Il titolo del season finale di Preacher mente dicendo anche una verità. Visti gli eventi di “The End Of The Road”, la 2×13 non mette fine al viaggio del trio protagonista, ma indubbiamente sancisce la fine della seconda stagione del serial. A visione conclusa, essendo questo il season finale, viene spontaneo farsi una domanda: è meglio la prima stagione o la seconda?
Le due stagioni della serie tv tratta dall’omonimo fumetto di Garth Ennis e Steve Dillon hanno avuto lo stesso stile ma obiettivi diversi, dando a queste due stagioni identità distinte e rendendo il paragone tre le due inopportuno. Tuttavia, una scelta è possibile farla e la seconda stagione si è sicuramente distinta meglio della prima, riuscendo a ripagare la smodata pazienza che lo spettatore ha avuto nei confronti della prima. Svariati sono gli esempi disseminati per la stagione che si potrebbero usare a conferma di tutto ciò, però si è scelto di prenderne uno direttamente da “The End Of The Road” anche per essere pertinenti con la recensione.
Il modo in cui la serie mette in scena la morte di Tulip – presente anche nel fumetto originale – dimostra quanto tempo gli showrunner abbiano dedicato nella pianificazione della serie, cercando il modo di soddisfare le duplice necessità di rivisitazione in termini televisivi e fedeltà del fumetto. Nel fumetto Tulip moriva quando lei e Jesse erano già stati condotti nella malefica cittadina di Angelville, mentre nell’episodio il suo decesso è il motivo scatenante che porta il predicatore e l’amico vampiro a condurre il trio al luogo della terribile infanzia di Custer. Nonostante sia variata sia la componente temporale che il quid, ciò che non cambia è l’impatto emotivo dell’arrivo dei protagonisti nella nefasta cittadina che – dopo tante anticipazioni – fa il suo grande esordio in un momento inaspettato e anche pregno di drammaticità. Spesso la serie si è comportata in questa maniera, dimostrando come le citazioni e gli easter eggs legati al fumetto non fossero li con l’unica funzione di strizzare l’occhio ai fan, ma come lenta costruzione di una futura storyline portante.
Tuttavia va anche detto che Preacher si è comportato anche in maniera del tutto opposta. Decisa a costruire dei momenti e delle sequenze ex-novo esclusive per il telefilm, spesso la serie si è trovata a dover fare i conti con una smodata lentezza che ha dato vita ad episodi lentissimi. Gran parte di questa porzione di difetti si vede nelle sequenze precedenti la morte di Tulip, sequenze in cui l’episodio sembra trascinarsi a fatica verso il finale, come se avesse voglia di concludere ma non avesse abbastanza energie per farlo. Nonostante questa parte sia costellata di momenti interessanti, arrivano comunque in maniera eccessivamente dilazionata e dopo minuti e minuti di nulla; questo infatti mina la qualità di tutti quei momenti – come la morte di un personaggio inutile come Dennis – che avrebbero potuto rendere sicuramente di più.
A fare da spartiacque tra una storyline e l’altra, torna la side quest di Eugene. Come già detto fino alla nausea, questa trama non ha mai convinto appieno in quanto non si è mai capito dove volesse andare a parere e a cosa sia servita per la formazione di Faccia Di Culo. Anche ora che si è conclusa, vedendo poi il modo non-sense, la trama strettamente legata a Eugene è sembrata una enorme perdita di tempo utile solo per non tenere il personaggio a poltrire.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
On Your Knees 2×12 | 1.10 milioni – 0.4 rating |
The End Of The Road 2×13 | 0.97 milioni – 0.4 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora