Preacher 3×06 – Les Enfants Du SangTEMPO DI LETTURA 4 min

“Yoo-hoo! Everyone! Look who’s home!”

Qualcosa nella serie AMC si è spezzato. Lo show che nelle scorse stagioni (soprattutto la seconda) ha deliziato e sconvolto i propri fan con uno splendido umorismo nero ed una trama avvincente non è ancora riuscito, dopo ben sei episodi del suo terzo ritorno, a ritrovare uno stato di forma neanche paragonabile al passato. Nemmeno dopo il giro di boa stagionale dello scorso episodio è cambiato qualcosa, a testimoniarlo sono anche i ratings in picchiata (e i nostri voti sempre bassi). Un duro e triste segnale per la serie e forse un cattivo presagio per il futuro.
Dall’arrivo di Jesse e compagnia ad Agnelville la trama non è mai decollata e si prova, da diverse puntate, una sensazione di staticità quasi snervante, difatti i fan hanno assistito più e più volte alle medesime scene: Tulip che vuole uccidere la vecchia, Jesse che le prende da Jody, Herr Star sottomesso, Cassidy arrabbiato e deluso da tutti, eccetera, eccetera ed eccetera. Situazioni che si ripetono non tanto per necessità, ma a causa di una sceneggiatura pigra e avezza di idee. E questo è un vero peccato perché le potenzialità per avere storyline eccellenti ci sono tutte.
Analizzando le vicende di puntata, non si può che partire con il ritorno di uno dei personaggi più iconici della serie: Arseface. Il ragazzo meno attraente della storia, dopo aver scoperto della distruzione del suo paese di nascita, si ritrova in un orfanotrofio con l’orfano più sfigato della terra (quasi quanto i Baudelaire di Lemony Snicket’s A Series of Unfortunate Events), in seguito viene “adottato” da The Saint Of Killers, dando così ufficialmente via alla caccia ad Hitler. Sarà interessante notare come, quest’ultimo, si sarà integrato nella società moderna oppure se ne sarà rimasto spaventato tanto da essere un emarginato. Quel che si spera, invece, è di assistere ad un sviluppo di vicende logico e di impatto, perché come fatto notare nel final season della scorsa stagione, quanto successo negli Inferi non era stato poi così interessante e ai fini della trama, per ora, il viaggio di Faccia Di Culo non ha portato nessuno sviluppo alla trama principale.
Dall’altra parte, ad Agnelville, la situazione è sempre la medesima da diversi episodi: Tulip è in pericolo e Jesse sta cercando di salvarla da Marie L’Angelle. Da notare quanto sia stato inutile, ai fini della puntata, tutto l’intermezzo della rapina, in quanto la Nonna si è curata non con le anime rubate da Jesse, ma con l’intera anima di Madame Boyde. Purtroppo l’ex del character di Dominic Cooper, morendo in questa maniera, non ha nemmeno avuto una conclusione degna di tale nome, creando a questo giro, a differenza di altre situazioni, una sensazione di sbrigatività e pigrizia, in quanto una fine più degna per la Boyd non era poi tanto difficile trovarla.

Cassidy: “What do you need me for, for Christ’s sake?”
Eccarius: “I was looking for a friend.”

Infine, la cosa migliore dell’episodio (nemmeno poi così tanto), è ciò che riguarda Cassidy e i Children Of Blood. Attraverso Eccarius si scoprono, nel mondo di Preacher, le vere potenzialità dei vampiri, intuendo che Cassidy oltre a drogarsi ed andare a donne, nel corso della sua “seconda vita” non ha fatto poi così tanto. Ai fini dello show un “upgrade” del vampiro potrebbe essere davvero interessante, ma dovrebbe essere gestito in maniera migliore di quanto lo è stato in questa terza stagione. Difatti, da miglior personaggio della serie, l’ex migliore amico di Jesse è diventato solamente una palla al piede, un personaggio inutile che non fa altro che lamentarsi, vedasi la terribile telefonata tra lui e Tulip.
Per concludere, Preacher in questa stagione sta deludendo un po’ tutti, da prendersi in esempio la gestione di Herr Star, un personaggio bad ass che in questo terzo anno è stato completamente stravolto. Un recupero per il personaggio e per la serie è possibile, ma ormai il tempo sta per scadere. Per ora la stagione non può che definirsi uno spreco e non si può far altro che sperare di venire totalmente smentiti da un finale che, comunque, avrebbe tutti i mezzi per farlo.