C’è qualcosa che mi affascina in Almost Human, qualcosa che mi intriga e che mi permette di godermi questi 40 minuti settimanali in questo futuro ipotetico, e questo qualcosa non è di certo la trama orizzontale. Parlo ovviamente dei protagonisti, in primis di un Michael Ealy sempre eccelso nella sua performance robotica ma non è trascurabile neppure quella di Karl Urban che, per modi rudi e umorismo, ricorda fin troppo il Dean Winchester di Supernatural. E anche se non è ancora entrato pienamente nel ruolo, recita più che dignitosamente la parte del poliziotto duro ed impassibile a cui è difficile stare simpatici.
Il merito dell’attuale permanenza su schermo di Almost Human è dovuto proprio alla coppia Ealy-Urban, uno strano duo che sta imparando a conoscersi meglio, episodio dopo episodio, ma che si trova già dannatamente bene a lavorare insieme. E’ risaputo che gli opposti si attraggono, e più agli antipodi di un poliziotto che non vuole avere niente a che fare con un collega androide e di un sintetico dotato della capacità di provare sentimenti direi che non c’è nulla. Questo Whyman lo sapeva già ed infatti fonda tutta la serie sul loro strano rapporto di amicizia che è il cuore pulsante di ogni puntata, tutto il resto, casi del giorno, eruzioni solari e aggeggi futuristici del 2048 fanno solo da sfondo alla storia di questo strano duo.
Purtroppo però gli aspetti positivi finiscono qui perchè, di nuovo, in questa “Simon Says” non si fa nessun passo in avanti e si rimane sempre lì, a sguazzare nella criminalità ipertecnologica che attanaglia il 2048. Whyman e soci non fanno nulla di più che i compiti per casa assegnati da mamma Fox, non costruiscono una trama orizzontale che generi tensione nè tanto meno provano a coinvolgere più attivamente i colleghi della polizia nella normale routine dell’episodio. Almost Human praticamente viaggia col freno a mano tirato bullandosi di poterlo fare perchè ha una buona macchina, tuttavia per quanto abile possa essere il pilota e per quanto ottima possa essere l’auto con cui si sta viaggiando, alla lunga l’utilizzo del freno in corsa farà i suoi danni. Dopo 7 episodi la totale assenza di un avanzamento dello status quo dei personaggi, sia esso un interesse amoroso tra Kennex e la Stahl oppure un approfondimento sull’incidente che ha portato Kennex a perdere la gamba, è una grave pecca che viene notata anche dallo spettatore più disinteressato ed inesperto, figuriamoci da quelli che vivono a pane e telefilm.
“Simon Says” presa singolarmente è un episodio normale che offre la sua quarantina di minuti di svago approfondendo in maniera superficiale la tematica attuale dei followers tecnologici. Il bisogno di sentirsi ammirati dal popolo internauta al giorno d’oggi è già abbastanza palese, basti pensare a Facebook, Twitter e social vari; il passo successivo è stato fatto tramite la pubblicazione di video virali che ritraggono gesta “epiche” degne di essere viste. Per i teenager odierni è diventato un segno di potere il numero di visite sul proprio video di Vines o di Youtube, la rete praticamente ti dona visibilità ed una celebrità che altrimenti non avresti mai potuto raggiungere prima. Nel 2048 le cose sono più o meno le stesse solo che i video su Vines sono stati sostituiti da omicidi in diretta nel Black Internet e, inutile dirlo, sono illegali ma fruttano a chi li ha postati lo stessa sensazione di benessere data dall’alto numero di visualizzazioni.
Si ok, magari è un commento fin troppo approfondito per l’ennesima puntata filler ma questo passa il convento e quindi di questo parliamo. Premesso ciò, è sempre un piacere constatare come non manchino le idee nella camera degli sceneggiatori per quanto riguarda il case of the week, tuttavia rimane sempre quel vuoto narrativo chiamato “trama orizzontale”, un vuoto da colmare al più presto se non si aspira alla cancellazione prematura.
PRO:
- Alchimia Kennex-Dorian sempre altissima
- Intelligente (anche se un po’ superficiale) la previsione dei video virali nel 2048
- La continua e costante assenza di una trama orizzontale abbassa il livello della narrazione
- Personaggi secondari sempre abbastanza trascurati, Rudy compreso
La puntata si lascia guardare ma non è nè carne nè pesce, per la precisione è solo l’ennesimo filler, il 6° di fila per questa serie che non fa nulla in più oltre al minimo sindacale. E gli ascolti parlano chiaro…
Arrythmia 1×06 | 5.34 milioni – 1.6 rating |
Simon Says 1×07 | 6.35 milioni – 1.7 rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.