“The Messiah will dance!”
La fine è ormai prossima. Preacher sta per giungere alla sua conclusione e lo fa in concomitanza con il tanto atteso (quantomeno da noi spettatori) giorno del giudizio. L’apocalisse è alle porte e lo show è cominciato. Esattamente come accade a capodanno, aspettando l’ora X insieme ad Amadeus, anche in questa occasione abbiamo uno show con annesso conto alla rovescia. Unica differenza: al termine del conto alla rovescia l’umanità così come la conosciamo sparirà per sempre. A dare il via alla fine del mondo sarà l’erede ritardato dell’Altissimo – un accostamento di parole che chiunque sogna di poter scrivere almeno una volta nella vita – con il suo consueto numero da ballerino di tip tap, numero con il quale “la grande star del momento” avrà l’onore di chiudere questo grottesco Hamperdoo & friends dalla fine tutt’altro che gioiosa.
Espediente, quello di trasformare l’apocalisse in un mediocre teatrino, senza dubbio significativo, ideato sicuramente per tenere fede alla consueta stravaganza del telefilm ma anche per sottolineare il costante bisogno di apparire tipico della nostra epoca, il quale, se è vero che siamo stati creati a sua immagine e somiglianza, naturalmente non poteva che essere prerogativa dell’Altissimo. Il bisogno di essere nuovamente importante per qualcuno, di avere nuovamente un “pubblico” a cui parlare, sono queste le ragione alla base di questo America’s Got Talent pre-apocalisse, un’ultima occasione nelle mani di Dio per dirigere il suo “spettacolo” conclusivo, la cerimonia di chiusura, prima di avviare quella che in pratica è un’operazione di reboot su una delle sue opere più famose: la Genesi.
Come intuiamo dal titolo, “Overture”, ci troviamo di fronte ad un episodio introduttivo, una sorta di prologo in quello che sarà l’ultimo racconto riguardante la razza umana. Tutte le carte vengono messe in tavola, veniamo a sapere delle reali intenzioni di Herr Starr, accecato dal ritorno della sua perduta avvenenza – e integrità fisica – e assolutamente deciso a non lasciarci la pelle proprio ora; passiamo attraverso la presunta morte prima di Tulip e poi di Cass, in due sequenze che arrivano l’una in coda all’altra e che per un attimo ci fanno seriamente temere per la vita dei due protagonisti; e infine scopriamo la più grande debolezza di Dio, l’incapacità di poter acquisire autonomamente il tanto agognato potere di Genesis. Se in più aggiungiamo il tanto atteso ritorno del Santo, buttato lì a fine episodio per farci letteralmente bestemmiare contro lo schermo del televisore, ciò che otteniamo è il miglior prologo possibile per un series finale.
La costruzione della tensione nel corso dell’episodio è perfetta. In seguito al confronto tra Dio e Tulip – con le successive coltellate off screen – e al vis a vis tra lui e Cass – con lo struggente discorso in punto di morte fatto a Jesse – era plausibile pensare che la morte di entrambi i personaggi potesse essere usata dagli autori come mezzo per conferire maggior tragicità all’episodio, un’eventualità che normalmente non prenderemmo nemmeno in considerazione se non nel corso del finale vero e proprio dell’opera, ma che in una serie come Preacher non risulta essere così scontato. Tanto per fare un esempio, la morte lampo di Eugene appena intrapresa la carriera di rockstar, tanto rapida quanto efficace.
Il colpo di grazia ci viene dato infine con l’arrivo del Santo, finalmente faccia a faccia con Dio ma anche lui soggiogato dallo straordinario potere di persuasione del Divino. Anche l’uomo più imperturbabile finisce col cedere al fascino dell’onnipotenza, e la serie ci regala così uno di quei cliff-hangerONI da denuncia penale che ci piacciono un sacco e che ci proiettano direttamente al capitolo finale della nostra storia.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Fear Of The Lord 4×08 | 0.45 milioni – 0.1 rating |
Overture 4×09 | 0.51 milioni – 0.1 rating |
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.