra e non possiamo che schierarci con la guerriera tutta cuore.
Forse fin da subito è chiaro che Claire non gioca pulito e capiamo quale sia il vero problema di Finch: la compassione e la fiducia. L’uomo è in mano alla donna, che finge di essere vittima di Samaritan, contrita per aver dato retta a chi non doveva e Harold si scioglie, spinto dalla fiducia verso l’essere umano, dall’empatia nei confronti dell’Altro. L’errore di giudizio del nostro non poteva non avere conseguenze, se non ha perso la vita, solo grazie all’arrivo di Root, ha perso il suo computer.
Con “Q&A” molte domande restano aperte e molti dubbi restano sul tavolo: quando tornerà Root? Avrà scoperto qualcosa in più di Shaw? Greer è veramente invincibile (dopo esser riuscito a mettere le mani sull’azienda dove lavorava Anna)? In Claire iniziano a sorgere dei dubbi? Claire ha compreso che per Samaritan lei è solo un’arma, un braccio – l’appunto da lei fatto a Greer sottolinea questo?
Chi sono i buoni? Chi i cattivi? Dobbiamo sconfiggere o aiutare? Chi ha tutte le caratteristiche per essere un nemico in realtà è una vittima e viceversa. Dopo un lutto, una partenza, ci vuole un po’ per riprendersi e Finch, Reese e Fusco, nonostante il ritorno alla routine quotidiana, devono abituarsi al nuovo assetto; l’assenza di Root e Shaw si sente. Il team è ancora scosso per tutto ciò che è accaduto, è come se uno Tsunami si fosse abbattuto sui nostri eroi, avesse distrutto certezze e idee, avesse divelto tutto intorno a loro; “ricostruire” e risollevarsi è necessario ma difficile.
Dopo alcune puntate di assestamento con “Q&A” il ritmo si fa più sostenuto e il timore per i nostri eroi aumenta. Se abbiamo “perso” due donne importanti per la serie, “Q&A” pone al centro proprio due figure femminili che smuovono il terreno sotto i nostri piedi: Claire – molto simile a Root sotto molti punti di vista, ed è ancor più chiaro quando sono l’una contro l’altra – già conosciuta in Nautilus, seconda puntata di questa stagione, e Anna Mueller (Bella Dayne, vista in American Horror Story).
Nolan è bravissimo a giocare con i personaggi, con la loro storia, intreccia le fila e non dà certezze, prendendosi gioco di noi che viviamo le ansie del team. Noi ci chiediamo: chi delle due è la vittima? La “ferita” Claire o la combattente Anna?
Se la prima è geniale hacker assoldata da Samaritan, la seconda è programmatrice dalla doppia vita, se la prima appare fragile e bisognosa di cure, la seconda sembra sicura e forte, se la prima recita la parte per attirare il compassionevole Finch, la seconda invece combatte “fuori” per non combattere in casa (la triste storia della sorella Jill). A poco a poco la verità viene a galla. Claire è perfetta attrice che dolente si giostra sul “palco”, di fronte ad uno spettatore d’eccezione, il paterno Harold che accoglie le parole della giovane. Anna invece indossa una maschera – perché è meglio armarsi contro un mare di guai, piuttosto che attendere la tempesta -; lividi, ganci e destri sono più sopportabili del dolore di vedere soffrire la propria sorella.
“Q&A” si costruisce, come spesso accade, incastrando le vicende relative ai personaggi della puntata e nello spettatore monta il fastidio verso la falsaria e la pietà verso la guerriera. L’episodio lavora sul tema della guerra, quella di chi crede, quella di chi soffre, quella di chi è esaltato. Claire da una parte combatte la guerra fanatica in nome di Samaritan, convinta della buona fede dell’Intelligenza Artificiale, invasata quando, all’interno della scuola, mostra a Finch quale sia il loro scopo: salvare il mondo, migliorarlo e gli “strumenti” migliori sono i bambini e l’educazione. Può nascere il dubbio in noi? Possiamo fidarci dell’Antitesi della Macchina?
Dopo la morte (?) di Shaw il timore di perdere un altro componente è oramai nostro compagno; e ringraziamo la fedele Root, che compare dal nulla, come il cavaliere mascherato per salvare Finch.
Dall’altra parte c’è Anna che combatte la sua battaglia: di notte sul ring in un incontro clandestino, di giorno nell’azienda che ha creato il Sistema Val, in grado di fornire informazioni su richiesta vocale. Ma si nasconde qualcos’altro dietro al software. Intenso è il dialogo tra lei è Reese: Anna fugge dalla malattia della sorella, desiderosa di controllare qualcosa: sul ring o si vince o si perde. Anna e Claire dunque sono l’una l’opposto dell’altra e non possiamo che schierarci con la guerriera tutta cuore.
Forse fin da subito è chiaro che Claire non gioca pulito e capiamo quale sia il vero problema di Finch: la compassione e la fiducia. L’uomo è in mano alla donna, che finge di essere vittima di Samaritan, contrita per aver dato retta a chi non doveva e Harold si scioglie, spinto dalla fiducia verso l’essere umano, dall’empatia nei confronti dell’Altro. L’errore di giudizio del nostro non poteva non avere conseguenze, se non ha perso la vita, solo grazie all’arrivo di Root, ha perso il suo computer.
Con “Q&A” molte domande restano aperte e molti dubbi restano sul tavolo: quando tornerà Root? Avrà scoperto qualcosa in più di Shaw? Greer è veramente invincibile (dopo esser riuscito a mettere le mani sull’azienda dove lavorava Anna)? In Claire iniziano a sorgere dei dubbi? Claire ha compreso che per Samaritan lei è solo un’arma, un braccio – l’appunto da lei fatto a Greer sottolinea questo?
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Ancora una volta Person Of Interest ci dà una buona puntata che tiene lo spettatore incollato allo schermo fino alla fine, in attesa di vedere cosa ci attenderà con la prossima puntata. Incassiamo i colpi, ci diamo delle risposte che forse non sono quelle giuste.
Guilty 4×14 | 9.53 milioni – 1.5 rating |
Q&A 4×15 | 9.17 milioni – 1.6 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.