Oramai mancano poche puntate alla conclusione di questa quarta stagione di Person Of Interest, che non ha convinto pienamente, soprattutto se messa a confronto con quelle precedenti: se la tetralogia ha dato prova di essere un’ottima serie, altri episodi, pur rimanendo buoni prodotti, si sono dimostrati fiacchi o comunque non all’altezza della stessa. Questa quarta stagione ha lavorato troppo alle storie verticali e ha messo da parte alcuni intrecci che sarebbe stato interessante sviluppare (le figure di Elias, di DoMINIc, e il loro rapporto con il team), e spesso i corsi e ricorsi – di situazioni, personaggi, luoghi narrativi – hanno fatto sì che lo spettatore più avvezzo alla “visione” potesse immaginare lo sviluppo della vicenda senza venirne sorpreso. Insomma questa stagione sembra meno riuscita nonostante il livello sia comunque sempre alto.
“Search and Destroy” riprende quota per prepararsi all’atterraggio finale, lavorando sulla tensione e tentando di tirare le fila di una storia che altrimenti avrebbe rischiato di sfilacciarsi. Questa volta al centro c’è Sulaiman Khan, “Leonardo” dell’informatica (padre di un software antivirus, utile, secondo Samaritan, a scovare The Machine e distruggerla), il privato viene dato in pasto al pubblico senza esclusione di colpi (vita, disturbo bipolare, appropriazioni indebite). Ovviamente il demiurgo di tutto ciò è Samaritan che in questo agone olimpico è oramai il Dio incontrastato; ancora una volta Person Of Interest indaga intorno al nostro rapporto con la tecnologia, senza giudizi morali, dimostrando che la privacy è un’utopia: Samaritan se da una parte si avvale di false accuse, dall’altra svela questioni che non si dovrebbe o vorrebbe far sapere.
È successo già in passato che il team si sia trovato di fronte ad un genio – nella prima stagione ad esempio abbiamo incontrato Henry Peck, mosso da una mai paga curiosità, salvato da Finch che ha avvalorato la sua idea sull’esistenza di The Machine. Nei confronti di Khan, il nostro è reticente – tanto da non rispondere alle sue domande e decidere in un certo senso la sua sorte -, sarà che la posta in gioco ora è ancora più alta per il gruppo – la tensione è palpabile, la paura si percepisce chiaramente, tanto da condurre Khan alla morte.
La situazione sembra cambiata in maniera irrimediabile: Samaritan è ancora più implacabile, interviene direttamente (usa il cellulare e non le telecamere per inseguire la sua preda, offre danaro ai sicari tramite cellulare – desta perplessità come a dei carcerati con propensioni omicide sia permesso di tenere un cellulare), vuole trovare La Macchina è distruggerla, rimanendo l’unica divinità a regnare incontrastata su di noi, dall’altra parte c’è il team che vaga per tappare i buchi, tentando di salvarsi e di salvare il mondo.
È interessante l’atteggiamento di Finch: vuole aiutare i suoi amici, ma si dimostra in molte circostanze passivo, completamente incastrato nelle sue convinzioni – ad esempio all’inizio della puntata non vuole parlare con Root, fondamentale invece per l’azione, e usare armi -, “in silenzio” perenne di fronte Khan non volendo dargli nessuna informazione su The Machine e su Samaritan. È un legame affascinante quello tra Harold e La Macchina, come passivo è il primo, così completamente impotente è l’Intelligenza artificiale; in un perverso e fatale gioco simbiotico è come se Harold rassegnato attendesse la fine inesorabile della sua creatura di fronte ad un nemico imbattibile.
In “Search and Destroy” ci sono alcune caratteristiche proprie di Person Of Interest, come ad esempio l’ironia portata da Root e da Fusco, anche nei momenti più tensivi, le passioni – si pensi alla presenza di Zoe, o a Root -, l’azione, forse esasperata ma sempre godibile (Reese che salva Khan in prigione, la sparatoria, lo scontro corpo a corpo tra Root e Martine).
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Skip 4×18 | 9.15 milioni – 1.5 rating |
Search And Destroy 4×19 | 8.68 milioni – 1.3 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.